Bambini ucraini accolti da alcune diocesi marchigiane per una vacanza estiva
Sofiya Ruda - Città del Vaticano
Quarantadue bambini ucraini, insieme ai loro accompagnatori – per un totale di 80 persone – provenienti dalle città di Nikopol e Kryviy Rih nel Dnipropetrovsk, trascorreranno queste ultime settimane di agosto nelle diocesi di Senigallia, Ascoli Piceno e Macerata, grazie alla disponibilità delle Caritas e delle comunità locali. Il soggiorno è sostenuto dalla nunziatura apostolica in Ucraina e dalla Conferenza episcopale italiana ed è un ulteriore segno della solidarietà di quest'ultima alla comunità ucraina colpita dalla guerra.
Momenti di svago per i bambini ucraini
“Questa iniziativa è stata voluta dalla Cei e diretta dal cardinale Zuppi. Tramite la delegazione Caritas Marche, c’è stata la richiesta di accogliere ragazzi provenienti dall’Ucraina”, spiega a Radio Vaticana – Pope Giovanni Bomprezzi, direttore generale della Fondazione Caritas Senigallia. “Abbiamo subito dato la nostra disponibilità per accogliere giovani e – racconta – ci è piaciuto molto il senso: dare la possibilità di vivere un momento di vacanza e spensieratezza, a loro che hanno visto le cose peggiori e che stanno vivendo una situazione veramente drammatica”.
L’aiuto delle Caritas alla comunità ucraina
“Noi, qui a Senigallia, avevamo già accolto un bel gruppo di cinquanta persone - ricorda il direttore generale -. In questo periodo di emergenze ci stiamo organizzando sempre al meglio per poter essere accoglienti nei confronti di quanti soffrono molto e vivono in un territorio veramente preoccupante”. Bomprezzi tiene molto a sottolineare l’aiuto prezioso di tanti volontari che si mettono in moto immediatamente. “Anche pochi giorni fa, che è stato Ferragosto, molti si sono messi a disposizione tutta la giornata per star vicino a questi ragazzi ed essere accoglienti nel vero senso della parola”. Nella festa dell’Assunta, rimarca il direttore Caritas, il momento più bello è stato il pranzo con il vescovo, monsignor Manetti, insieme a tutti i volontari, “come una grande famiglia nel vero senso di una Chiesa accogliente”.
L’importanza dei gesti semplici
Giovanni Bomprezzi sottolinea, poi, l’importante finalità dell’iniziativa, ovvero l’accoglienza: “Essere vicini l’uno all’altro, in un territorio in cui appena un anno fa abbiamo avuto l’alluvione. Per noi significa essere sempre attenti e pronti a dare una mano e a offrire una vicinanza concreta a chi soffre”, prosegue. “Il dramma della guerra non può lasciarci indifferenti. Accogliere questi bambini e vedere nei loro occhi la sofferenza, ma anche la bellezza di vivere un momento di serenità e di spensieratezza – conclude –, ci fa scoprire l’importanza dei gesti semplici”.
La felicità di vedere il mare
Beatrice Galli, operatrice della Fondazione Caritas Senigallia, descrive l’esperienza dell’incontro con i ragazzi. “Abbiamo accolto ventidue minori con dodici accompagnatori adulti, per la maggior parte mamme alle quali i bambini sono affidati, essendo molti orfani”. Il gruppo, aggiunge, è arrivato sabato 12 agosto a Jesi, dopo aver fatto un viaggio molto lungo dall’Ucraina di trentatré ore, con diverse soste alla frontiera. La domenica, invece, hanno raggiunto Senigallia. “Erano molto stanchi e provati, ma anche contenti perché hanno capito subito di essere di fronte al mare”. I bambini, che hanno più o meno dai sette ai quindici anni, torneranno in Ucraina tra il 28 e il 29 agosto, spiega l’operatrice, perché in quei giorni riprendono le attività scolastiche nel loro Paese.
Una vicinanza continua
Il gruppo ora a Senigallia proviene dalla regione di Zaporizhzhia, una zona costantemente bombardata e colpita dalla guerra in corso. Gli operatori della Caritas cercano in tutti i modi di rendere felici i bambini offrendo loro ore di svago. “Quando ci troviamo al mare oppure facciamo altre attività, i ragazzi sono molto spensierati. Chiaramente, però, ci sono anche dei momenti in cui li vediamo tristi e isolati, allora, in quei casi, cerchiamo di coinvolgerli in qualche gioco e di fare qualcosa tutti insieme”. Beatrice Galli spiega che durante il giorno, principalmente, i bambini, insieme alle mamme, trascorrono il loro tempo in spiaggia. “Nei prossimi giorni abbiamo organizzato diverse gite per tutto il gruppo, sia per quelli che sono con noi, qui a Senigallia, sia per i ragazzi che sono ad Ascoli. La sera, invece, essendo vicini anche al centro storico - continua l’operatrice - li facciamo partecipare ad alcune attività. Siamo stati, ad esempio, ad una serata di animazione in cui i bambini hanno ballato, ieri, invece, siamo andati a vedere uno spettacolo di magia”.
Una vita stravolta dalla guerra
L’operatrice Caritas confida che per lei passare del tempo con i bambini e con le loro mamme è un’occasione di grande arricchimento. A volte, alcune donne parlano del conflitto che sta dilaniando l'Ucraina. “Ascoltando i loro racconti, penso ad una vita stravolta di colpo a due passi da qui. Nell'esistenza di questi bambini purtroppo la guerra è diventata quotidianità”, osserva. “La cosa che più mi ha stupito e che mi fa paura è che i ragazzi sono ormai abituati a pensare che quella sia la normalità. Dovrebbero, invece, vivere le esperienze della loro età, non caratterizzate dalla paura, dall’angoscia, dalla preoccupazione e dalle immagini cui hanno assistito. Mi sorprende quanto tutto, in un attimo, possa cambiare e – conclude – possa stravolgere la quotidianità anche di bambini piccoli come loro”.
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