El Salvador, lanciata la campagna contro l’estrazione mineraria
Pope
«Sì alla vita, no all’estrazione mineraria». È la campagna lanciata dalla Rete Ecclesiale Ecologica Mesoamericana (Remam), in relazione alla recente approvazione da parte dell’Assemblea legislativa di El Salvador della legge generale sulle miniere metalliche, di cui il presidente Nayib Bukele è stato convinto promotore. Attraverso l’iniziativa della Remam, diverse organizzazioni ecclesiali e sociali, come il “Comité Monseñor Romero”, cercano di mobilitare la popolazione contro quelle attività che considerano una minaccia per la vita, la salute e l’ambiente del Paese.
In un comunicato congiunto, le organizzazioni che compongono la Remam, in linea con le precedenti posizioni assunte dalla Conferenza episcopale salvadoregna, hanno espresso il loro profondo rifiuto, sottolineando come l’approvazione della legge sia avvenuta senza ascoltare le richieste delle comunità e senza considerare il grave impatto ambientale che la nazione centroamericana sta affrontando. La campagna mira a rendere visibile la preoccupazione delle comunità per gli impatti negativi dell’attività mineraria sulle risorse naturali essenziali per la vita, come acqua, fiumi, foreste e terreni. «Siamo preoccupati per la salute delle persone, il benessere delle comunità e la protezione dell’ambiente», afferma la Remam, sottolineando che l’attività mineraria rappresenta una minaccia diretta alla biodiversità e agli ecosistemi del Paese.
Nella dichiarazione, l’organismo esprime anche la propria solidarietà verso le comunità delle aree potenzialmente interessate dall’attività mineraria e chiede il rispetto del loro diritto di decidere sulla protezione dell’ambiente in cui vivono e sul loro stile di vita. «Chiediamo il rispetto dell’integrità delle comunità e della loro libera decisione di proteggere la vita», hanno dichiarato le varie realtà della Remam.
Legge impopolare e dannosa
In un appello all’azione, si chiede al presidente Bukele di riconsiderare il sostegno alla legge, usando i propri poteri costituzionali per chiedere all’Assemblea legislativa di abrogarla. I membri della Remam domandano inoltre ai legislatori stessi tornare sui loro passi, a proposito di una legge che considerano «impopolare e dannosa» per il Paese, soprattutto per le comunità più povere. Infine, esortano il popolo salvadoregno a rafforzare la propria organizzazione e mobilitazione per difendere la vita e le risorse naturali. «È tempo di unirsi e alzare la voce a favore di un El Salvador libero dalle miniere», concludono.
Ambiente e biodiversità
La voce di molte organizzazioni civili si era già levata nei giorni scorsi. Il 5 gennaio, ad esempio, il “Comité Monseñor Romero”, riguardo alla legge aveva espresso forte preoccupazione non solo per le conseguenze negative sull’ambiente e sulla biodiversità, ma anche per uno «sfollamento forzato delle comunità vicine ai giacimenti d’oro», nonché per atti di repressione e malattie croniche derivanti dalle operazioni legate alle attività minerarie.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui