Libano, la Chiesa prepara la Pasqua con la prossimit¨¤ ai poveri
Marco Guerra ¨C Città del Vaticano
¡°Siamo un Paese fallito, completamente abbandonato, per questo ci stiamo preparando alla Pasqua prima di tutto sul piano spirituale¡±. La Quaresima di passione del Libano emerge come un¡¯istantanea nelle parole rilasciate a Pope dal vescovo maronita di Batroun, Mounir Khairallah.
La situazione socio-politica
Il Libano è nel pieno di una crisi economico-politica che non sembra trovare sbocchi. Il premier ad interim Najib Mikati non ha una maggioranza in parlamento e da ottobre il Paese è senza un presidente della Repubblica perché le forze politiche non trovano un accordo su un nome che raccolga ampio consenso. Tutto questo mentre da quattro anni è in corso la peggiore crisi economica della sua storia. L'Onu afferma che 4 persone su 5 in Libano vivono in povertà e la lira locale ha perso più del 98% del suo valore dalla fine del 2019 a oggi. Ieri l¡¯Ue ha varato un¡¯altra trance da 60 milioni di euro di aiuti umanitari per le fasce più deboli della popolazione, per un totale di 860 milioni di euro devoluti da 11 anni a questa parte.
La fiducia nella Chiesa
Monsignor Khairallah racconta che la gente va in chiesa ¡°per ritrovare una serenità, una fiducia e una solidarietà che non possono ricevere fuori¡±. ¡°Il popolo vive nella miseria però nessuno può privarci della nostra fede in Gesù Cristo - prosegue il vescovo -, particolarmente nella Settimana Santa dove portiamo la Croce con Cristo, nella speranza di morire a questo mondo per meritare la resurrezione ad una vita nuova, ad un Paese nuovo con una dignità ristabilita¡±. In questa cornice la solidarietà si vive a tutti i livelli, in famiglia, tra amici e nella comunità di fedeli. Il presule sottolinea che le sofferenze sono alleviate dalla solidarietà dei libanesi che lavorano e vivono all¡¯estero e che con le loro rimesse consentono ai parenti di vivere una vita dignitosa, ¡°si tratta - dice - di un movimento di solidarietà dentro le famiglie molto importate¡±. Poi monsignor Khairallah riconosce il valore della solidarietà che arriva dagli ¡°amici del Libano¡± sparsi nel mondo, in particolare dal Vaticano e da tutto l¡¯Occidente. ¡°Abbiamo un grande sentimento di riconoscenza, viviamo la Pasqua con la speranza di resurrezione del nostro popolo e del nostro Paese¡±.
Pasqua e Ramadan, giorni sacri per tutto il Libano
Il presule ricorda poi che questa Pasqua coincide con il Ramadan dei fedeli musulmani, questi giorni sono dunque sacri per tutto il popolo e questo contribuisce ad unire i libanesi. ¡°I cattolici di rito latino occidentale festeggiano la Pasqua il 9 aprile, le confessioni orientali e gli ortodossi la festeggiano il 16 aprile e i nostri fratelli musulmani festeggiano il Ramadan il 21 aprile, dunque questo sarà un mese particolare, vissuto nella speranza di una comunione ancora più forte tra di noi¡±, osserva monsignor Khairallah che poi ricorda come i libanesi siano uniti nelle prove ma anche nella speranza, ¡°non accettiamo il comportamento delle nostra classe politica e vorremo ristabilire la pace e la prosperità del Libano che un tempo era chiamato la Svizzera del Medio Oriente¡±.
Una Pasqua vissuta nello spirito
Secondo monsignor Mounir Khairallah i cristiani con la loro presenza e testimonianza di fede possono essere lievito e sale per la società libanese, stimolando anche una risposta positiva delle comunità musulmane. ¡°Siamo la speranza del futuro nonostante le grandi prove del momento, i libanesi in quanto popolo vivono la pacificazione e la riconciliazione ¨C spiega il vescovo maronita ¨C ma per riconciliare tutti gli altri ambiti del Paese ci vuole ancora tempo¡±. Monsignor Khairallah si sofferma poi sulla difficilissima sfida dell¡¯accoglienza dei profughi siriani: ¡°I siriani fuggiti in Libano sono 2 milioni e 84mila su una popolazione totale di 4 milione e mezzo, immaginate l¡¯Italia con una popolazione composta per quasi la sua metà da profughi¡±. ¡°E¡¯ un peso grave ma non vogliamo mandarli via ¨C prosegue ¨C, chiediamo però alla comunità internazionale di aiutarli a tornare nelle loro terre con dignità, perché è un loro diritto ricostruire il loro Paese e vivere in pace in Siria con dignità e libertࡱ. Infine, il vescovo di Batroun assicura che le celebrazioni dei riti pasquali si terranno in tutte le parrocchie di tutte le diocesi ma saranno vissute ¡°più a livello spirituale che materiale¡±, ¡°non abbiamo risorse per dare vita a grandi festeggiamenti e ci sembra giusto concentrarci sugli aspetti più autentici della Pasqua, quelli ecclesiali e comunitari. Ma soprattutto alimentiamo la speranza che Cristo ci farà risorgere ad una vita nuova, più rispettosa della dignità e dei diritti dell¡¯uomo in Libano¡±.
Padre Abboud (Caritas Libano): povertà senza precedenti
Per comprendere meglio il clima sociale e spirituale in cui celebra questa Pasqua abbiamo intervistato anche padre Michael Abboud, presidente della Caritas del Libano, che mette in risalto le attività di solidarietà per i più bisognosi: ¡°Durante la Quaresima di solito organizziamo una raccolta fondi che serve a sostenere i progetti per le famiglie che aiutiamo durante tutto l¡¯anno, stiamo inoltre preparando dei pacchi alimentari per le feste, forniamo alle famiglie cioccolato, uova e tutto quello che serve per festeggiare¡±. ¡°Osserviamo una povertà mai vista prima ¨C prosegue il presidente di Caritas Libano ¨C sono molti quelli che noi chiamiamo i nuovi poveri¡±. Anche padre Abboud ricorda il grande aiuto che arriva dalla diaspora libanese all¡¯estero, gli emigrati libanesi inviano ingenti aiuti alle famiglie di origine. Il sacerdote ricorda poi lo sforzo por portare avanti le attività sociali e spirituali rivolte ai giovani, per far vivere loro lo spirito della Pasqua malgrado le ristrettezze che vivono in famiglia.
Accettiamo la croce in attesa della resurrezione
E¡¯ quindi una Quaresima di prossimità ai poveri quella che si vive in Libano. ¡°Ci sono tante cose che sono cambiate in Libano con la crisi economica ¨C afferma ancora padre Abboud ¨C il popolo libanese è diviso in due, una minoranza che riesce a vivere perché aiutata dalle rimesse dei parenti e una maggioranza che invece soffre la povertà assoluta¡±. Il preidente di Caritas Libano vede in questa condizione una vicinanza alla passione di Cristo: ¡°Gesù non ha scelto la sofferenza ma l¡¯ha accolta e accettata, a volte siamo tutti obbligati a ricevere la sofferenza, così come nessuno sceglie di essere povero o malato. La gente in questa crisi sa bene che la sola speranza è in Dio e non nelle persone, perché dopo il venerdì c¡¯è la domenica e anche per noi arriverà la resurrezione se avremo la pazienza di superare questa crisi¡±.
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