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Incontri Teologici di Rijeka, seme di comunione tra studenti di Chiese diverse

Si è concluso ieri nel capoluogo del Quarnero, nella costa nord della Croazia, dopo sei giorni di lavori, il forum ecumenico degli “Incontri teologici del Mediterraneo“, che ha visto protagonisti 35 giovani studenti e dottorandi in Teologia e 4 docenti cattolici, ortodossi e protestanti dai Paesi balcanici e dall'Europa. L'arcivescovo di Rijeka Uzini?: il percorso sinodale risveglia lo spirito conciliare

Alessandro Di Bussolo – Rijeka (Croazia)

“Ci lasciamo con una nuova comunione tra studenti e professori, una nuova libertà e anche col desiderio di essere più responsabili nelle parole che usiamo e con le quali desideriamo fare il bene, non il male”. Così l’arcivescovo coadiutore di Rijeka-Fiume, il 56.enne Mate Uzini?, ha concluso la prima esperienza degli Incontri Teologici del Mediterraneo nella città capoluogo del Quarnero, che ha replicato la formula della Scuola estiva di Teologia, organizzata nel 2019 e nel 2021 a Dubrovnik, in Dalmazia, dove Uzini? è stato vescovo per dieci anni.

Uzini?: tornano più liberi, per far crescere le Chiese

In un primo bilancio, Uzini? ha detto di essere sempre sorpreso “del cambiamento in questi nostri incontri: i ragazzi pian piano diventano più liberi, comunicano tra loro molto di più, e decidono di essere veramente più liberi per cambiare se stessi, ma poi anche per cambiare le Chiese da cui provengono, in senso positivo. Per riprendere il modo di essere Chiesa che è stato pensato da Gesù quando ha istituito la sua Chiesa per mandarla al mondo di proseguire la sua missione”. E agli studenti, poco prima, aveva ricordato che questa proposta è nata dalla di Papa Francesco, e dal suo desiderio di una Chiesa “in uscita”, quando dice che preferisce una Chiesa che uscendo si sporca a una che non esce e resta chiusa”. Formando giovani teologi, la Chiesa cattolica non vuole creare un’elite, ma aiutarli a scoprire il valore della cristianità e a condividerlo poi con gli altri.

L'arcivescovo coadiutore di Rijeka, Mate Uzinic, e il suo intervento di chiusura degli Incontri Teologici del Mediterraneo
L'arcivescovo coadiutore di Rijeka, Mate Uzinic, e il suo intervento di chiusura degli Incontri Teologici del Mediterraneo

Lo studente ortodosso: la novità di una teologia che guarda all'oggi

Al termine della sesta e ultima giornata di lavori, nella Domus Laurana di Lovran, sulla costa turistica di Rijeka, raccogliamo le impressioni di Andrea, 24.ne studente della Facoltà di Teologia ortodossa di Belgrado, in Serbia, per la prima volta in Croazia, che parla di una “buona esperienza”, che per lo studente di Belgrado “ha aperto un cammino e dato l’esempio per un dialogo di questo tipo". Quando tornerà alla sua facoltà, vorrebbe proporre di organizzare incontri simili, “seminari per discutere di questi temi” come quello dei migranti o del ruolo delle donne nella Chiesa.

La diaconessa luterana: una calda atmosfera di fratellanza

Ad alcune lezioni ed incontri pubblici ha partecipato anche la diaconessa della comunità evangelica luterana di Rijeka Melanie Ivancevi?. Ci dice che ha trovato “una calda atmosfera di fratellanza, dove tutti fanno domande, su cosa significa essere Chiesa, sul significato di essere teologi o filosofi oggi, in questo mondo”. Per la diaconessa luterana è fondamentale che i giovani teologi imparino “ad ascoltare le domande delle società in cui vivono, e ad essere agenti attivi in esse, capaci di servirle”. I temi “che si sono toccati qui non sono staccati dalla realtà, ma ci aiutano a vivere meglio la vita di ogni giorno”. Per essere “sale e luce” nelle nostre città e, “obbedienti alla Parola di Dio, essere Chiesa profetica”. In questi Incontri Teologici del Mediterraneo, conclude, possiamo “interagire gli uni con gli altri, da diverse confessioni cristiane, completarci a vicenda, imparare reciprocamente, e condividere le nostre preoccupazioni, paure o solo dubbi”. Incontrarsi “significa anche avere cura gli uni degli altri in futuro, e arrivare ad amarsi”.

Il teologo francescano bosniaco: lo sguardo da un altro punto di vista

Tra i partecipanti anche il 27.ne francescano minore dalla Bosnia Antonio Gasi?, laureato in Teologia a Roma e che presto inizierà il dottorato alla Pontificia Università Lateranense. “Per me - dice - era importante avere un’occasione di confronto con giovani che provengono dagli altri Paesi dei Balcani, ma anche di Chiese diverse perché tutti viviamo in una società comune e abbiamo tanti problemi comuni". "Qui è una ricchezza anche avere conversazioni con gli altri, non solo ascoltare lezioni e discorsi. Conoscere quali sono gli sguardi da un altro punto di vista, dal punto di vista ortodosso e protestante soprattutto”. Partendo dalle due riflessioni offerte dall'arcivescovo Mate Uzini? all'apertura e alla chiusura degli Incontri Teologici, il religioso si sofferma in questa intervista sull'esperienza degli Incontri Teologici del Mediterraneo: 

In questa settimana, c'è stata quella libertà nel pensiero e nella parola che si è augurato all'apertura? Crede che questi giovani teologi sapranno mantenerla anche in futuro?

Sì, per questo abbiamo pensato a questo programma di incontri. Vogliamo veramente risvegliare questi giovani ragazzi e aprirli per una libertà responsabile perché possano essere un domani, come teologi, ma anche come membri di diverse Chiese, quelli che cercano di farle crescere, aprirle al dialogo. Dobbiamo essere liberi per poter fare il bene, perché questa è la vera libertà. Questa è la libertà responsabile e io e gli organizzatori degli Incontri Teologici del Mediterraneo speriamo che questo possa aiutare questi ragazzi, venuti anche con questo desiderio, a scoprire la bellezza di questo modo di vivere, di far parte di un processo. Un processo nel quale le loro Chiese, di cui sono membri, diventano, per il loro modo di vivere, libertà che è responsabile. Parlando in modo libero, ma anche responsabile, possono costruire una Chiesa più vicina a quella voluta da Gesù Cristo quando l'ha istituita. Cristo in modo libero ha parlato di Dio, ha cercato di aiutare ogni persona, è andato alle periferie del suo tempo. Così anche noi, nel nostro tempo, possiamo essere liberi di parlare su Dio, ma anche mostrare qual è il Dio in cui crediamo, il Signore che vuole bene a tutti. Dio vuole che anche noi andiamo nelle periferie per trovare i nostri fratelli lì e aiutarli a essere anche loro liberi e in grado responsabilmente di poter prendere parte nella vita della Chiesa, ma anche della società.

Tutti gli student che hanno partecipato agli incontri Teologici del Mediterraneo
Tutti gli student che hanno partecipato agli incontri Teologici del Mediterraneo

Un’occasione per vivere comunità e dialogo nella Chiesa cattolica è il Sinodo voluto dal Papa. Qui si è parlato del compito dei teologi nel processo sinodale in corso. Anche il cardinale Grech ha chiesto aiuto per un discernimento più efficace di cosa lo Spirito Santo chiede alla Chiesa oggi. Qual è la situazione del percorso sinodale qui nella sua arcidiocesi?

Il primo passo è stato quello di organizzare alcuni incontri sinodali di diversi gruppi pastorali, in particolare nelle parrocchie. Un terzo delle parrocchie ha fatto incontri sinodali molto proficui e abbiamo avuto risultati, credo, molto importanti. Le 14 pagine frutto di questi incontri saranno di grande aiuto per noi qui a Rijeka-Fiume e per nostro modo fare pastorale. Abbiamo ora una buona analisi sullo stato della nostra Chiesa e materiale da cui partire per una pastorale rinnovata. Tra tre anni l’arcidiocesi di Rijeka festeggia 100 anni; questo materiale potrà essere la base per un sinodo diocesano. E’ interessante notare che tra i laici che hanno partecipato a questi nostri incontri c'è grande sorpresa, ma anche felicità per poter partecipare a questo processo sinodale. Per la prima volta, dicono, nella storia della Chiesa, possono parlare su quello che loro immaginano debba essere la Chiesa. Qualcuno ha detto che questa è la rivoluzione più grande dopo il Concilio Vaticano II. E’ un segnale che il Concilio è ancora in gran parte da realizzare, perché la sinodalità è partita proprio da lì. Con questo Sinodo si può risvegliare quello spirito del Concilio: ascoltandoci gli uni gli altri possiamo fare qualcosa di nuovo. C’è grande speranza: quelli che hanno partecipato hanno espresso il desiderio di essere parte della Chiesa, nella comunione, partecipando personalmente. E’ sempre la missione che Cristo ha dato alla sua Chiesa e che questa deve proseguire, vivendo nel modo al quale ci chiama lo Spirito Santo proprio in questo tempo.

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I sei giorni degli Incontri Teologici del Mediterraneo a Lovran-Rijeka
17 luglio 2022, 14:40