Ucraina, l'arcivescovo Mokrzyski: ci prepariamo al primo Natale di guerra
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Dopo l’udienza in Vaticano da Papa Francesco, monsignor Mieczys?aw Mokrzycki ha fatto visita alla Radio Vaticana per condividere le emozioni dell’incontro con il Pontefice e raccontare il dolore e le difficoltà della popolazione ucraina a quasi nove mesi dall’inizio del conflitto con la Russia. Il presule, dopo aver ringraziato Francesco per gli aiuti che regolarmente invia e per le preghiere, ha descritto nell’intervista a Radio Vaticana – Pope, le difficoltà della popolazione civile che si appresta a vivere un inverno duro e soprattutto il primo Natale di guerra.
Eccellenza, è stato un momento importante quello di condivisione con il Papa del dolore personale, ma anche di tutta la popolazione ucraina che da 9 mesi quasi si trova in guerra ...
Sì, è stato il mio primo incontro con il Papa durante la guerra e voglio soprattutto ringraziare il Santo Padre per la sua vicinanza spirituale, per la preghiera di ogni giorno, e per i tanti interventi che lui fa verso l'Ucraina, le sue parole contro la guerra, le sue invocazioni a tutto il mondo di pregare, di essere solidali. Lo ringrazio soprattutto anche per l’aiuto materiale che non ci ha mai fatto mancare attraverso i quattro viaggi dell’Elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski, quello dell’arcivescovo Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, e del nunzio. Il Santo Padre è molto vicino ai vescovi, ai sacerdoti. Ci ha detto che ci porta sempre nel cuore, che gli dispiace che la guerra ancora non finisca e che cerca sempre di ricordare a tutto il mondo che la pace arriverà presto. Egli ha anche espresso il desiderio di venire a Kiev, ma anche a Mosca.
Eccellenza, ci aiuti a capire bene qual è la situazione oggi in Ucraina. Le cronache parlano di un recupero di quei territori che erano stati invasi, ma qual è la condizione dei civili?
E’ una situazione molto triste, perché tutti sono coinvolti nella guerra, che provoca tanta distruzione, tanto dolore. Molti, tra soldati e civili, perdono e perderanno la vita, tanti altri rimangono invalidi. Molti sono senza tetto a causa della distruzione delle case. Fortunatamente non manca per momento il cibo. La situazione alimentare è difficilissima laddove ci sono bombardamenti e il conflitto infuria, ma, grazie all’aiuto di tutta Europa e anche di altri Paesi, noi riusciamo a portare cibo dove c’è bisogno. Noi siamo molto grati per questa solidarietà.
Come la Chiesa locale sta rispondendo ai bisogni delle persone, soprattutto nelle zone di guerra?
La Chiesa cattolica opera sempre attraverso due strade: annunziare il Vangelo, ma anche attraverso la carità. Io sono molto sorpreso dei nostri sacerdoti in Ucraina che si impegnano in modo eroico, nessuno si risparmia, lavorano giorno e notte. Raccolgono tanti volontari per fare del bene a coloro che hanno bisogno. Accogliamo nei nostri centri pastorali e nelle diocesi tanti profughi che sono fuggiti per salvare la vita soprattutto dei loro cari, dei bambini. E stiamo vicino anche alle persone anziane, ai malati.
Un'opera importante, dunque, soprattutto per il fatto che si sta avvicinando l'inverno con le temperature rigide. Come ci si sta preparando?
Noi preghiamo che questo inverno non sia tanto freddo e, grazie a Dio, per il momento non c'è grande crisi. Sono solo alcune le regioni che non hanno elettricità, ma grazie alle diverse istituzioni, come la Caritas, abbiamo potuto comprare stufe, generatori per produrre elettricità e speriamo che con questo riusciremo a sopportare il freddo che sta arrivando.
Vi apprestate a vivere il primo Natale di guerra...
Sì, abbiamo passato già la Pasqua durante questa guerra e veramente ci ha fatto soffrire il fatto che tanta gente non abbia potuto celebrare la Risurrezione del Signore, molti lo hanno fatto lo stesso, tra le rovine e i territori distrutti.
E’ importante per voi il lavoro che sta facendo Radio Vaticana – Pope?
Sì, soprattutto perché invita la gente a pregare per la pace.
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