"Pace in Ucraina", in tutto il Paese si prega assieme a Papa Francesco
Svitlana Dukhovych – Città del Vaticano
“L'appello di Papa Francesco di dedicare il giorno di 27 ottobre alla preghiera, digiuno e penitenza per la pace nel mondo è molto importante per noi in Ucraina". Sono le parole che il vescovo Vasyl Tuchapets, esarca di Kharkiv della Chiesa greco-cattolico ucraina (CGCU), condivide con la Radio Vaticana - Pope per l'iniziativa voluta da Papa Francesco in questo momento di tensioni mondiali. "La guerra su vasta scala dura da più di un anno e mezzo e qui ogni giorno le persone vivono nel pericolo di morte. Questo incide anche sullo stato d’animo delle persone. Loro desiderano la pace e molte volte chiedono anche a me quando finirà la guerra”, dice il vescovo. E sottolinea che anche i bambini durante diversi incontri di preghiera sempre chiedono a Dio la pace, la fine della guerra e pregano anche per i loro padri: che ritornino presto dal fronte.
Preghiere in tutto il Paese
L’iniziativa del Papa è stata sostenuta dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk. Nel suo videomessaggio del 22 ottobre l’arcivescovo maggiore ha chiesto tutti i fedeli greco-cattolici di aderire alla Giorno di preghiera per la pace: “Uniamoci alla Chiesa universale in preghiera davanti al volto di Dio e invochiamo la pace”. Il venerdì in ogni chiesa greco-cattolica si celebrerà la Divina Liturgia per la pace. Alle 19, ora di Kyiv (18 ora di Roma) chi avrà la possibilità, seguirà la trasmissione (con la traduzione in ucraino) della preghiera presieduta da Papa Francesco nella basilica di San Pietro. La trasmissione sarà messa in onda da Zhyve.tv, la web TV del Dipartimento per la comunicazione della CGCU. In seguito la stessa TV trasmetterà online la consueta preghiera di rosario, alla quale ogni giorno aderiscono migliaia di fedeli.
Settimane tragiche
L’esarca di Kharkiv afferma che sia la città, sia tutta la regione, la quale confina con la Russia, subisce continui attacchi da parte dell’esercito russo. “Le ultime settimane sono state particolarmente tragiche per noi, – aggiunge, – perché sono stati bombardati obiettivi civili: nell’attacco ad un locale nel villaggio di Hroza (5 ottobre) sono state uccise sessanta persone, e pochi giorni fa è stato colpito un ufficio postale a Kharkiv dove hanno perso la vita sei persone e sedici sono rimaste ferite. Tutti erano civili che stavano semplicemente lavorando. Quindi, la gente soffre, muoiono i civili, e questa situazione di costante pericolo crea tanta incertezza. Ma nonostante tutto questo, le persone rimangono unite e cercano di aiutarsi a vicenda”.
Il vescovo ha aggiunto che molte persone provenienti dalle città e dai villaggi di confine, si stanno trasferendo a Kharkiv che è un po’ più sicuro. Qui vengono sistemati nei dormitori messi a disposizione dal comune e hanno bisogno delle cose di base: del cibo, dei vestiti caldi, delle coperte calde e medicine. Tanta gente viene a chiedere sostegno anche presso la cattedrale greco-cattolica di San Nicola a Kharchiv. “Stiamo lavorando per trovare gli aiuti umanitari per sostenere il più possibile le persone, anche se ultimamente non è facile – dice monsignor Tuchapets – soprattutto ora, quando arriva il freddo, per aiutarli a sopravvivere all'inverno”.
Monsignor Skomarovskyj: ricordare la gratitudine del popolo ucraino
“Per noi questa iniziativa di preghiera è un'espressione della grande solidarietà della Chiesa cattolica, e non solo della Chiesa cattolica, perché il Papa ha invitato anche altre confessioni e religioni ad unirsi a questa supplica per la pace", dice il vescovo di Lutsk dei latini e presidente della Conferenza dei vescovi latini dell’Ucraina, Vitalij Skomarovskyj. "Nelle nostre parrocchie ci saranno preghiere penitenziali per la pace nel mondo e abbiamo anche incoraggiato tutti, per quanto è possibile, ad osservare digiuno in questo giorno perché il digiuno con la preghiera è una forma di supplica particolarmente potente”.
Monsignor Skomarovskyj afferma che per il popolo ucraino che è vittima di un’aggressione, è molto importante capire che non è solo in questa situazione. La guerrà è una sfida molto difficile ed è difficile anche mantenere viva la speranza. “Però, d'altra parte, – afferma, – non si può nemmeno vivere senza speranza, perché se la perdiamo, tutto perde senso. Quindi manteniamo la speranza che Dio ci aiuti a superare questo momento difficile”.
“Tutto ciò che stiamo vivendo ora, l’orrore della guerra, – aggiunge il vescovo di Lutsk – è in realtà così terribile anche perché tocca, soprattutto, la gente comune, povera, che viveva normalmente in famiglia e conduceva una vita normale, e ora i nostri ragazzi muoiono al fronte, le donne diventano vedove, i bambini diventano orfani. Questa è una guerra terribile, che non fa discriminazioni: ci sono tantissime vittime civili, compresi i bambini. Sono quindi molto grato a tutte le persone che magari vengono a sapere di noi solo dai telegiornali, ma vogliono essere con noi, vogliono aiutarci, e noi ne siamo molto, molto grati. Vi prego di ricordare anche la gratitudine del popolo ucraino a tutte le persone che ci aiutano”.
Suor Anastasia: mi unisco alla preghiera delle persone di buona che si ricordano di noi
La gratitudine per la preghiera e il sostegno arriva anche da Odessa. La esprime suor Anastasia Zabrotska della Congregazione delle suore Ancelle di Maria Immacolata che svolge il suo servizio presso la cattedrale di San Andrea dell’Esarcato greco-cattolico di Odessa. Suor Anastasia racconta che, in risposta all'appello di Padre Francesco e di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, l’esarcato organizza diverse iniziative. “La cattedrale rimarrà aperta tutto il giorno così la gente può venire e pregare in silenzio davanti al Santissimo e anche avrà la possibilità di parlare con il sacerdote o anche confessarsi", dice lei. "La sera alle 18 ci sarà la Santa Messa con le preghiere per la pace durante le ektenie, dopodiché nella cattedrale facciamo ora di preghiera di Santo Rosario e di Preghiera di Gesù”.
Suor Anastasia si è trasferita ad Odessa solo due mesi fa. “Quando sento suonare l'allarme antiaereo – racconta – mi rendo conto che si tratta di un pericolo reale, di una possibilità che un missile possa arrivare non tra mezz'ora o 45 minuti, ma molto più veloce tra 10-15 minuti perché anche noi qui in realtà siamo in prima linea anche se passa nel mare. Spesso le sirene suonano nel cuore della notte e talvolta mi alzo dal letto mezza addormentata e vado in un luogo sicuro. Allora chiedo a Dio, attraverso le preghiere di tutte le persone che pregano per noi nel mondo intero, che Signore dia la forza, che illumini le mani dei nostri militari, che anche sono svegli insieme a noi, affinché abbattino i missili e i droni che arrivano, e che il Signore preservi e protegga la vita di tutte le persone ucraine e di quelle in tutto il mondo, perché proprio Egli stesso ha donato la vita".
"Mi unisco alla preghiera di tutte le persone di buona volontà che ricordano che in Ucraina c'è una guerra in corso 24 su 24, 7 giorni su 7", aggiunge la religiosa. "Muoiono persone, muoiono bambini, scienziati, artisti, musicisti, anche chirurghi, muoiono anche futuri studiosi, futuri ricercatori, religiosi, e anche futuri padri e madri solo perché in questo momento storico sono nati in Ucraina. Sono grata ai cristiani, alle persone di fede, ai rappresentanti di diverse denominazioni e religione, che pregano per noi e chiedono pace dal Cielo per l'Ucraina”.
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