Rivivendo santa Chiara oggi nel mondo
Scritto “in coro” nel cuore del Monastero Beata Vergine del Buon Cammino
Quando san Francesco e santa Chiara attrassero dietro a sé moltitudini di uomini e donne assetati di verità e di Vangelo erano gli ultimi anni del 1100 e i primi del 1200 e i biografi del tempo inquadravano la loro missione nella situazione sociale e spirituale di quell’epoca con parole come queste:
Oggi, nel XXI secolo, noi figlie di Chiara sentiamo di avere la stessa missione, anche se le forme per vivere questo carisma sono quelle che il tempo ci suggerisce e che anzi sono sempre sotto discernimento, affinché il nostro messaggio e la nostra testimonianza raggiungano gli uomini di oggi attraverso il loro linguaggio e intercettino le loro vere domande.
In questi ultimi anni ci siamo trovati tutti a vivere un clima pesante, prima a causa della pandemia, poi per la guerra alle porte della nostra Europa. In un mondo interconnesso, poi, tutto ci raggiunge e ci ferisce, essendo consapevoli di appartenere a questa umanità che soffre e affronta mille urgenze. La nostra è una vita di preghiera e contemplazione, ma una preghiera in cui il nostro cuore porta in sé il grido di tutti i fratelli, le speranze di interi popoli, oltre alle ansie degli amici più vicini e presenti al nostro sguardo.
Durante la pandemia, non potendo avere contatto diretto con la gente, per far sentire la nostra vicinanza e partecipazione, abbiamo preparato in cui abbiamo dedicato un canto di speranza ai malati di Covid e agli operatori sanitari. Questa iniziativa ha avuto molte risonanze positive, ma sappiamo che non servirebbero questi mezzi se non esprimessero un vero coinvolgimento di fede e di amore. Quell’amore che ci ha spinto a dedicare tutta la Quaresima di quell’anno, nel nascondimento e nel silenzio, a un’adorazione eucaristica ininterrotta con cui intercedere insistentemente per il nostro Paese e il mondo intero.
In modo analogo, toccate dallo strazio della guerra in Ucraina, abbiamo voluto coinvolgere nella preghiera i fedeli che frequentano la nostra chiesa, proponendo turni di adorazione eucaristica in tutte le domeniche di Quaresima, a partire dalle prime ore del mattino, in cui il canto delle Lodi apriva quel tempo benedetto alla grazia.
Questo tempo forte di intercessione è poi culminato nella Veglia Pasquale celebrata con particolare intensità. Il nostro pensiero è andato a tutte le situazioni di morte e sofferenza che ci vengono affidate: ammalati, persone sole e disperate, senza tetto, famiglie in difficoltà…Tutte le abbiamo viste illuminate dalla gloria del Risorto che trasfigura il dolore e ne trae vita nuova. Alcuni di questi fratelli e sorelle li seguiamo in modo particolare, incontrandoli in parlatorio e pregando assieme a loro per sostenerli nei momenti più difficili (ad esempio una mamma che ha perso in un incidente il suo unico figlio, famiglie in difficoltà con i figli, giovani in ricerca del senso della vita, donne desiderose di una guida spirituale ecc…).
Un’altra modalità che la nostra forma di vita ci ha suggerito per riflettere la luce di Cristo e che abbiamo realizzato più volte, anche alla luce dei nuovi documenti sulla vita claustrale che la Chiesa ha emanato, è quella di aprire alle persone più vicine e interessate gli incontri di Lectio Divina che abitualmente facciamo tra noi sorelle in comunità. Anche questa iniziativa trae linfa dalle radici della nostra vita contemplativa, perché la penetrazione della Parola non si improvvisa, né si riconosce la voce dello Spirito se non lo si ascolta quotidianamente e con perseveranza offrendo il nostro cuore all’ascolto amoroso del Verbo.
Siamo convinte inoltre che la possibilità che ha Chiara oggi di diffondere luce ed emanare chiaro lume nella casa del Signore è soprattutto legata alla nostra testimonianza di vita fraterna, nell’unità e nella comunione. Se santa Chiara sintetizzava i cardini della sua vocazione e del suo carisma nella “santa unità e altissima povertà”, oggi sembra ancora più incisiva e necessaria la testimonianza che è possibile superare le spinte individualistiche dominanti nella cultura e nella mentalità odierne lavorando sul proprio cuore in una continua conversione, nella grazia dello Spirito, fino a costruire giorno dopo giorno quel NOI comunitario in cui palpita la presenza viva di Gesù stesso, attraverso il quale si diventa feconde e generative nella Chiesa e nel mondo.
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