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L'edificio adiacente a San Porfirio colpito dal bombardamento L'edificio adiacente a San Porfirio colpito dal bombardamento

Gaza, raid sulla chiesa greco-ortodossa. Il Patriarcato: è un crimine di guerra

Sarebbero almeno 16 le vittime secondo Aiuto alla Chiesa che soffre. Israele ammette il raid e parla di “incidente in fase di verifica”. Il Consiglio ecumenico delle Chiese: tutti i poteri lavorino per una pace giusta

Francesca Sabatinelli e Delphine Allaire - Città del Vaticano

Colpire le chiese e le loro istituzioni, così come i rifugi da loro forniti per proteggere dagli attacchi aerei civili innocenti, in particolare donne e bambini, è “un crimine di guerra che non può essere ignorato”. La condanna per il raid che ha colpito a Gaza uno degli edifici all’interno del complesso della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio arriva dal Patriarcato ortodosso di Gerusalemme, mentre l'esercito israeliano avrebbe ammesso di aver danneggiato una chiesa in un raid aereo compiuto ieri sulla Striscia di Gaza. "In seguito all'attacco dell'Idf - sono state le parole di un portavoce militare - il muro di una chiesa nella zona è stato danneggiato. Siamo consapevoli che ci sono segnalazioni di vittime e l'incidente è in fase di verifica", aggiungendo anche che "Hamas si posiziona intenzionalmente in aree popolate da civili e utilizza i residenti della Striscia di Gaza come scudi umani”. Le forze di difes israeliane, in un comunicato, dichiarano che "la chiesa non era obiettivo dell'attacco".

Il Patriarcato continuerà nel sostegno e riparo

A fornire un bilancio parziale del raid è la Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre, che parla di 16 cristiani uccisi e di altri 15 rimasti sotto le macerie dell’edificio colpito. Sempre secondo Acs, dall’inizio del conflitto, nella chiesa avrebbero trovato rifugio circa 400 persone, soprattutto cristiani. Tra le vittime vi sarebbero diversi giovani cristiani che stavano partecipando al "Progetto di creazione di lavoro" gestito dal Patriarcato latino di Gerusalemme. Nonostante "l'evidente presa di mira delle infrastrutture e dei rifugi del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme e di altre chiese", il Patriarcato si dice determinato ad adempiere al suo dovere religioso e morale "fornendo assistenza, sostegno e riparo”, sottolineando anche che “non abbandonerà il suo dovere religioso e umanitario, che deriva dai suoi valori cristiani, per provvedere a tutte le necessità in tempo di guerra e in tempo di pace”.

Il Wcc, si lavori per una pace giusta

Una condanna arriva anche dal Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), che definisce l’attacco “irragionevole”. In una nota, il Wcc invita la comunità mondiale a “rafforzare la protezione a Gaza dei santuari divenuti luogo di rifugio, inclusi ospedali, scuole e luoghi di culto”. “Le nostre preghiere - scrive Jerry Pillay, segretario generale del Wcc - vanno per la guarigione di tutti i feriti, insieme alle nostre condoglianze al Patriarca Teofilo II e a tutti i nostri fratelli e sorelle greco-ortodossi in Cristo”. Pillay sottolinea inoltre la necessità che il Patriarcato “non si faccia scoraggiare dalle circostanze attuali e continui a offrire sostegno, assistenza e ministero a tutte le persone che soffrono gli effetti disastrosi della guerra e della violenza”. La preghiera è poi che “tutti i poteri esistenti lavorino per la cessazione immediata dei continui attacchi contro civili innocenti e, soprattutto, per il dialogo per una pace giusta in Palestina e Israele”.

La chiesa di San Porfirio

La chiesa greco-ortodossa di San Porfirio di Gaza è la più antica chiesa ancora in uso nella città, essendo stata consacrata nel 1150 e ospita la tomba di Porfirio di Gaza (347-420), eremita e vescovo di Gaza nel V secolo.

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20 ottobre 2023, 14:25