Giubileo, da Novara per incoraggiare i giovani a osare e avere speranza
Fabrizio Peloni – Città del Vaticano
“Per avere speranza, bisogna essere nella speranza”, per questo motivo “dobbiamo incoraggiare i nostri adolescenti e giovani a uscire dal quotidiano, a osare, sperimentare, a rinnovarsi per provare a trovare la loro strada, e diventare homo viator”. Questo, secondo monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, il senso profondo del Giubileo. Il presule sta accompagnando in questi giorni il pellegrinaggio giubilare della sua diocesi, che ha per tema “Il Signore è la mia Speranza”. E stamattina, mercoledì 19 febbraio, insieme con oltre 550 fedeli, e una trentina tra religiose e religiosi, ha attraversato la Porta Santa della basilica di San Pietro. “Avremmo dovuto partecipare all’udienza del mercoledì in Vaticano con Papa Francesco, ma il ricovero del Pontefice al Policlinico Gemelli ha fatto annullare l’appuntamento” ha detto ai media vaticani all’inizio del percorso giubilare che dalla nuova Piazza Pia porta alla basilica Vaticana, specificando come “tutto questo non ha fatto altro che aumentare la nostra vicinanza al successore di Pietro, le nostre preghiere per lui e, in qualche modo, la nostra speranza - sul cui significato più e più volte il presule in questi primi due mesi del Giubileo si è espresso - è rivolta principalmente al miglioramento delle sue condizioni di salute”.
Un anno di grazia a tutti i livelli
Secondo il vescovo, il Giubileo deve rappresentare “un anno di grazia, un momento di conversione, anche e soprattutto nelle relazioni, a tutti i livelli, nella famiglia, nella diocesi, così come a livello internazionale nel cercare la pace o, come spesso sottolineo, nella cancellazione del debito”. “Oggi abbiamo tanto bisogno di speranza: ci troviamo a vivere in un contesto minaccioso e ostile, che svuota i nostri sogni e paralizza le nostre azioni, riducendoci a vivere alla giornata in modalità homo faber”, ha aggiunto monsignor Brambilla, sottolineando come “soprattutto i giovani siano le vittime di questo clima senza l’orizzonte luminoso della speranza”.
Essere Chiesa missionaria
“Questo verso le soglie degli apostoli è il mio primo pellegrinaggio da giovane sacerdote, sto vivendo la grazia e la gioia di un momento ecclesiale che tocca la speranza soprattutto dei giovani, di cui ho cura negli oratori” ha confidato don Luca Longo, da poco entrato nel quinto anno di sacerdozio, sottolineando “la bellezza di poter vivere con grande speranza una Chiesa che non vuole perdere la sua missionarietà nell’annunciare il Vangelo, nell’annunciare Cristo nelle nostre vite, nelle nostre quotidianità, nel nostro mondo che a volte sembra spaventarci, che può sembrare senza Dio”. Accanto a lui i coniugi Mauro Cavagna e Roberta Ciocca, al terzo Giubileo insieme, dopo quello del 1975, “quando avevo 20 anni, poi nel 2000 come coppia e oggi, ancora insieme, più consapevoli e coinvolti nella fede”, ha affermato Cavagna.
Un’autentica ricarica spirituale
La signora Loredana Bianchi, catechista nella parrocchia di Bagnella, alla sua prima esperienza giubilare, ha testimoniato la “gioia, la pace e la serenità che sto toccando con mano nel vivere questa esperienza di fede, un’autentica ricarica spirituale”. Tutti insieme i fedeli novaresi, prima di incamminarsi verso la basilica vaticana, hanno intonato il canto “Fiamma viva”, quindi monsignor Brambilla ha guidato la recita del salmo 122, “quello degli esuli che tornavano a Gerusalemme”. Infine l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, al quale il Papa ha affidato l’organizzazione dell’Anno Santo, è venuto a dare il benvenuto “a un vecchio amico”, ha detto riferendosi a monsignor Brambilla, e ai fedeli novaresi, invitandoli e “vivere un’esperienza di fede e di speranza” con l’augurio che “il cuore si apra alla speranza”.
Le giornate a Roma della diocesi di Novara
Coordinato da don Gianmario Lanfranchini, responsabile diocesano per il Giubileo, il pellegrinaggio era iniziato lunedì 17 e si conclude oggi, giovedì 20 febbraio. Questi quattro giorni sono stati dedicati alle celebrazioni eucaristiche, all’attraversamento della Porta Santa nelle basiliche papali di San Giovanni in Laterano, San Paolo Fuori le Mura e San Pietro. Questa mattina è stata la volta di Santa Maria Maggiore. Nel pomeriggio di ieri, inoltre, è giunta a Roma un’altra delegazione di circa 100 persone dalla città piemontese per partecipare all’ordinazione episcopale di monsignor Filippo Ciampanelli, sacerdote novarese, sottosegretario del Dicastero per le Chiese Orientali.
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