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Ascoltare con l’orecchio del cuore Ascoltare con l’orecchio del cuore 

Comunicazioni sociali. Vescovi spagnoli: "Si comunica quando si ascolta con il cuore"

Domenica prossima, solennità dell'Ascensione del Signore, in occasione della 56.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, i presuli spagnoli hanno diffuso un messaggio, in cui hanno ricordato le parole del Signore agli Apostoli "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a tutta la terra”, sottolineando il ruolo indispensabile della comunicazione per una vita piena

Anna Poce - Città del Vaticano

In un messaggio, diffuso dalla Commissione episcopale per le Comunicazioni Sociali, dal titolo "Si comunica veramente quando si ascolta con il cuore", i presuli spagnoli hanno ricordato che siamo tutti coinvolti nella comunicazione, "tutti condividiamo questa missione, in un modo o nell'altro, perché vivere in relazione è vivere in comunicazione”. Tuttavia “chi ascolta soltanto non comunica, e chi parla soltanto non comunica". C’è infatti, bisogno di entrambi gli aspetti. “Per ascoltare – osservano - è necessario che qualcuno parli, che qualcuno trasmetta, ma per parlare con concretezza è necessario prima aver ascoltato. Solo così si può produrre il dialogo che anima la società e la fa crescere". Come il Pontefice, che nel suo messaggio per questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ha posto l'accento sull'ascolto e ha proposto di “ascoltare con l’orecchio del cuore", pure i vescovi spagnoli hanno sottolineato che "la comunicazione è autentica, si produce quando l'altro si trasforma, e questo richiede quell'ascolto con il cuore di cui parla Papa Francesco".

L'ascolto sinodale

Anche il cammino sinodale che la Chiesa sta percorrendo in questo periodo, affermano i presuli, si pone in questo contesto di “ascolto”, al fine di portare ad “un discernimento dei percorsi che la Chiesa deve seguire nella sua missione evangelica”. E si parla di ascolto “non solo di chi partecipa alla vita della Chiesa, di chi ne è membro o di chi riceve il suo aiuto, ma, al di là di questo, dell'ascolto di tutti”. Ognuno – aggiungono i leader della Chiesa - può “imparare da questo percorso sinodale che fa dell'ascolto e del discernimento una nuova cultura per un nuovo tempo”, in questa società che spesso abbonda di monologhi, che "non cercano di ascoltare o capire l'altro" e che “portati all'estremo, sono discorsi di odio, così frequenti sui social network, che disprezzano la persona, la disumanizzano e la scartano". La proposta della Chiesa è, dunque, quella di “un ascolto con il cuore che quando parla non insulta, non calunnia, non inganna, non manipola, non viene per imporre o tradire, ma viene per contribuire con il suo granello di sabbia alla costruzione del bene comune.”

L'ascolto di Dio

Per ascoltare con il cuore è essenziale ascoltare Dio e i tempi, la società in cui si vive. Ascoltando Dio, scopriamo infatti ciò che Lui vuole per la nostra vita e il posto che Egli ci assegna nella costruzione del bene comune. “L'ascolto di Dio non solo sostiene la vita personale – osservano -, ma la illumina, le dà un orizzonte e un senso, la riempie di speranza e di futuro”. E poiché Dio ci parla anche attraverso i segni dei tempi, anche gli eventi nel corso della nostra giornata “devono essere ascoltati e compresi”. Quando guardiamo il mondo e lo ascoltiamo con l’orecchio del cuore, allora riusciamo a mettere al centro “chi soffre, chi è solo, chi è malato, chi è triste” e a non ignorare la sofferenza umana.

L'ascolto della verità 

Rivolgendosi quindi ai professionisti della comunicazione, i presuli affermano che la missione dei comunicatori è quella “di far conoscere la sofferenza in modo che possa essere affrontata. Per questo motivo il loro posto è spesso tra i meno abbienti e, in alcuni casi, questo costa loro la vita". Nell'ultima parte del messaggio, i vescovi ringraziano coloro che "hanno ascoltato con il cuore", e coloro che offrono "un giornalismo senza pregiudizi che ascolta con sincerità la verità e la voce della giustizia che, attraverso di loro, viene offerta e conosciuta"; e ricordano "tutti coloro che sono morti per comunicare, per esercitare la nobile e indispensabile professione del giornalismo, in Ucraina, in Messico e nei tanti conflitti dimenticati di questo mondo".

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25 maggio 2022, 12:31