RD Congo, Comece: l'UE intervenga con urgenza per fermare la "catastrofe"
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
"Profondo dolore", ma anche un appello all'azione "urgente" da parte dell'Unione Europea e della comunità internazionale affinché cessino le ostilità nella Repubblica Democratica del Congo. Un processo che, secondo monsignor Mariano Crociata, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali Europee (Comece), non può prescindere dalla fine del "presunto" sostegno del Rwanda alle milizie ribelli dell’M23. Sono questi i due messaggi chiave della dichiarazione pubblicata da monsignor Crociata alla vigilia del voto del Parlamento Europeo su una risoluzione volta ad affrontare "l’escalation di violenze" nell’est del Paese africano.
La "catastrofe" che ha causato 3 mila morti
Il contesto è quello della regione del Nord Kivu, segnata dalla recente presa della città di Goma da parte dei ribelli dell’M23. Una situazione definita una "catastrofe" da Crociata, che richiama i dati delle Nazioni Unite: finora si contano circa 3 mila morti e oltre un milione di civili sfollati. L’intervento di Crociata arriva dopo la "toccante testimonianza" di monsignor Willy Ngumbi Ngengele, vescovo di Goma, portata al Segretariato della Comece. Il presidente afferma di accogliere con favore il recente pacchetto di aiuti umanitari approvato da Bruxelles, pari a 60 milioni di euro e destinato alla RD Congo. Inoltre, sostiene la road map promossa dalle Chiese cattoliche e protestanti locali per "porre fine alla violenza e promuovere la convivenza pacifica e la coesione sociale".
"Garantire la protezione dei civili"
Nel suo messagio, Crociata chiede tuttavia "maggiori sforzi per garantire la protezione dei civili" e il loro effettivo accesso agli aiuti. Esorta inoltre le autorità locali e la comunità internazionale "a fare tutto il possibile per risolvere il conflitto con mezzi pacifici". Il "presunto" coinvolgimento del Rwanda nel sostegno ai ribelli, sottolinea il presidente della Comece, rappresenterebbe "una grave violazione del diritto internazionale". L’appello alle istituzioni internazionali è chiaro: non compromettere i propri "valori e principi" e, se necessario, adottare "sanzioni mirate" che riconsiderino la cooperazione economica. In particolare, il presule richiama l'attenzione sulle "pratiche estrattive" nella Repubblica Democratica del Congo, individuate tra le cause del conflitto, auspicando maggiore trasparenza in questo settore".
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