L'estremo saluto a don Di Piazza, sacerdote friulano sempre dalla parte degli ultimi
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"Sono sereno, mi affido, voglio andare": don Pierluigi Di Piazza lo ha detto qualche giorno prima di assopirsi e di affrontare "il passaggio" decisivo, domenica 15 maggio, dopo una grave malattia scoperta da pochi mesi. Un male inatteso per lui e per i molti che l'hanno conosciuto, seguito e apprezzato. "Arrivato, come dice Gesù nel Vangelo, al modo di un ladro che porta via il tempo e l’esistenza terrena", afferma l'arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, che ha presieduto la Messa delle esequie nella località friulana dove don Pierluigi è stato parroco per 40 anni e dove si è spento. "Possiamo intuire - prosegue il vescovo - che il travaglio interiore che don Pierluigi si è trovato ad affrontare sia stato non poco impegnativo. (...) Quello che noi abbiamo potuto vedere è che non ha ceduto a stati d’animo di abbattimento e di chiusura in se stesso. Al contrario, si è comportato come il servo fedele che porta avanti il compito ricevuto da Dio fino all’esaurimento delle sue energie."
Mandato a portare il lieto annuncio
Monsignor Mazzocato spiega che le due letture scelte per il funerale sono le stesse che don Pierluigi aveva voluto per la sua prima Messa a 28 anni e che in queste due pagine è possibile ritrovare il programma di vita del sacerdote lungo i suoi 47 anni di ministero. La prima è la chiamata di Geremia che Dio vuole come suo profeta. Geremia è spaventato ma Dio lo rassicura: “Non aver paura. Io metto le mie parole sulla tua bocca. Tu vai ad annunciarle a coloro a cui ti manderòâ€. Anche don Di Piazza accolse questo compito, dice l’arcivescovo, con una preferenza. Da buon servo del Signore e del Vangelo, don Pierluigi fece proprio l’amore particolare di Gesù per i poveri; per coloro che erano disagiati economicamente, fisicamente e socialmenteâ€.
Ho compiuto il compito che mi avevi consegnato
L’altra lettura racconta di Gesù che nella sinagoga di Nazareth afferma: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoâ€. Monsignor Mazzocato commenta dicendo che possiamo immaginare che anche don Di Piazza davanti al Signore avrà potuto dire: “Ho compiuto la Parola che mi avevi consegnato. Ho dato la vita per il Vangelo che mi avevi messo nel cuore e sulla boccaâ€. Alla fine del suo pellegrinaggio terreno, non ci resta che affidare don Pierluigi a Dio, conclude l’arcivescovo di Udine, perché possa ricevere il premio promesso nell’Apocalisse: ‘Beati i morti che muoiono nel Signore. Sì, essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono’.
Il Vangelo: programma spirituale e di impegno civile
Molti i messaggi di cordoglio, di amicizia e di riconoscenza arrivati in queste ore a Zugliano. “Mai come in questo momento avremmo avuto bisogno di Pierluigi - ha commentato la notizia della scomparsa don Luigi Ciotti, presidente di Libera -. Era un autentico uomo di pace e immagino lo sconforto che deve aver provato nelle ultime settimane, sentendo nuovi venti di guerra soffiare sopra l’Europaâ€. Don Ciotti, che oggi a Zugliano ha concelebrato la Messa, ha sottolineato come lo legasse a lui il modo di leggere il Vangelo “come Parola spirituale ma anche discorso civile, capace di pungolarci all’impegno per costruire giustizia già qui sulla terraâ€. E ancora: "Come tutti i veri costruttori di pace coltivava un sano conflitto interiore. Aveva una coscienza viva, cioè una coscienza inquietaâ€
Una condivisione piena
In un messaggio, firmato “I tuoi compagni di stradaâ€, di don Pierluigi si legge: “Hai costruito percorsi di pace, di giustizia e solidarietà, li hai condivisi con tante persone (…). La tua vita, vissuta perseguendo una Chiesa povera, aderente al Vangelo, incarnata nella storia, non è stata facile.(…) Hai dato tanto, tutto per gli altri senza tenere nulla per te, neppure qualche brandello di tempo libero. Ora il tuo tempo, i giorni che Dio ti ha concesso sono finiti e a noi resta lo sconforto della tua assenzaâ€.
A oggi un migliaio i profughi accolti
Testimone di valori come la pace, la solidarietà e l’impegno civile, don Pierluigi era nato a Tualis di Comeglians, piccola frazione della Carnia, il 20 ottobre 1947. Dopo la laurea in Teologia all’Università San Tommaso d’Aquino a Roma, ha insegnato religione nelle scuole per 30 anni. Nel 1989 ha fondato il Centro di accoglienza e di promozione culturale “Ernesto Balducci†dal quale sono passati finora circa un migliaio di profughi provenienti da diversi Paesi del mondo trovando ascolto, accoglienza e una concreta possibilità di integrazione nella società italiana. Fra gli attuali cinquanta ospiti del Centro, anche profughi dall’Ucraina, una famiglia siriana e una dell'Afghanistan.
Il Centro Balducci punto di riferimento culturale
Numerose anche le occasioni di dialogo ecumenico e interreligioso, di riflessione e di formazione da lui promossi presso il Centro, con importanti esponenti della cultura, del giornalismo, della magistratura, dell’economia, del sindacato e della politica. Giornalista pubblicista, don Di Piazza aveva collaborato con diversi giornali e riviste. Al 2012 risale uno dei suoi libri più noti, "Io credo. Dialogo tra un'atea e un prete", scritto insieme all’astronoma Margherita Hack. Dal 2004 era membro onorario della commissione interecclesiale Justicia y Paz di Bogotá e nel 2006 l' Università di Udine gli ha conferito la laurea honoris causa in Economia della solidarietà.
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