Diocesi di Roma, il cammino quaresimale inizia dalla favola di Pinocchio
Marina Tomarro - Città del Vaticano
«C'era una volta... “Un re!” diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno». Comincia così Le avventure di Pinocchio, celebre romanzo di Carlo Collodi, conosciuto in tutto il mondo. Proprio alla celeberrima storia del burattino sarà dedicato il percorso quaresimale “Le avventure di Pinocchio. Ovvero il dramma della libertà”, promosso dalla Diocesi di Roma Cinque appuntamenti a partire da questa sera 21 alle 19 fino al 20 marzo nella basilica di San Giovanni in Laterano, che vedranno protagonista Franco Nembrini, professore e saggista; don Fabio Rosini, che introdurrà le serate; il cardinale Angelo De Donatis, che invece concluderà gli incontri. “La mia riflessione quaresimale su Pinocchio nasce da un testo del compianto cardinale Giacomo Biffi “Contro Maestro Ciliegia – spiega Nembrini a Radio Vaticana-Pope – li scoprii che Pinocchio sotto il velo della fiaba è il racconto del cammino dell’uomo e dell’umanità, così come la tradizione cristiana ce l’ha consegnato, è un tentativo ironico che funziona, incuriosisce e ha tanto da dire”.
Un cammino in salita per tornare dal padre
Tema di questa prima serata sarà “Un burattino meraviglioso” e sarà dedicata alla presentazione dell’opera e alla lettura del capitolo 1. I capitoli dal 2 al 4, sulla fedeltà del Padre, la ribellione dell’uomo, il rifiuto e la fuga da casa, saranno invece al centro della serata del 28 febbraio, intitolata “Ormai è tardi”. Si proseguirà il 6 marzo con “Le trappole lungo il cammino”, con racconto dei famosi episodi del Gatto e la Volpe, il campo dei miracoli, l’osteria del gambero rosso, il Paese dei Balocchi, con il tema sull’uomo che, alla ricerca di se stesso, cade e si confonde. Il 13 marzo sarà la volta de “Il mistero del male”, sull’uomo ridotto a bestia, degradato e per contrasto la fedeltà di Dio che lo riprende attraverso la Fata turchina, cioè la Chiesa. Ultimo appuntamento, infine, il 20 marzo, con “Figli dei propri figli”; al centro ci sarà il ribaltamento dei ruoli che nessuno si aspetta e conosce: il figlio diventa padre, Pinocchio salva Geppetto dalla pancia del Pescecane e diventa un bambino vero. “Partiremo proprio dalla creazione – sottolinea il saggista – per poi arrivare alla scoperta di Pinocchio di essere un figlio, infatti tutta l’avventura del burattino non è altro che una serie di tentativi per tornare alla casa del padre, cosa che riuscirà solo nel grande finale”.
Una favola laica con molti riferimenti cristiani
Pinocchio nella storia nasce come un burattino dispettoso, infatti proprio nella prima scena quella della sua creazione, comincia subito a fare delle monellerie verso Geppetto che lo sta ancora modellando, come rubargli la sua parrucca, per indossarla lui “Pinocchio matura man mano facendo tanti incontri differenti ed esperienze – commenta il professor Nembrini – è un crescendo di emozioni fino ad arrivare al grandioso finale, dove c’è una sorta di inversione dei ruoli e il burattino diventa in qualche modo padre di suo padre che invece tende a cedere al cinismo e alla disperazione e invece sarà proprio lui a fargli coraggio e ad invitarlo a buttarsi di nuovo nell’avventura della vita , che è rappresentata dal mare che li attende” L’autore di questo libro che ha attraversato negli anni generazioni intere di bambini non era credente, eppure il significato di Pinocchio si svela essere profondamente cristiano. “Era un ateo dichiarato – spiega Nembrini – anche se era cresciuto in una famiglia religiosa e aveva frequentato le scuole degli Scolopi a Firenze. Voleva scrivere una favola laica eppure in ogni passo troviamo un significato profondo legato alla nostra fede. C’è il tema della libertà in questo libro che è sentito fortemente. Pinocchio è messo continuamente davanti ad un bivio e deve scegliere, la scelta più importante è quella se tornare al padre o perdersi nelle mille chimere e nelle false promesse di questo mondo. Alla fine arriverà alla consapevolezza delle sue scelte proprio attraverso la libertà di poterlo fare”.
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