Perdonanza di Bibione, Stella: "Non smarrirsi nelle idee del mondo prive di verità"
Pope
“Non lasciamoci sballottare e smarrire dalle idee del mondo, spesso superficiali e egoiste, ma scarse di verità e di amore. Restiamo tutti ancorati saldamente nell’amore misericordioso di Dio, perché alla fine, solo l’Amore resta, e vincerà”. Questo l’invito del cardinale Beniamino Stella, prefetto emerito della Congregazione per il Clero, ai fedeli riuniti a Bibione, sul litorale della Diocesi di Concordia-Pordenone, per il rito di apertura della Porta Santa che ha inaugurato la sera del 2 agosto la Perdonanza bibionese.
Varcare la Porta Santa
Per primo il cardinale ha attraversato la Porta Santa, seguito da una grande folla di fedeli e visitatori provenienti dall’Italia e da vari altri Paesi d’Europa, e successivamente ha presieduto la Messa votiva della Divina Misericordia. Nella sua omelia, Stella si è rivolto in particolare a tutti i volontari impegnati per la pastorale del turismo: “I miei confratelli cardinali che già sono stati qui negli anni scorsi mi hanno detto che siete una splendida squadra: siate sempre entusiasti di quello che fate, continuate a farlo con impegno, passione e gioia, e il Signore stesso vi ricompenserà”. Uguale gratitudine il cardinale l’ha espressa per gli imprenditori che accompagnano le iniziative della comunità parrocchiale: “Avete colto che il turista oggi non cerca solo divertimento e relax, ma uno spazio di riposo e di ristoro, che gli permetta di tornare a casa rinfrancato, non solo nel corpo ma anche nello spirito”, ha detto il cardinale.
Trovare in Cristo la speranza
È proprio questo ristoro dello spirito insieme alla gioia a muovere i pellegrini a varcare la Porta Santa: “Trovare in Gesù speranza e consolazione; sentirsi coinvolti dall'abbraccio del Padre che accoglie il figliol prodigo che torna a casa”, ha affermato il cardinale Stella. “Gesù è la Porta attraverso la quale siamo invitati ad entrare per trovare salvezza: e Gesù non sta fermo sulla soglia” ma “viene a cercarci sui crocicchi delle strade, li dove magari ci siamo nascosti per timore o per vergogna. Ci raggiunge li dove siamo, pur di renderci partecipi della salvezza”. “È bello sapere di essere amati e perdonati, ma è ancor più bello poter fare esperienza interiore, quasi sensibile, di questa Misericordia”. Vivere insieme questa esperienza, secondo il prefetto emerito del Clero, “ci fa crescere come Comunità; guarisce le ferite che la fraternità umana e cristiana porta fatalmente con sé e ci aiuta a camminare insieme, come Fratelli e Sorelle che siamo tutti”. Tutto va condiviso, soprattutto la gioia dell’essere amati e perdonati: “Non possiamo trattenerla per noi, perché sarebbe come un seme trattenuto tra le mani: non porterà mai frutto. Il dono che abbiamo ricevuto chiede di trasformarsi in parole e gesti di vita, cioé di carità, di benevolenza e di condivisione, di perdono, di giustizia”.
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