Gerusalemme e Istanbul ricordano Benedetto XVI
di Beatrice Guarrera
"Riuniti in preghiera, in questa Città Santa e unica al mondo, dobbiamo ricordare con profonda riconoscenza la persona di Papa Benedetto e ringraziare Dio per averlo donato non solo alla Chiesa cattolica, ma a tutta l’umanità". Con queste parole, nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, ha ricordato il Papa emerito, unendosi alle preghiere che in questi giorni si elevano da tutto il mondo. Alla Messa di suffragio presieduta ieri, martedì 10 gennaio, dal patriarca di Gerusalemme dei latini, Pierbattista Pizzaballa, davanti alla sacra edicola che contiene la tomba vuota di Cristo, hanno partecipato anche rappresentanti di tutte le Chiese cristiane di Terra Santa, oltre che membri del corpo diplomatico di diversi Paesi. Un segno di comunione, nel ricordo del Papa emerito, che tanto lavorò per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Il ricordo di Patton del viaggio del 2009
"La morte, lo sappiamo, fa parte della vita – ha detto padre Patton nell’omelia –. Ma proprio il luogo in cui noi ci troviamo a celebrare ci ricorda che per ogni credente la morte va vissuta come un transito, un passaggio, un evento pasquale". Il custode di Terra Santa ha poi messo in luce la testimonianza di amore per il Signore che ha lasciato Benedetto XVI e ha ripercorso alcuni momenti significativi della sua visita nella terra di Gesù avvenuta nel 2009. Fu "un autentico pellegrinaggio", nel quale il Pontefice ebbe occasione di esprimere vicinanza alla piccola comunità di cristiani e di incontrare rappresentanti di altre confessioni e religioni. "Con la mitezza che sempre lo ha contraddistinto — ha affermato padre Patton — ha cercato di seminare pace e invitare al dialogo". Benedetto XVI , in quella circostanza, ricordò anche che Gerusalemme "deve essere un luogo che insegna l’universalità, il rispetto per gli altri, il dialogo", un luogo dove il pregiudizio, l’ignoranza e la paura "siano superati dall’onestà, dall’integrità e dalla ricerca della pace". Un appello che suona valido anche per il tempo presente.
Messa di suffragio a Istanbul
Con la stessa gratitudine nei giorni scorsi anche in Turchia la Chiesa si è riunita per una Messa in suffragio di Benedetto XVI nella cattedrale latina di Istanbul. Al momento di preghiera per il defunto Pontefice emerito hanno partecipato anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, il patriarca armeno di Costantinopoli Sahak II Ma?alyan, il metropolita siro-ortodosso Yusuf Cetin e altri rappresentanti delle Chiese cristiane in Turchia, oltre che autorità civili locali. "Dinanzi alla desertificazione spirituale che colpisce soprattutto l’Occidente post-cristiano — ha ricordato il vicario apostolico di Istanbul, Massimiliano Palinuro — egli ha incoraggiato la Chiesa a ritornare alle sorgenti stesse del Vangelo: alla persona viva di Gesù. Davvero tutta la sua vita è stata un canto d’amore al Signore Gesù e alla sua Chiesa". Nell’omelia il nunzio apostolico in Turchia, l’arcivescovo Marek Solczynski, ha espresso la speranza che il Papa emerito Benedetto XVI abbia già incontrato i suoi grandi predecessori e "sia stato pervaso da una gioia così gloriosa da non poter essere descritta". "Come il popolo fedele di Dio in tutto il mondo — ha detto il nunzio Solczynski — anche noi siamo venuti qui con il profumo della gratitudine e il balsamo della speranza, per mostrargli ancora una volta l’amore che non muore. Vogliamo farlo con la stessa saggezza, tenerezza e devozione che ci ha donato in questi anni".
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