Satriano: l'incontro dei cresimandi di Bari con il Papa, un'esperienza coinvolgente
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Oltre 7000 fedeli dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto, in maggioranza cresimandi, catechisti e animatori, sono stati ricevuti in udienza questa mattina, in Aula Paolo VI, da Papa Francesco. Ad accompagnarli l’arcivescovo della diocesi pugliese, monsignor Giuseppe Satriano. “Dio ci ama e ci aspetta sempre”, ha detto il Papa ai giovani, ricordando loro di non dimenticare mai la data del battesimo e di festeggiarla sempre, “come un secondo compleanno”.
Una grande carovana
Sono arrivati a Roma dopo una notte di viaggio con circa 150 pullman. “Pellegrini di Speranza”, come il titolo/slogan dell’evento, un cammino verso le radici della fede cristiana in comunione con il successore dell’apostolo Pietro. Prima dell’udienza, i giovani partecipanti al pellegrinaggio hanno partecipato ad una Messa presieduta da monsignor Satriano e poi si sono recati nella Basilica vaticana, sulla tomba di Pietro, per rinnovare il loro impegno di servire nell’amore il mondo e la Chiesa. In vista della giornata di oggi, il vescovo aveva scritto una lettera ai ragazzi e alle ragazze della sua arcidiocesi, ai loro genitori, catechisti e educatori e ai parroci in cui comunicava la gioia del vicino incontro con Francesco, “un’occasione unica nella quale ricevere direttamente dal Papa la conferma della scelta di essere e vivere come amici, discepoli, testimoni del Signore Gesù”.
Un pellegrinaggio per scoprire la bellezza della Chiesa
“Viviamo giorni difficili e dolorosi – si legge ancora nel testo - che rischiano di spegnere nei nostri cuori la speranza che non esisterà mai un luogo, su questa terra, dove realmente gli esseri umani vivano riconciliati tra loro, come fratelli e sorelle”. L’invito di Gesù è quello di “testimoniare una vita diversa tra gli esseri umani, la vita dei figli di Dio”, e di “camminare insieme mantenendo accesa la fiaccola della speranza, mediante la testimonianza di una vita fraterna”. Alla vigilia, monsignor Satriano ai giovani in procinto di partire ha scritto ancora: “Questo pellegrinaggio è stato sognato e realizzato soprattutto per voi, perché possiate scoprire la bellezza della Chiesa. La sua storia, lunga millenni, oggi è affidata a voi, con i vostri slanci di entusiasmo e le domande di senso, con il fiuto per la ricerca e il coraggio di rialzarsi dopo ogni caduta. Prendete in mano la vostra vita e, insieme a noi, tutti insieme proviamo a fare un passo avanti, verso orizzonti di futuro e di speranza”. Al microfono di Pope-Radio Vaticana, monsignor Giuseppe Satriano parla dell'incontro di oggi con Papa Francesco e del messaggio lasciato ai giovani cresimandi:
Monsignor Satriano, che esperienza è stata quella che avete vissuto stamattina con Papa Francesco?
È stata un'esperienza di Chiesa nel vero senso della parola, per tutti. La gente ha ringraziato per questo momento che ci ha visti intorno al Pontefice, ma che ci ha visti anche insieme in un atteggiamento corale, sentito, desiderato, preparato e anche vissuto con grande cordialità, affetto, trasporto interiore. Un momento di fede arricchito poi dalla gioia che il Papa sa trasmettere con le sue parole.
Francesco ai ragazzi ha detto una frase che ha fatto poi ripetere anche a loro: "Dio ci ama e ci aspetta sempre". Che cosa significa questo messaggio per questi giovani?
Io credo che il Papa, nella sua semplicità, ma anche nella sua profondità, ci abbia richiamato a quello stupore della dignità battesimale che è fatta appunto dell'incontro con Cristo e che ci rende figli amati, che ci rende partecipi di un amore grande, capace di redimere ogni nostra fatica, ogni nostro errore, ogni nostra situazione di lontananza. E in questo amore ci ha invitato a credere, ci ha invitato a sostare, consapevoli che Dio ci attende, che ci attende sempre, in ogni momento della nostra vita. Credo che questo sia stato un messaggio di grande speranza, di grande forza non solo per i nostri ragazzi, ma anche per gli adulti che erano una cornice importante. Oggi c'erano molti genitori, c'erano molti catechisti, tante persone che accompagnano i percorsi pastorali parrocchiali.
Voi avete portato a Roma più di 7000 ragazzi che sono pronti per la Cresima, mentre altri hanno già ricevuto questo sacramento. Ha avuto modo di parlare con loro? Che emozione è stata essere qui di fronte al Papa, che magari alcuni avevano visto solo attraverso la televisione?
Loro erano profondamente emozionati: per essere precisi, erano circa 4500 i nostri ragazzi cresimati e cresimandi, il resto erano adulti. Però questi ragazzi hanno vissuto e hanno trasferito la loro gioia anche agli adulti. I ragazzi mi hanno incontrato in Basilica quando sono arrivati per il momento di omaggio alla tomba di san Pietro. Per questo poter sostare un attimo davanti all'Altare della Confessione mi hanno detto: "Grazie vescovo, grazie perché ci hai fatto incontrare il Papa. Grazie perché è stata una bellissima giornata. Grazie perché siamo felici di stare insieme". Parole semplici, parole vere, autentiche, che dicono come i ragazzi hanno veramente vissuto fino in fondo questo momento così atteso, così desiderato e sognato. Tutti hanno fatto grandi sacrifici perché sono partiti ieri, verso le 23.30, e sono arrivati intorno alle 3.30, e si sono messi in fila perché desideravano essere lì pronti per poter incontrare il Papa. È stato un momento veramente di fede: bello, bello, bello!
Per loro sarà un ricordo che porteranno sicuramente fino al giorno desiderato della Cresima...
Sicuramente, anche perché il saluto con loro in Basilica è stato proprio questo: "ci vediamo alla Cresima" ed è stato un saluto cordiale, semplice e istintivo ma che veramente sgorgava dal loro cuore e molti di loro mi hanno abbracciato. Molti di loro hanno voluto fare il famoso selfie, perché ormai si fa tutto attraverso i selfie, ma è stato veramente qualcosa che hanno vissuto nel profondo del cuore. Ecco, noi auspichiamo che da questa esperienza così bella, così coinvolgente, che ha messo veramente tutti insieme, possano venire fuori dei frutti importanti per le nostre comunità. Anche gli adulti li ho visti molto contenti e motivati. Credo che questa sia per noi una tappa importante e che, soprattutto dopo un'esperienza così disgregante come quella del Covid, ci ha reso possibile ritrovarci anche come Chiesa di Bari-Bitonto, oltre che incontrarci con la Chiesa universale, con Papa Francesco.
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