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Le suore Ancelle dei Poveri del Kerala Le suore Ancelle dei Poveri del Kerala

India, la ł¦˛ą°ůľ±łŮĂ  delle Ancelle dei Poveri al servizio degli indigenti del Kerala

Oltre 130 religiose, spinte dall’esempio e dal ricordo della consorella suor Francis Alayatil, prima donna nella regione a guidare un’ambulanza, coprono con il loro servizio mobile il territorio della diocesi di Kannur al fianco di lebbrosi, malati, bambini orfani

Paolo Affatato

Le religiose dal sari color arancio si muovono in bicicletta, in moto, con le jeep e, quando necessario, anche con l'ambulanza. Corrono, a volte si può ben dire “sfrecciano” per andare dai poveri, dai lebbrosi, dai malati, dai bambini orfani e indigenti. Sono le suore Dina Sevana Sabha (“Ancelle dei Poveri”, con la sigla DSS), congregazione nata nel 1969 nel remoto villaggio di Pattuvam, nel distretto di Kannur, in Kerala, stato dell'India meridionale. “Caritas Christ urget nos”, “l’amore di Cristo ci spinge”, ripetono le religiose: è la carità che le porta, sempre col sorriso e con la prontezza che le contraddistingue, a muoversi su strade impervie e polverose, spesso a tutte le ore del giorno e della notte. Lo zelo delle giovani religiose di oggi ha una fonte di ispirazione in suor Francis Alayatil, una delle suore che è deceduta di recente, portando con sè un record che l'ha resa nota in tutta la comunità cattolica locale e in tutto il Kerala: è stata la prima donna in assoluto in Kerala a guidare un’ambulanza, conseguendo sia la patente di guida per veicoli di taglia grande, sia il permesso speciale necessario a condurre un mezzo di soccorso.

Suor Francis Alayatil alla guida dell'ambulanza
Suor Francis Alayatil alla guida dell'ambulanza

“Era una scelta necessaria per compiere la sua missione”, ricorda oggi suor Roswinda, la provinciale, persona che ha conosciuto suor Francis Alayatil, morta a 74 anni dopo due anni di grave malattia. “Era una cara consorella che ha infuso tanto entusiasmo nella missione verso gli ultimi e i diseredati, tipica del nostro carisma”, racconta. “Aveva a cuore il servizio ai malati, specialmente ai lebbrosi. Dalla metà degli anni '70 ne avrà assistiti oltre 30mila”, prosegue. “Non si stancava mai, correva da un luogo all’altro, da una clinica a un ospedale, da un centro per disabili a un orfanotrofio”. Animata da quella sollecitudine, decise, da pioniera, di studiare e prendere la patente per guidare l'ambulanza. Sulla sua scia, oggi almeno 130 suore DSS svolgono quel servizio mobile che beneficia soprattutto il territorio della diocesi di Kannur.

Le religiose con gli anziani
Le religiose con gli anziani

“Due anni fa – riferisce commossa la provinciale – suor Francis è stata costretta a fermarsi: è stata colta da un tumore e divorata pian piano dalla malattia. Ma anche questo tempo lo ha vissuto con il sorriso e nella vicinanza a Dio. E' stato un tempo in cui ha percorso un’autostrada verso il cielo, immersa nella preghiera, offrendo la sua sofferenza al Signore, per la salvezza di molti”. “Era una sorella molto amata, soprattutto dai poveri e dai lebbrosi: sono quelli che l’avranno accolta nel Regno dei cieli. Ha dato tutta se stessa, è spirata nella pace, dopo una vita dedicata ai rifiuti umani: è un esempio per tutte noi, soprattutto per le giovani”, ricorda.

Le suore che l’hanno conosciuta raccontano alcuni episodi proverbiali, indicatori del coraggio e dello spirito d’iniziativa di suor Francis. Una volta era in Andra Pradesh (un altro stato indiano) e stava accompagnando in ambulanza dei malati. Era sera e il mezzo venne avvicinato da alcuni loschi figuri, armati ed evidentemente malintenzionati. Suor Francis non si scompose: “Tenetevi forte, disse”. Grazie alla sua abilità alla guida, riuscì a seminarli e a farli desistere. Un’altra volta era andata a prelevare degli orfani da accompagnare in una clinica. All’andata aveva attraversato il ponte su un torrente che, poi, si era ingrossato a causa della pioggia. Il ponte era allagato. Ma quei bambini non potevano aspettare. Suor Francis non si è persa d’animo. Ha tranquillizzato i piccoli e ha pronunciato una preghiera alla Vergine Maria. Poi, con circospezione e viaggiando lentamente, è riuscita a passare il ponte, conducendoli sani e salvi al luogo delle cure necessarie.

L'attenzione ai più piccoli
L'attenzione ai più piccoli

Francis aveva scelto quel nome ispirandosi al santo di Assisi, quando aveva abbracciato la vita religiosa. Da ragazza si chiamava Mary, veniva da una famiglia cattolica, era la seconda di undici figli. In una famiglia numerosa, ognuno si impegnava a contribuire alle necessità comuni ma lei, fin dall’infanzia, aveva un appuntamento fisso: ogni mattina alle 7, prima di scuola, andava in chiesa per la messa. Già da quella pratica si comprendeva la sua chiamata alla consacrazione. Alla decima classe, a circa 15 anni, Francis viene bocciata e per questo teme di non poter realizzare il suo desiderio di unirsi a una congregazione religiosa. Un incontro provvidenziale le cambia la vita: madre Petra la accoglie in una neonata congregazione: “Per fare la volontà di Dio e per aiutare i poveri basta il cuore”, la rassicura. Così Mary diventa suor Francis e inizia felice il suo apostolato con le Ancelle dei poveri. La congregazione è fondata da Petra Moennigmann, una suora orsolina tedesca che, da missionaria in India, dà vita alla prima comunità di otto donne e sceglie il nome “Dina Sevana Sabha” per le consacrate chiamate a seguire Cristo, povero e servo di tutti. Lo spirito della nuova congregazione è tratto dal Vangelo di Matteo: “Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a me”. (Mt 25,40). La patrona è sant'Angela Merici, fondatrice dell'ordine delle Orsoline, con cui si volle mantenere un legame spirituale. Da allora – ricorda l’agenzia Fides – il carisma si è diffuso e oggi 550 suore vivono in 98 conventi sparsi in 50 diocesi, nel territorio di 13 stati dell'India, con una presenza missionaria negli Stati Uniti e in Germania. Oggi, seguendo le orme di Francis, le ragazze hanno più confidenza e prendono la licenza per guidare i mezzi moderni e correre incontro ai poveri e ai sofferenti. “Noi religiose non possiamo restare comode nei nostri conventi. Il nostro carisma è essere accanto ai poveri, ai malati e ai bisognosi”, raccontano.

Suor Francis
Suor Francis

In oltre 150 strutture sociali e assistenziali, le Ancelle dei poveri si dedicano al servizio degli indigenti, soprattutto nelle aree rurali. Sono coinvolte in assistenza sanitaria di base, istruzione primaria, sostegno a disabili ed emarginati. Operano anche per l'emancipazione di ragazze e donne, anche ex detenute o affette da malattie mentali. L’umanità reietta è la loro missione: sono accanto agli orfani e nel contempo presenti in case di accoglienza per anziani malati o abbandonati; gestiscono centri per l'adozione di minori e il supporto a malati di aids. Il loro “esserci” rappresenta un rifugio sicuro, un’oasi di ristoro e di consolazione per le piccole comunità rurali. Per questo nei centri sanitari, le suore infermiere dispensano anche cure palliative e restano accanto ai moribondi. Perché attraverso la prossimità a ogni persona, uomo, donna, bambino, anziano, si manifesta, si accoglie, si lascia fiorire l’amore di Dio.

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21 gennaio 2025, 16:30