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Le Marche dopo l'alluvione, aumentano i morti e i danni sono incalcolabili per ora Le Marche dopo l'alluvione, aumentano i morti e i danni sono incalcolabili per ora 

Il vescovo di Senigallia: è un momento difficile bisogna unire le forze

L'attività di soccorso subito scattata: la solidarietà si fa concreta nelle Marche devastate dall'alluvione. Monsignor Franco Manenti testimonia la vicinanza della Chiesa locale con le sue strutture, e invita tutti all'aiuto concreto perchè la ricostruzione sia possibile

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Si aggiorna il bilancio dei morti nelle Marche dopo l'alluvione che ha devastato l'area mentre la gente ancora non si rende conto dei danni e di come si sono svolte rapidamente le cose nel momento dell'esondazione del fiume Mesa quando la furia delle acque ha preso il sopravvento. È quanto racconta anche il vescovo della diocesi di Senigallia monsignor Franco Manenti che testimonia ai nostri microfoni quanto siano stati immediati i soccorsi a chi necessita oggi di conforto e accoglienza.

Ascolta l'intervista a monsignor Manenti

 “Giovedì sera ero al seminario per un’assemblea sinodale – racconta il vescovo – Verso le venti sono cominciate a giungere le prime notizie di alcuni paesi del nostro entroterra violentemente colpiti dalle esondazioni dei fiumi e che l’acqua nel giro di poche ore sarebbe arrivata fino a Senigallia. A quel punto insieme alla Caritas e alla Protezione Civile abbiamo pensato subito di metterci in movimento per non farci trovare impreparati, e di organizzare un primo centro di accoglienza proprio in Seminario. Non sapevamo quanta gente sarebbe arrivata ma alla fine erano oltre novanta le persone che sono stati portate da noi".

Danni e aiuti: "Un momento difficile per noi"

Tanti i danni che sono stati registrati, dalle abitazioni rese inagibili, a negozi costretti a buttare tutta la merce, fino alle parrocchie con le chiese e gli oratori inondati di fango e detriti. “In questo momento – continua il vescovo Manenti – c’è bisogno di unire le forze e aiutare queste persone. I danni economici sono davvero molti e se non ci saranno aiuti concreti sarà difficile ripartire e ricominciare. La Caritas tra l’altro si sta anche attrezzando per ospitare eventuali volontari che vogliano darci una mano in questo momento così difficile per noi”. Nel seminario le persone hanno trascorso la notte, avendo ancora negli occhi il terrore di ciò che avevano vissuto poco prima.

"Il mio cuore è con loro"

“Sono stato in seminario la mattina dopo, e la prima cosa che ho visto è stata la tristezza dei volti di chi aveva vissuto questa tragedia,  spiega ancora monsignor Manenti, in particolare mi ha colpito la storia di una signora anziana che si è trovata con l’acqua fino alla gola e con la casa completamente al buio ed è riuscita a non farsi prendere dal panico e a farsi aiutare. Ma anche un’altra donna che è riuscita a salvare lei stessa e la madre rifugiandosi su un letto o una moglie che ha dovuto portare in salvo il marito disabile riuscendo miracolosamente a scampare alla morte. Sono tante storie che ti restano nel cuore. Non sono andato ancora nei luoghi del disastro per non intralciare i lavori, ma il mio cuore è con loro e la diocesi non li abbandonerà”.

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17 settembre 2022, 15:41