Zuppi: Il lavoro sociale della Chiesa è costruire la pace e difenderla
Michele Raviart - Verona
La dottrina sociale della Chiesa è il rapporto “tra la vita e la celebrazione eucaristica. Tra spirituale e materiale. Tra l’amore di Dio e l’amore per il prossimo”. A sottolinearlo è il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana nella Messa conclusiva della XIII edizione del Festival della Dottrina Sociale di Verona, celebrata nel duomo della città veneta. “La Chiesa e quindi i cristiani vivono nel mondo”, ha affermato il cardinale durante l’omelia, e il Vangelo, pur non dando tutte le soluzioni, “ci insegna a trovare una risposta a tutti i problemi, perché ci insegna ad amare tutti”.
Ogni uomo ha una responsabilità sociale
L’amore per il prossimo, insegna la Chiesa, deve essere una preoccupazione per chiunque abbia una responsabilità sociale. “Tutti ne abbiamo perché ogni uomo è socievole e nessun uomo è un’isola - sottolinea Zuppi -, perché un uomo affamato non è una grana da affrontare, ma un fratello da aiutare”. Da questo nasce l’impegno per la pace e il lavoro sociale della Chiesa è costruirla e difenderla. In questo senso, l’auspicio del vescovo Domenico Pompili: l’obiettivo è di fare di Verona “una capitale della pace”, grazie all’evoluzione di una manifestazione come il festival e un evento come la visita di Papa Francesco nella città il prossimo 18 maggio.
Educare a scegliere per poter essere liberi
“Socialmente utili” è stato il tema dell’edizione di quest’anno e lo stesso cardinale Zuppi ne aveva spiegato il significato in un videomessaggio trasmesso ieri durante l’incontro “Educare per scegliere”. “Il tema che avete scelto - ha sottolineato il cardinale - è importantissimo, in assoluto, ed è ancora più importante in questa stagione che stiamo vivendo”. “Perché educare - ha spiegato - significa aiutare a scegliere, dare gli strumenti della scelta. Ed è questo il senso vero e profondo dell’educazione che non è mai ammaestrare qualcuno ma dare la capacità a tutti di capire, di saper scegliere non secondo la propria epidermide ma secondo la propria conoscenza e anche, quindi, la propria intelligenza”.
Stizzoli: straordinario il contributo dei giovani
“È stata un’edizione molto buona”, sottolinea a Pope Alberto Stizzoli, presidente della Fondazione Segni Nuovi, organizzatrice del festival. Possiamo fare un bilancio numerico. Abbiamo avuto circa 1700 presenze ogni giorno, abbiamo fatto 14 panel, circa 80 i relatori. Ci sono stati centinaia di volontari che hanno lavorato per il festival. Questo è un dato certamente positivo. Il bilancio che a me piace più fare, più che quello numerico è però quello qualitativo. La cosa che mi piace di più è stata la presenza importante dei giovani. Questo tipo di presenza così vera e importante anche numericamente mi ha sorpreso. Appuntamento quindi al 2024, quando la prossima edizione del festival sarà anticipata ad ottobre e si svolgerà nel centro di Verona invece che nei padiglioni della Fiera. L’obiettivo, conclude Stizzoli, “è quello di coinvolgere quanto più possibile la popolazione della città”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui