Chiara Amirante: senza preghiera non avrei resistito, non ho paura della morte
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Il contrario dell'autocentrismo e della presunzione di aver ottenuto un risultato mirabile. È Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, un'avventura straordinaria cominciata nel '91 con alcune visite alla stazione termini, tra i 'deserti' di tanti giovani vagabondi senza casa, incapaci di dare un senso alla propria esistenza. Nel '94 il primo nucleo a Trigoria (RM), nel '97 a Piglio, in provincia di Frosinone, sorge una comunità di formazione e di accoglienza che diverrà la sede centrale. E poi è tutto un diffondersi del carisma, anche oltre l'Italia.
Proprio qui, da ieri all'intera giornata di oggi, domenica di Pentecoste, si festeggiano i trent'anni di attività con testimonianze, spiritualità e spettacolo. Insieme a questa donna che difficilmente oscura il suo sorriso con smorfie di tristezza, il cantautore Nek, la conduttrice televisiva Francesca Fialdini, l'imprenditore Matteo Marzotto. Anche rappresentanti istituzionali ed ecclesiastici partecipano a questo anniversario tra cui il cardinale Ouellet e monsignor Spreafico.
Papa Francesco ha voluto indirizzare a questa grande famiglia un videomessaggio in questa speciale circostanza. A Chiara Amirante, nell'intervista a Radio Vaticana - Pope, chiediamo di commentarlo:
Chiara, il soffio dello Spirito ha fruttificato molto...
Siamo nati trent’anni fa con un’esperienza di Pentecoste, al culmine di una settimana passata a meditare la Parola di Dio sullo Spirito Santo con ragazzi che non avevano mai pregato, che non avevano fede, non credevano in Dio, ragazzi di strada. Una esperienza fortissima perché tutti si sono sciolti in lacrime, abbiamo avuto la sensazione che il nostro Padre nei Cieli volesse fondare questa nuova famiglia Nuovi Orizzonti.
Cosa senti tu di aver imparato di più da questa esprienza trentennale?
Ho imparato che quel grido che ho tentato di ascoltare del popolo della notte in cui sono entrata in punta di piedi trent’anni fa purtroppo è fatto di storie sterminate. Io pensavo di trovare persone con quella morte, quell’inferno nell’anima, solo in luoghi estremi, come alla stazione termini di allora. Oggi scopriamo, andando nelle scuole, nei quartieri benestanti, che quello stesso grido di disperazione oggi è presente in tantissimi giovani, nel 90% dei ragazzi che noi incontriamo. Però ho anche imparato che Dio fa miracoli perché Dio è amore. Se la povertà oggi è la morte dell’anima, abbiamo in questi trent’anni contemplato il miracolo della resurrezione in migliaia di giovani. Sono più di 700 mila i cavalieri della luce che testimoniano la gioia del Cristo risorto.
Oggi Papa Francesco ha voluto inviarvi un videomessaggio per farvi gli auguri ricordando quando venne a farvi visita. Dice che nella vostra comunità “il carisma cresce, ma cresce sempre con lo stesso carisma fatto vita”. Perché, a volte c’è il rischio che si annacqui, il carisma. Come accoglie le parole di Francesco?
È stata una grande gioia poter ricevere le sue parole in questo momento di festa. Lo renderanno ancora più festa. Sentiamo di far tesoro di quanto lui ci consegna in questo videomessaggio: la responsabilità di essere fedeli al cuore di questa chiamata e di andare nelle periferie esistenziali come il Papa ci invita nella . Cerchiamo di viverla come 'mission' di Nuovi Orizzonti attenti a quello che lo Spirito suscita, lo Spirito ha sempre una grande fantasia. Sentire il grido di tanti piccoli poveri che si ripete oggi più che mai.
Francesco sottolinea che il carisma vostro va custodito con la preghiera e il coraggio. Vi ritrovate in questi due pilastri?
Assolutamente sì. Senza preghiera credo che non avrei resistito neanche una settimana. Perché quando entri nei tunnel infernali dei fratelli ti fai carico della loro morte, della loro angoscia. Senti una spada che trafigge il cuore e questa spada non ha mai smesso di trafiggere il mio cuore. Quindi la preghiera è l’unica forza che ti rafforza, che ti dà forza, che ti dà pace anche in tanti momenti di prova che arrivano nella vita, soprattutto in una vocazione così. Il coraggio pure è necessario perché fin dai primi giorni di vita abbiamo avuto minacce di morte. Se in generale ci vuole coraggio a vivere il Vangelo con radicalità, in questa vocazione sicuramente è richiesta una dose di coraggio quotidiano e confidiamo sempre nello Spirito Santo perché è lui che riveste di forza la debolezza. Dio ama scegliere chi è debole per confondere i forti. Quindi questo invito alla preghiera e al coraggio lo custodiremo gelosamente.
È un pilastro anche a livello personale per te, in questo momento di prova in cui la salute sta facendo brutti scherzi?
Devo dire che se c’è una cosa di cui non ho mai avuto paura è la morte, anche se la mia salute mi fa scherzi che me la fanno sentire molto vicina, perché grazie al dono della fede la vedo come un dono grande di poter vivere quella vita che da sempre ci attende e di cui è impressa in noi la nostalgia del Cielo. Ovviamente ce la sto mettendo tutta per restare quaggiù perché c’è una famiglia con tanti figli per cui cerco di fare la mia parte. Per quanto riguarda le sindromi e tutti i dolori cronici con cui ogni giorno devo fare i conti, mi ci vuole sì tanta grazia e tanto coraggio e sperimento il sostegno della preghiera. È stato un passaggio delicato lasciare la presidenza ma confidiamo tutti che questa è un’opera di Dio e sarà Lui a guidarci in tutte le nostre debolezze. Sono anni che sto male, una delle parole preferite della Parola di Dio è: quando sono debole sono forte. Più che mai cerchiamo di vivere questa Parola, non solo io, ma tutta la comunità Nuovi Orizzonti.
Come vivi la presenza femminile nella Chiesa?
Io credo che senz’altro abbiamo come modello Maria, a Lei dobbiamo guardare sempre per imparare come vivere la nostra vocazione specifica da portare all’umanità e alla Chiesa. Certamente, dobbiamo fare ancora tanti passi anche nella Chiesa perché, se si è tanto sottolineato il volto petrino della Chiesa, per quello che per Giovanni Paolo II è il carisma mariano della Chiesa siamo indietro. Anche sulla valorizzazione di quello che può essere il contributo proprio che la donna può portare.
Lo spaccio di droga è sempre di grandi proporzioni nel mondo. Come se ne esce?
Purtroppo oggi tutte le dipendenze stanno aumentando tantissimo. C’è tanto malessere e questi precari equilibri che ci caratterizzano come umanità, fra guerre, clima e tanto malessere dal post pandemia, hanno fatto aumentare tanto le dipendenze. Ci vuole un percorso abbastanza impegnativo, noi lo chiamiamo di conoscenza di sé e di guarigione del cuore. Non basta la volontà o le proprie forze per uscirne, sono piovre infernali che ti imprigionano il cuore e quindi c’è bisogno di un percorso serio. Noi lo abbiamo proposto anche online quest’anno e abbiamo raggiunto più di 80 Paesi e più di 40 mila persone hanno cercato di impegnarsi in quella che noi chiamiamo di spiritherapy.
Si tende a definire l’epoca contemporanea un'epoca delle passioni tristi. Sei d’accordo?
Sono d’accordo che oggi tanti giovani sono caratterizzati dalla tristezza – ci illudiamo di trovare la felicità nei beni materiali ma non è quello che può riempire la sete infinita che c’è nel nostro cuore – però, vedo che quando i giovani vedono in qualcuno una gioia credibile allora si lasciano interpellare e sono capaci anche di slanci, di eroismo, di donazione che uno non si aspetterebbe. Ho visto tanti giovani passare da questa comunità, arrivati morti interiormente, e diventare missionari meravigliosi e capaci di spendersi con radicalità per essere d’aiuto ad altri fratelli.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui