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Flash mob a Roma contro la tratta

Giovani e attivisti, ambasciatori di speranza, hanno animato la veglia di preghiera contro la tratta nella Basilica di Santa Maria in Trastevere di ieri. Sabato 8 febbraio la Giornata mondiale di preghiera e riflessione indetta da Papa Francesco

Stefano Leszczynski - Città del Vaticano

La tratta degli esseri umani in tutto il suo orrore è stata mostrata ieri nella Piazza di Santa Maria in Trastevere a chiunque abbia occhi per vedere e cuori abbastanza aperti per lasciarsi coinvolgere. E’ stato proprio questo lo scopo del flash mob promosso dai giovani "ambasciatori della speranza", che stanno animando gli eventi di sensibilizzazione contro la tratta in vista della Giornata mondiale di preghiera e riflessione di sabato 8 febbraio. Davanti alla Basilica trasteverina erano simbolicamente presenti tutte le vittime del traffico e dello sfruttamento di esseri umani: donne, bambini, uomini condannati alla sofferenza, all’invisibilità, all’indifferenza.

Un fenomeno invisibile

Il fenomeno della tratta è sempre più mutevole e subdolo anche a causa della pervasività delle nuove tecnologie. Questo, da un lato, rende più complicato sia elaborare strategie efficaci per il suo contrasto e, dall’altro, mina la consapevolezza di cosa sia la tratta nell’opinione pubblica. Suor Adina Balan, coordinatrice per l’Europa di Talitha kum (la rete internazionale delle religiose che combattono la tratta), sottolinea la crescente indifferenza della società che spesso ignora anche i campanelli d’allarme più evidenti “come quando si acquistano oggetti o prodotti a prezzi eccessivamente convenienti senza chiedersi perché costino così poco, in quali condizioni si trovano le persone che li producono”.

Un momento del flash mob a Santa Maria in Trastevere
Un momento del flash mob a Santa Maria in Trastevere

Serve una conversione

Il tema dell’indifferenza è tornato anche nel corso della veglia di preghiera organizzata nella Basilica. Don Alessandro parroco nel quartiere Prati della capitale ha voluto ricordare il drammatico caso delle tre prostitute brutalmente uccise nello stesso giorno in contesti residenziali senza che nessuno si accorgesse di quanto stava accadendo. Donne delle quali per molto tempo non si è saputo neppure il nome. “C’è bisogno di una conversione”, detto il cardinale Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, e ricordando la figura di santa Giuseppina Bakhita ha invitato alla preghiera: “La tratta è una piaga che va eliminata dalla faccia della terra”.

50 milioni di vittime

Il traffico di esseri umani è un fenomeno di dimensioni analoghe a quello di armi e di droghe, ma con un impatto molto più devastante sulla vita delle persone. Secondo le Nazioni Unite, oggi si stima che siano 50 milioni le persone vittime della tratta a livello globale. Coloro che ne soffrono maggiormente le conseguenze sono donne, bambini, migranti e rifugiati. Una vittima su tre è un bambino, mentre il 79% delle vittime dello sfruttamento sessuale a livello globale sono donne e ragazze. Le persone costrette alla migrazione forzata sono circa 120 milioni. Guerre, conflitti, violenze, povertà, catastrofi ambientali li portano ad abbandonare le proprie case, rendendoli particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento per la pericolosità delle rotte e perché spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un Paese all’altro.

Alcune delle religiose presenti al flash mob antitratta
Alcune delle religiose presenti al flash mob antitratta

Paura e speranza

Tra le testimonianze più toccanti nel corso della veglia anche quella di Pauline, cresciuta in uno degli slum più grandi di Nairobi. Abusata da più uomini all’età di 16 anni, è stata costretta a vivere per sette anni nella paura del ricatto e sotto la minaccia di ritorsioni verso i propri familiari. “Oggi, qui a Roma, abbiamo potuto manifestare in maniera silenziosa per tutte le vittime della tratta. Non è scontato. Quando abbiamo provato a farlo nel mio Paese siamo stati picchiati dalla polizia. ”La paura è una compagna costante nella vita degli attivisti che nonostante tutto si battono in ogni parte del mondo per contrastare il traffico di esseri umani e prestare soccorso e assistenza a chi è caduto nella rete della tratta. Mario, attivista romeno si raccomanda di non scrivere il suo nome per intero: “Nella mia organizzazione forniamo supporto legale alle vittime che riescono a sfuggire ai trafficanti e agli sfruttatori, ma la parte maggiore dei nostri sforzi è diretta a cambiare l’atteggiamento delle istituzioni e delle forze di polizia quando si trovano ad affrontare questi casi.”

Storie di riscatto

Ma la giornata di ieri ha permesso anche di mettere in evidenza le storie di riscatto e di salvezza come quella di Joy, fuggita dall’inferno della prostituzione forzata prima in Libia e poi a Castelvolturno. E bastato che una sola persona la guardasse per trovare il coraggio e la speranza di vivere una vita diversa. “E’ stato l’incontro con suor Rita a permettermi di uscire da quella spirale di violenza e farmi capire che potevo ancora essere amata”. Da quell’incontro sono scaturiti anni di studio che l’hanno portata a diventare un’infermiera, una madre di due bambini e da poco una moglie amata e rispettata. La veglia di preghiera che ieri ha visto riunite tante persone - tra religiosi, laici, attivisti - nella Basilica di santa Maria in Trastevere ha avuto uno scopo ben preciso che è quello della chiamata all’azione contro il traffico e lo sfruttamento di esseri umani, una chiamata coraggiosa e sostenuta dalla forza della preghiera e della speranza che ne scaturisce.

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05 febbraio 2025, 12:41