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Un albero di Natale costruito con proiettili di artiglieria usati a Kyiv Un albero di Natale costruito con proiettili di artiglieria usati a Kyiv 

Shevchuk: gli ucraini sono esausti per una guerra che non ha fine

L'arcivescovo maggiore di Kyiv ha incontrato a Leopoli una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il timore, afferma, è che il mondo si scordi della guerra in Ucraina, mentre ci si prepara ad affrontare il secondo inverno senza elettricità e riscaldamento: "Sebbene l'odio sia una reazione normale di fronte all'aggressione che stiamo subendo, cedere ad esso significa lasciarlo vincere"

Michele Raviart - Città del Vaticano

"Gli ucraini si sentono molto, molto stanchi. La gente è esausta, perché non c'è alcun segno che il conflitto stia per finire. La popolazione è terribilmente traumatizzata dalla guerra e la domanda chiave è come affronteremo questo trauma. Il futuro del Paese è legato a questo”. Ad affermarlo è Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv, che lo scorso 6 dicembre, giorno di San Nicola, ha incontrato a Leopoli una delegazione della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.


Solo l'amore ci può aiutare a superare la disperazione

“Circa l'80% della popolazione è stata colpita da questa guerra”, spiega Shevchuk, “alcuni sono feriti fisicamente, ma soprattutto sono feriti nell'anima. E poi c'è il trauma psicologico, di cui sono testimone in prima persona. Ogni volta che viaggio, non riesco a dormire per diverse notti, mentre il mio cervello si abitua ai suoni che mi circondano”. "La guerra che stiamo vivendo in Ucraina non è più una guerra aperta o un attacco diretto”, ha sottolineato, “ma una guerra di logoramento”. “Come possiamo evitare di crollare per la stanchezza?”, si domanda l'arcivescovo maggiore, “solo l'amore autentico non si stanca mai della lotta, i valori autentici sono ciò che ci aiuterà a superare la disperazione".

La paura di essere dimenticati

Due sono le principali preoccupazioni dell’arcivescovo maggiore, si legge nel comunicato di ACS. La primo è quella dell’inverno. Per il secondo anno consecutivo, infatti,la rete elettrica è fortemente danneggiata. Lo scorso anno circa il 60% delle infrastrutture elettriche era distrutto e adesso si stima che il 75% degli ucraini dipenderà dai generatori elettrici per potersi riscaldare. L’altro timore è che il mondo si dimentichi di questa guerra, circostanza che potrebbe far crollare il flusso degli aiuti umanitari lasciando la popolazione in una situazione di estremo bisogno.

Un Paese spezzato

In questo contesto “le parole di speranza sono essenziali una nazione devastata dalla guerra”, ha spiegato Shevchuk. “Oggi c'è una linea di demarcazione, che dipende dall'esperienza che si ha avuto della guerra", ha aggiunto. "C'è una frattura tra chi ha lasciato il Paese e chi è rimasto, tra i mariti che hanno prestato servizio al fronte e le loro mogli evacuate, e tra chi ha vissuto la guerra nell'ovest dell'Ucraina e chi nell'est". Per questo è importante lavorare insieme per superare queste differenze e costruire una nuova società basata sul rispetto e sulla tolleranza: "I sentimenti di abbandono e di risentimento verso gli altri sono anche armi sociologiche di guerra. È facile cercare un capro espiatorio, qualcuno a cui dare la colpa di tutto", ha detto.

Mai schiavi dell'odio

Il capo della Chiesa greco-cattolica ha poi lanciato un appello alla riconciliazione e al perdono come parte del processo di superamento dei traumi. Pur riconoscendo che il perdono può essere difficile, ha sottolineato l'importanza di non lasciare che l'odio si impossessi dei cuori delle persone. "Quando la paura e l'odio prendono il sopravvento sulle nostre decisioni, ne diventiamo schiavi. Sebbene l'odio sia una reazione normale di fronte all'aggressione che stiamo subendo, cedere ad esso significa lasciarlo vincere nel mio cuore”.

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19 dicembre 2023, 13:15