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2024.08.31 Istituto Cultura Araba

Dall’Università Cattolica un ponte verso la cultura araba

Venerdì 30 agosto, l’ateneo milanese ha inaugurato l’Istituto di Cultura Araba nato a seguito di un accordo con la Sharjah Book Authority. Da ottobre workshop, iniziative editoriali e dialoghi promuoveranno la conoscenza reciproca e l’interculturalità. Il rettore dell’Ateneo, Elena Beccalli: “Essere sempre più una comunità aperta al mondo”

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Un segno concreto per la reciproca conoscenza dei popoli, uno spazio di dialogo significativo in un’epoca assetata di speranza per una convivenza pacifica, con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale tra mondo arabo e mondo occidentale. Nasce con questa ambizione l’Istituto di Cultura Araba inaugurato ieri, 30 agosto, con una cerimonia nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ne dà notizia l’Ateneo stesso con una nota stampa, nella quale spiega come l’iniziativa sia l’esito di un accordo siglato a luglio con la Sharjah Book Authority, organizzazione degli Emirati Arabi promotrice di iniziative culturali editoriali con cui l’Università collabora da alcuni anni.

Workshop, editoria ed eventi

L’Istituto – diretto dal docente di Lingua e letteratura araba Wael Farouq – sarà attivo già da questo ottobre, con training per gli studenti sulla conoscenza della lingua, workshop dedicati alla scrittura, di culture management e di dialoghi tra figure significative di entrambi i mondi, arabo e occidentale. Ma dedicherà spazio anche all’editoria, traducendo libri arabi importanti e aiutando le case editrici italiane a entrare nel mercato editoriale arabo.

Un nuovo polo educativo e culturale

Il progetto “esprime concretamente la vocazione dell’Ateneo al dialogo e alla costruzione del bene comune”, ha spiegato la rettrice Elena Beccalli durante l’inaugurazione, parlando a proposito del nuovo Istituto di un “polo culturale ed educativo” coerente con una Università sempre più “comunità aperta al mondo”, che già da tempo promuove lo studio della lingua araba anche come fattore di “reciproca conoscenza con la comunità araba locale” e come forma di inclusione per gli studenti italiani di seconda generazione di origine araba “per riconnetterli alle loro radici culturali e linguistiche”.

 

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31 agosto 2024, 14:35