Giubileo, tempo per garantire giustizia sociale e sanare le disuguaglianze
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Il Giubileo generi ricadute positive sulla riduzione delle disuguaglianze nel mondo. È l'appello che arriva dalla Fondazione Magis, opera missionaria della Provincia euro-mediterranea dei Gesuiti (presente in circa 20 Paesi con una cinquantina di progetti in America Latina, Africa, Asia, e da tempo anche in Europa, in Albania), di cui si fa portavoce il presidente Ambrogio Bongiovanni che auspica un tempo opportuno per rimarcare l'urgenza di assicurare giustizia sociale laddove questa è disattesa.
Tempo opportuno per sanare gli squilibri
¡°Nella situazione attuale anche il Giubileo può mettere in evidenza le contraddizioni esistenti nel nostro mondo, nel senso che c¡¯è un Giubileo dei ricchi e un Giubileo dei poveri, di chi può disporre di risorse per viaggiare e di chi invece vive nell¡¯estrema povertà quotidiana¡±, afferma Bongiovanni in un comunicato diffuso dalla Fondazione. Ne emerge che il tema di questo Anno Santo, la speranza, non può essere disgiunto dalla giustizia. "Essere ¡®pellegrini di speranza¡¯ - prosegue - significa che dobbiamo mettere in movimento la giustizia e dunque essere operatori di giustizia e di pace¡±. I conflitti stessi dovrebbero essere fermati per permettere il ritorno della giustizia; in altre parole, evidenzia ancora, ¡°il Giubileo è un tempo opportuno che ci può aiutare a vivere nella consapevolezza dello squilibrio esistente a livello mondiale. E proprio per il suo originale rimando biblico dovrebbe aiutarci a riflettere sul tema della giustizia anche al di là delle sfavillanti proposte turistico-religiose".
Rimettere il debito dei Paesi poveri
Ricordando il documento della Commissione ¡®Iustitia et Pax¡¯ del 1986, Bongiovanni riprende poi il nuovo recente appello di Papa Francesco, contenuto nel , che riguarda la questione della cancellazione del debito estero dei Paesi poveri, "riproposta ad ogni Giubileo ma che a livello internazionale - osserva il presidente - non viene affatto considerata¡±. Invoca dunque la destinazione universale dei beni, perché la terra è donata a tutti da Dio. "Il Giubileo deve riscoprire le radici, appunto bibliche, altrimenti diventa una delle tante occasioni celebrative che però non cambiano la realtà. Questo discorso è strettamente collegato al tema dello sviluppo, perché il debito internazionale è un ostacolo enorme per i Paesi più poveri con delle conseguenze che sono sempre disastrose per l¡¯intera umanitࡱ. Pertanto, ¡°dobbiamo cercare di capire quale sia, su questi Paesi, l¡¯impatto di tutta la dinamica giubilare¡±.
Investire nello sviluppo, non nelle spese militari
Bongiovanni, che è anche direttore del Centro Studi Interreligiosi della Pontifica Università Gregoriana, sottolinea quanto sia ormai saltata oggi finanche una certa "etica della guerra", lasciando posto solo all¡¯orrore devastante "che punta a togliere la dignità, la speranza". Tuttavia, precisa che il Magis è testimone con i suoi progetti di una una spiccata resilienza proprio nei contesti già duramente provati. Questa, alimentata dalla fede, diventa un potenziale per risorgere e sperare in una vita nuova, ed "è ciò che ci fa sentire ¡®pellegrini di speranza¡¯. Non solo noi come operatori, lo vediamo anche nelle persone che vivono queste situazioni¡±. Fame, salute, educazione... sono questioni che in Occidente diamo per scontate o superate. "C¡¯è uno squilibrio nel mondo e il Giubileo dovrebbe far sentire la necessità di ridimensionare questo divario", conclude il presidente del Magis che auspica uno sforzo sinergico tra singoli e istituzioni nel mettere in campo risorse. Quelle stanziate nella cooperazione sono ancora insufficienti, infatti, e al di sotto dell¡¯obiettivo internazionale del 0,7% del Reddito nazionale lordo, fissato dall¡¯Agenda 2030. "E questo purtroppo mentre si continua ad investire in spese militari¡±.
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