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Un momento dei lavori del Consiglio permanente della Cei Un momento dei lavori del Consiglio permanente della Cei

La Cei: preoccupati per la corsa al riarmo, necessario educare alla pace

La pace come strumento da opporre alla “cultura del conflitto”, ma anche attenzione al “tempo della Chiesa” con un’evangelizzazione che è soprattutto testimonianza: questi i temi al centro del comunicato finale del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana che si è riunito per la sessione invernale a Roma dal 22 al 24 gennaio

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Essere artigiani di pace: non una frase fatta, ma la vera capacità che deve avere la Chiesa nell’incidere sulla società, aprendo orizzonti di speranza in un tempo di violenze, anche nel linguaggio, e di corsa al riarmo. Questo il filo rosso che ha condotto la riflessione dei vescovi della CEI riuniti a Roma dal 22 al 24 gennaio per la sessione invernale del Consiglio permanente, guidati dal presidente, cardinale Matteo Maria Zuppi. Individuate come urgenza ma anche come responsabilità proprie della Chiesa, la preghiera, l’amicizia e la volontà di educare alla riconciliazione.

Donare speranza all’umanità

Sono concordi, i vescovi, nel sottolineare la necessità di “offrire parole di speranza rispetto alle grandi questioni che interrogano l’umanità e di indicare modalità concrete per la costruzione del bene comune”. Si pone l’accento anche sulla presenza della Chiesa caratterizzata da debolezza, che in realtà è la sua forza: “Essere deboli non vuol dire essere irrilevanti – spiegano nel comunicato – ma porsi con mitezza, in modo antitetico rispetto alla cultura dominante della potenza e della sopraffazione”. A questo proposito il cardinale Zuppi ha definito il “tempo della Chiesa”, tempo di un’evangelizzazione che è testimonianza e impegno affinché “il Vangelo che è la Buona Notizia possa essere comunicato in modo efficiente a tutti”. Preoccupazione, invece, è stata espressa dai presuli per il dilagare della cultura del conflitto che si concretizza nel ricorso al linguaggio violento e nella corsa al riarmo della società: “È invece quantomai necessario educare alla pace – scrivono i vescovi – proponendo percorsi formativi e alternative valide, specialmente alle nuove generazioni, spesso destinatarie di un’attenzione marginale”.

Insegnamento della religione e catechismo

Nel loro comunicato, i vescovi hanno salutato, quindi, con favore l’intesa raggiunta il 9 gennaio scorso con il Ministero dell’Istruzione in vista del concorso per gli insegnanti di religione nelle scuole, evidenziando come “da una parte questo traguardo valorizzi quanti operano nella scuola e dall’altra parte apra una riflessione sulle modalità per coinvolgere quanti, invece, scelgono di non avvalersi di questo insegnamento”. Per quanto riguarda il catechismo nelle parrocchie, il Consiglio permanente ha condiviso la proposta di una versione italiana del rito di istituzione dei catechisti che sarà presentata all’assemblea di maggio per l’approvazione definitiva. Il testo – fanno sapere – è frutto di un’interlocuzione con il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti della Santa Sede. Preparata, inoltre, la traduzione in italiano del rito liturgico previsto dal Pontificale Romano, che tiene conto delle indicazioni Cei in merito agli adattamenti degli altri libri liturgici per le Chiese che sono in Italia.

Il Sinodo nella fase sapienziale

Sarà la fase sapienziale del Cammino sinodale della Chiesa il tema principale della 79.ma Assemblea generale dei vescovi italiani che si terrà dal 20 al 23 maggio prossimi: “L’occasione per accogliere la restituzione proveniente dalle Chiese locali attraverso il lavoro delle commissioni sinodali”, si legge nel comunicato in cui i vescovi ricordano i temi indicati come prioritari nella Linee guida del 2023, missione, formazione, comunicazione, corresponsabilità e strutture. Previste, inoltre, due assemblee sinodali le cui modalità di lavoro saranno definite in seguito: dal 15 al 17 novembre e dal 31 marzo al 4 aprile 2025.

Prepararsi al Giubileo attraverso la preghiera

Raccogliendo l’invito di Papa Francesco che ha deciso di dedicare il 2024 proprio alla preghiera, i vescovi, cui è stato presentato il calendario degli appuntamenti del Giubileo predisposti dalla Santa Sede, hanno ribadito l’importanza di organizzare iniziative di preghiera nelle diocesi, che vedano protagonista il popolo di Dio. Ribadita, per quanto riguarda gli eventi di preparazione al Giubileo, l’importanza dei delegati diocesani che hanno il compito di interfacciarsi con il Dicastero per l’Evangelizzazione per tutto ciò che riguarda organizzazione e promozione degli eventi locali e dei pellegrinaggi giubilari.

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24 gennaio 2024, 15:37