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Fortunata Bakhita Quascè, la forza della libertà e della fede contro la schiavitù

Alla vigilia del viaggio del Papa in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, è stato presentato il libro di Maria Tatsos che racconta la straordinaria vicenda umana e spirituale della prima suora comboniana africana, vissuta nel XIX secolo. Suor Gabriella Bottani: "Una donna che oggi ha molto da dire a tante donne, anche nella Chiesa. Ha scoperto il valore della dignità in Cristo"

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

“È una donna che merita assolutamente di essere riscoperta. La sua vita non è stata solo straordinaria, ma anche avventurosa, quasi da romanzo”. Così la giornalista e scrittrice Maria Tatsos tratteggia la figura di Fortunata Bakhita Quascè, prima suora comboniana africana vissuta nel XIX secolo, alla quale ha dedicato un volume dal titolo Fortunata Bakhita Quascè – Una donna libera contro la schiavitù, presentato nella Sala Marconi di Palazzo Pio, insieme al numero di febbraio di Donna Chiesa Mondo dedicato alla missionarietà femminile.

Una figura da riscoprire

Fortunata Bakhita è stata la prima pia madre della Nigrizia sudanese. Una vita straordinaria, sia sotto il profilo umano che spirituale, eppure una figura che per lungo tempo è rimasta sotto traccia, praticamente sconosciuta, e anzi confusa con la più celebre beata religiosa sudanese, Giuseppina Bakhita. Il volume di Maria Tatsos, autrice sempre sensibile ai temi femminili, è stato edito in collaborazione con l’Istituto delle Suore Missionarie Pie Madri della Nigrizia.

Nata intorno al 1845 sui Monti di Nuba, in quello che è l'attuale Sud Sudan, morta giovane nel 1899, Fortunata da bambina venne rapita dai trafficanti di schiavi e liberata da un sacerdote, portata in Italia dove ebbe la possibilità di studiare, cosa rarissima a quei tempi per una bambina. Ricordiamo che anche le italiane hanno iniziato ad andare a scuola nel 1877 e lei già nel 1853, a Verona, ha avuto la possibilità di studiare. Diventa suora a un’età già abbastanza avanzata intorno ai 35 anni, quindi da donna consapevole che fa una “scelta molto precisa e che dura per tutta la vita”, dice l’autrice del libro. "Tutti gli episodi di cui è stata vittima e al contempo protagonista denotano che è stata una donna libera, capace di un'autonomia di persona, di pensiero, e in questo una figura anche estremamente moderna che può parlare a noi contemporanei”.

Ascolta l'intervista a Maria Tatsos

Donna libera e di fede

Racconta Maria Tatsos che “per rendere la sua storia più vicina a un pubblico generalista, è stata fatta la scelta di dare al libro il taglio del romanzo storico. Ovviamente, nel fare questa cosa, abbiamo fatto grandissima attenzione a dare aderenza a quelli che sono i fatti storici reali, per cui non c'è nulla di inventato all'interno della storia, a parte un paio di personaggi, ma tutto ciò che c'è nel libro su Fortunata corrisponde esattamente alla sua storia personale e a quella delle persone a lei contemporanee, che hanno vissuto con lei. È stata fondamentalmente una donna libera, una donna con un'autonomia di pensiero che nasceva dalla sua grande fede. Diventare missionaria non è stata una scelta casuale”. E conclude: “È una figura che, consentitemi il termine, definirei quasi di empowerment femminile, un modello di donna che ci insegna come la fede e il sapere diano libertà, come possono aiutare a migliorare la società e creare un mondo nuovo. Fortunata dà un messaggio di grandissima attualità, valido sia per chi è religioso sia per chi è laico”.

Ascolta l'intervista a suor Gabriella Bottani

Superare i confini 

Il prossimo numero di Donne Chiesa Mondo avrà come tema la missionarietà femminile. Ripercorrerà secoli di storia ma soprattutto si interrogherà sui motivi che portano a questa scelta tante donne e sul senso dell'essere missionarie oggi. Gabriella Bottani, missionaria comboniana, già coordinatrice internazionale di Talitha Kum dice: “Per me essere missionaria è lasciarmi abbracciare dall'amore di Dio e lasciare che questo amore che mi abbraccia mi porti a superare i confini, mi porti a superare le divisioni che ci costruiamo e che la nostra società, a volte con ingiustizia. Ci impone di superare i confini culturali, e farlo soprattutto abbracciata dall'amore di Dio in Cristo”. 

Dignità femminile in Cristo

Fortunata Bakhita Quascè rappresenta un esempio che la storia non ha superato: è stata una pioniera, un’eroina. Lascia un segno indelibile  in chi la conosce, come è successo a suor Bottani che racconta: “Io Fortunata, l'ho incontrata nel 2005-2006, quando è stata pubblicata la prima ricerca storica di suor Maria Vidale,  ed è stato proprio nel periodo all'inizio in cui mi incontravo con situazioni di donne bambine, vittime di violenza e di abuso. Fortunata Quascè, mi ha accompagnato e mi sono accorta che questa donna parlava in un modo particolare a chi era stata vittima di violenza. Una donna che ha vissuto la schiavitù, che è stata educata ai più alti livelli possibili per una donna, nel 1800 sud sudanese, e che incontra Daniele Comboni e decide di far parte del piano e quindi di ritornare in Africa per l'educazione delle bambine riscattate dalla schiavitù. È una donna di coraggio, una donna che ha interiorizzato la libertà e non ha più vissuto relazioni di sottomissione. È una donna che ha scoperto il valore della sua dignità in Cristo. È una donna che ha detto molto a me, ma sono convinta che ha da dire a tante donne oggi, anche nella Chiesa".

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26 gennaio 2023, 14:14