Croazia, a Rijeka il forum ecumenico degli “Incontri teologici del Mediterraneo"
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
La Scuola estiva di teologia di Dubrovnik torna ma cambia luogo e nome, dopo aver richiamato sulle coste croate quasi un centinaio tra giovani studenti e affermati docenti nelle due edizioni del luglio 2019 e 2021. Segue il suo ideatore, l’arcivescovo Mate Uzini?, per dieci anni vescovo della splendida città sulle rive dell'Adriatico, la veneziana Ragusa di Dalmazia, lasciata nel gennaio 2022, per dedicarsi come arcivescovo coadiutore alla mitteleuropea Rijeka, detta anche Fiume per i numerosi italiani che ci sono nati e ci vivono.
A Lovran 45 studenti di teologia, dal 10 al 16 luglio
Cambia ma resta, con il nome di “Incontri teologici del Mediterraneo”, un punto di riferimento per la teologia ecumenica in questa terra di scambi, di mescolanze e di passaggi, che tanto ha sofferto e soffre per le divisioni etniche, politiche e anche religiose. E arriva a Lovran, sobborgo turistico a pochi chilometri di Rijeka, dove la Domus Laurana dell’arcidiocesi ospita, dal 10 al 16 luglio, una quarantina di studenti di terzo, quarto e quinto anno di teologia, i laureandi e i dottorandi, cattolici, ortodossi (dodici) e protestanti (sei) e cinque teologi affermati come docenti. Studenti e docenti che provengono in maggioranza da Croazia, Slovenia, Bosnia, Serbia e Macedonia del Nord ma anche Italia, Europa e Stati Uniti. Quest’anno in particolare si è allargato l’invito ad ovest, guardando soprattutto all’Italia del nord, all’Austria e alla Germania meridionale.
La formula rimane quella della Scuola di Dubrovnik
La formula, come spiega Bruna Vel?i?, biblista del gruppo organizzatore, resta quella di relazioni, dibattiti, e workshop, tutti in inglese, in piccoli gruppi condotti dai docenti, quest’anno sul tema: “Libertà e responsabilità per la parola pronunciata”. Una full immersion per sei giorni che prevede però alcuni incontri pubblici serali aperti al pubblico.
La prima lezione sarà della tedesca Marianne Heimbach-Steins
L’incontro inizierà la sera di domenica 10 luglio, con la Messa di apertura alle 19, e alla 9.30 di lunedì è previsto il discorso introduttivo dell’arcivescovo coadiutore di Rijeka Mate Uzini?. La prima lezione, con successiva discussione, sarà, nella stessa mattinata, quella della teologa tedesca Marianne Heimbach-Steins, e nel pomeriggio ci saranno i primi lavori per gruppi d’interesse, i workshops, animati dai cinque docenti ospiti.
La presentazione del libro sull’accoglienza dei migranti
La sera alle 20 l’incontro pubblico di presentazione del libro “Bisogna alzare la voce. L’accoglienza dei migranti, appello al coraggio” del ex vicario generale dell'Arcidiocesi di Parigi, padre Benoist de Sinety. Partecipa l'autore – tramite videochiamata – poi padre Stanko Perica, direttore regionale del Jrs (Jesuit Refugee Service); Stipo Kljaji?, biblista della Facolta' teologica di Zagreb, Ernada Avdibegovi?, assistente sociale e attivista per la pace. Conduce la presentazione la giornalista Bla?enka Jan?i?.
Martedì il croato Muri?, il 13 la tavola rotonda pubblica
Martedì 12 luglio l’incontro proseguirà con la lezione del teologo croato Branko Muri?, mentre nella serata di mercoledì 13 è prevista una tavola rotonda pubblica con i cinque teologi relatori sul tema della settimana, Libertà e responsabilità per la parola pronunciata”, che sarà moderata dalla biblista Bruna Vel?i?.
Giovedì il protestante Bretherton e il cardinal Grech
Nella mattinata di giovedì 14 sarà la volta della lezione del teologo protestante statunitense Luke Bretherton, mentre alle 18 ci sarà il collegamento online con il Vaticano per una relazione del cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, su “Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, non aperto al pubblico.
Venerdì i due docenti ortodossi
L’ultima giornata degli Incontri teologici del Mediterraneo, venerdì 15 luglio, sarà dedicata alle lezioni dei docenti ortodossi, quella di Cyril Hovorun, ucraino che insegna all’Università di Stoccolma la mattina, e di Vuka?in Mili?evi?, docente di Teologia patristica a Belgrado nel pomeriggio, mentre alle 21 saranno presentati i risultati dei cinque workshop animati dai docenti. Abbiamo chiesto a Bruna Velcic, che è collaboratrice dell’arcivescovado di Rijeka, di presentarci l’incontro e le novità di questa edizione.
Da Dubrovnik a Rijeka, dalla Scuola estiva di teologia agli Incontri teologici del Mediterraneo. Ma la formula e lo scopo della vostra proposta restano gli stessi?
Principalmente sì. Ma visto che monsignor Mate Uzinic, che prima era vescovo a Dubrovnik, nel frattempo si è spostato a Rijeka dove è diventato arcivescovo coadiutore, ha avuto l’idea di cominciare anche qui con un'iniziativa simile a quella della Scuola di teologia di Dubrovnik. Però il programma è anche un po' diverso, e infatti ha anche un nome nuovo: Incontri Teologici del Mediterraneo. Un nome che vuole sottolineare, prima di tutto, proprio l'incontro come idea principale, perché questo è un programma ecumenico, quindi si incontrano studenti di varie confessioni cristiane, cattolici, ortodossi e protestanti. E’ un programma dove si invitano sempre teologi di fama, che saranno con noi per una settimana, quest'anno dal 10 al 16 luglio a Lovran, vicino a Rijeka e si riflette su alcuni temi attuali. Il Mediterraneo è proprio un luogo di incontro d'eccellenza di varie culture, varie lingue, varie religioni, varie nazioni. E questo nostro programma vuol essere proprio un luogo di incontro dei giovani teologi per riflettere insieme sul presente e sul futuro.
Un incontro di giovani teologi tra loro e con più esperti teologi che fanno da docenti, che però si mettono allo stesso livello. E’ interessante questo scambio che prosegue anche nel tempo libero, sicuramente nei workshop, non solo quindi nelle relazioni da dietro la cattedra…
Sì, decisamente. L’idea è di stare insieme per una settimana, quest’anno con altri cinque validissimi docenti. Avremo con noi Marianne Heimbach-Steins, che viene dall'università di Munster, dov'è direttrice dell'Istituto per la Dottrina sociale cristiana, ed è cattolica, poi ci sarà Cyril Hovorun, dell’University College di Stoccolma, dov’è professore di ecclesiologia, rapporti internazionali e ecumenismo, che è ortodosso. Ci sarà un altro teologo ortodosso, che però viene dall’Università di Belgrado, dove si occupa di teologia patristica, Vuka?in Mili?evi? , e un altro professore cattolico da Zagabria, quindi croato, Branko Muric, che è docente di teologia fondamentale e alla fine anche un teologo protestante, Luke Bretherton, della Duke University negli Stati Uniti, dove è professore di teologia morale e teologia politica. Cinque persone che si occupano di campi veramente diversi della teologia, e che rifletteranno con noi per una settimana. Ognuno di loro terrà una lezione principale e poi ci saranno i workshop su vari temi, però tutti legati al tema dell’incontro, “Libertà e responsabilità per la parola pronunciata”. Abbiamo scelto questo tema perché, anche durante una pandemia, sono emerse queste questioni legate alla libertà, sia di azione, sia di parola, sia di pensiero e però anche sulla responsabilità. Perché che libertà è senza la responsabilità? Quindi si vuole riflettere sia delle nostre libertà e responsabilità nella società, però prima di tutto nelle nostre comunità e quindi nelle nostre Chiese, riguardo alla libertà del teologo nella sua ricerca, nei suoi interventi. Però anche la sua responsabilità, perché è comunque una persona che lavora per la comunità.
Quale valore ha o dovrebbe avere la parola pronunciata per i cristiani?
In qualche modo è centrale nel cristianesimo, nel senso che Gesù stesso è la Parola, il Verbo, il Verbo incarnato e quindi pronunciato. Quindi anche noi, come teologi, che siamo coloro che parlano di Dio e quindi abbiamo questa responsabilità di parlare, però al mondo di oggi e nel mondo di oggi. Quindi cercando prima di tutto di capire il mondo in cui viviamo, le sue problematiche. Dobbiamo essere sempre in ascolto del mondo: quindi sì, prendere la parola, diffondere la Buona Novella, però tenendo conto del mondo di oggi.
Uno degli studiosi ortodossi che ha presentato, Cyril Hovorun, è di origine ucraina. Non si potrà non interrogarsi sulla guerra in corso che coinvolge drammaticamente molti paesi a maggioranza cristiana e sulle parole del Papa…
Sì, sicuramente con il professor Hovorun si rifletterà anche sulla guerra in Ucraina, infatti uno degli argomenti che lui vuole condividere con gli studenti riguarda i possibili ruoli della Chiesa nella guerra. Tratteremo argomenti attuali come questo, ma anche altri. Ad esempio si rifletterà sul Sinodo: avremo con noi una sera, in collegamento via internet dal Vaticano, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, che ci parlerà del Sinodo che è in corso nella Chiesa cattolica. Poi si parlerà anche delle migrazioni, un tema sempre, perché ci sarà la presentazione di un libro di padre Benoist de Sinety, dal titolo: “Bisogna alzare la voce: l'accoglienza dei migranti. Invito al coraggio” che è stato recentemente tradotto in croato e sarà un'occasione per riflettere sulle migrazioni. Qui in Croazia passa la cosiddetta “rotta balcanica” e ora abbiamo anche l'accoglienza di coloro che arrivano dall'Ucraina e quindi è un argomento sui cui riflettere.
Come mai avete deciso di allargare l'invito, quest'anno, anche a studenti dell'Italia del Nord, dell'Austria della Germania del sud e non più solo dei Balcani?
Perché anche nelle due edizioni della scuola estiva di Dubrovnik abbiamo avuto richieste anche da altri Paesi. L'anno scorso, ad esempio, c'è stata anche una collega dalla Grecia. Siccome il programma è in inglese, può essere interessante anche per altri. Quest'anno siamo andati un po' verso l'Ovest, quindi soprattutto verso Austria e Italia del nord, luoghi che sono vicini a Rijeka. Stiamo allargando il nostro mondo e questo incontro sta diventando più grande. Speriamo che crescerà anche in futuro.
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