Operazione Pane: sostegno ai giovani, troppi bussano alle nostre mense
Beatrice D’Ascenzi e Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Offrire una mano tesa verso una richiesta d’aiuto crescente. In occasione della Giornata Mondiale della Famiglia che si celebra il prossimo 15 maggio, Operazione Pane - la Campagna dell’Antoniano che sostiene le mense francescane - ha diffuso i dati relativi all‘incremento degli aiuti alimentari destinati alle famiglie. I numeri parlano di un aumento del 135% rispetto al 2019 e del 18% rispetto al 2021. La rete, composta da 18 strutture in tutta Italia, è arrivata a distribuire ogni mese oltre 4.400 ceste alimentari, per una media di 143 al giorno. “Sta a significare che siamo in un momento molto difficile e complicato” raccont il direttore dell'Antoniano, fra Giampaolo Cavalli a Pope. “Le risorse delle famiglie sono diminuite, il costo della vita è molto aumentato. Ci sono dei gruppi di persone che vivevano già, anche nel 2019, in una situazione non agiata e per loro in un momento come questo dove inflazione, costo della vita, e lavoro hanno cambiato dimensione tutto diventa molto molto più difficile”.
Non solo aiuti alimentari
Le famiglie che si rivolgono ad Operazione Pane non chiedono solo un sostegno alimentare ma sempre più spesso, anche economico per far fronte a molte spese, dalle bollette, alle spese mediche. “Questo certamente denota una situazione molto faticosa e una risposta ancora insufficiente delle istituzioni di fronte ai bisogni crescenti”, spiega fra Giampaolo. “Certamente penso che le istituzioni debbano e possano fare molto di più nella cura e nel sostegno, soprattutto nell’aiutare i giovani a trovare un lavoro dignitoso che permetta loro di permettersi una vita dignitosa”.
Il dato che colpisce di più e quello che riguarda i minori: Operazione Pane, nel 2022, è stata in grado di aiutare circa 1.500 bambini che, crescendo in contesti di povertà, riscontrano difficoltà maggiori nell’ottenere buoni voti a scuola e godere di buona salute, rischiando più degli altri di diventare a loro volta adulti sotto la soglia di povertà. “Purtroppo si crea questa situazione di ingiustizia in cui ci sono persone che accedono facilmente e a tutti i servizi – racconta il direttore - e c'è un gruppo di persone che appartengono a un livello sociale basso, che non possono permettersi neppure le cose più necessarie. Tra queste penso all'istruzione, ad avere spazi di socialità che siano adeguati e che aiutino a guardare con fiducia verso il futuro e non essere solamente preoccupati di garantirsi il necessario giorno per giorno”.
Il volto dei nuovi poveri
A rivolgersi a Operazione Pane, continua Cavalli, “non sono solo persone che vivono in strada. Accanto ad anziani che hanno bisogno, ci sono anche giovani che qualche anno fa, non vedevo e che prima della pandemia non venivano a cercare sostegno, a rivolgersi a noi per trovare nella mensa lo spazio sicuro per poter avere un orizzonte. Questo è dovuto a tante tanti fattori diversi, certamente la pandemia ha introdotto nella vita di tutti tante fatiche a cui non eravamo abituati e che vengono acuiti da questa situazione economica, che per tanti è sempre più difficile. La cosa che più mi fa pensare e mi preoccupa in questo momento – conclude - è il fatto che ci sono troppi giovani che vengono a bussare alle nostre mense”.
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