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L'arcivescovo Anastasio L'arcivescovo Anastasio

? morto Anastasio, guida per 33 anni della Chiesa ortodossa albanese: "Araldo di pace"

L’arcivescovo di Tirana, Durazzo e di tutta l’Albania è morto ieri a 95 anni in un ospedale di Atene dove era ricoverato per l’aggravarsi della salute. Considerato più di una guida spirituale, ha risollevato la Chiesa albanese dopo la caduta del regime ateo comunista. Fu presidente dal 2006 al 2013 del World Council of Churches che lo ricorda "gigante dell'ecumenismo e campione del dialogo"

Giovanni Zavatta - Città del Vaticano

Quando, nel 1991, il regime comunista, in quello che era diventato lo Stato più ateo al mondo, entrò in crisi aprendo la strada verso la piena democrazia e la Repubblica parlamentare, l’allora patriarca ecumenico di Costantinopoli, Demetrio, chiamò lui a guidare la rinascita della Chiesa ortodossa albanese dopo decenni di persecuzione. L’arcivescovo di Tirana, Durazzo e di tutta l’Albania, Anastasio, morto questa mattina a 95 anni in un ospedale di Atene dove era ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, è stato più di una guida spirituale. "Risollevò una Chiesa dalle sue rovine dopo la caduta del regime ateo. Attraverso la sua visione ispirata da Dio e il suo instancabile lavoro, ricostruì la vita ecclesiastica dalle sue fondamenta, eresse centinaia di chiese, fondò istituzioni educative e filantropiche, istruì e ordinò il nuovo clero". La Chiesa ortodossa albanese, che così lo ricorda e lo piange, invita ora i fedeli a pregare "per il riposo dell’anima del nostro defunto primate".

Prete "in uscita"

Anastasios Yannoulatos era nato a Il Pireo, vicino ad Atene, il 4 novembre 1929. Dopo la laurea in teologia proseguì gli studi in storia delle religioni, etnologia, missioni e africanologia in Germania. L’approfondimento della conoscenza delle fedi nei paesi in cui si sono diffuse, la capacità di parlare diverse lingue, l’insegnamento di varie discipline in Germania e poi in Grecia, gli incarichi in molteplici istituzioni anche laiche, lo hanno reso un prete “in uscita”, fuori dallo stretto ambito ecclesiastico. In particolare sviluppò il campo della missione all’estero con un supporto costante ai gruppi dislocati in Corea, in India, in Africa. Nel 1964 in Uganda, Tanzania e Kenya esplorò la possibilità di una missione ortodossa sistematica e, come locum tenens dell’arcivescovado di Irinoupolis-Africa orientale, fondò una scuola che diresse per un decennio. Ordinò 62 sacerdoti africani e consacrò 42 lettori-catechisti di otto tribù (tra cui i primi quattro sacerdoti della Tanzania). Promosse il lavoro di traduzione della Santa Liturgia in quattro lingue africane e si occupò dell’organizzazione di 150 parrocchie ortodosse e piccole comunità, creando scuole e ospedali.

L'opera in Albania

Non sorprende quindi che le capacità di Anastasio, divenuto nel frattempo vescovo (e poi metropolita) di Androussa, potessero servire altrove, a un’impresa che sembrava impossibile. In Albania iniziò la sua opera come esarca patriarcale (gennaio 1991-giugno 1992) e poi come arcivescovo di Tirana e di tutta l’Albania (24 giugno 1992). Grazie a un accordo con il governo, che divenne legge nel 2009, furono definite le relazioni tra la Chiesa e lo Stato che consentirono ad Anastasio di costruire chiese e monasteri, riorganizzare parrocchie, fondare licei, scuole, accademie di teologia, ma anche mense popolari e case di accoglienza, pubblicare libri liturgici, ordinare - soprattutto - i sacerdoti ortodossi della nuova Albania.

"Araldo di pace e gigante dell'ecumenismo"

Nel mondo ortodosso, e non solo, era noto per la sua gentilezza, mitezza, saggezza, per la sua apertura all’altro. Nel 2000 i membri dell’Accademia di Atene e altre personalità in Albania promossero la sua candidatura al Premio Nobel per la pace. Così lo ricorda il World Council of Churches, del quale Anastasio fu presidente dal 2006 al 2013: "Araldo della pace, gigante dell’ecumenismo, campione del dialogo interreligioso".

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26 gennaio 2025, 14:50