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Via Crucis a San Giovanni Rotondo Via Crucis a San Giovanni Rotondo

La Via Crucis delle Maddalene di Capitanata

Sono meditazioni che nascono dalla preghiera e dall’incontro con donne vittime di tratta in provincia di Foggia. A scriverle la Comunità Laudato si’ di San Giovanni Rotondo sul tema: “Forte come la morte. E’ l’amore”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Ho molta paura, Gesù! Ho incontrato Te attraverso persone che non mi giudicano, mi guardano in un modo nuovo, mi aiutano a guardare la realtà per affrontarla e asciugano quelle lacrime che non riesco a trattenere.

E’ l’ottava stazione della Via Crucis quando Gesù incontra le donne di Gerusalemme. Oggi quelle donne sono sulle strade di Capitanata, in Puglia, luogo affascinante ma anche segnato dal fenomeno dello sfruttamento sessuale e lavorativo. La Comunità Laudato si’ di San Giovanni Rotondo le ha incontrate insieme alle operatrici del progetto “La Puglia non tratta - Insieme per le vittime”. Dall’ascolto e dalla preghiera sono nate le meditazioni della Via Crucis che si è svolta alcuni giorni fa per le strade e all’interno del Santuario di Santa Maria delle Grazie.

La Via Crucis all'interno del Santuario di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo
La Via Crucis all'interno del Santuario di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo

Sorelle davanti a Dio

“Siamo partiti dalla parola di Dio - afferma Maria Stella Alemanno della Comunità "Laudato si’" di San Giovanni Rotondo - e abbiamo fatto emergere quello che ci accomuna. Ci siamo sentite sorelle e sono venute fuori le ansie, le gioie, le paure che sono le nostre anche se siamo di culture diverse, di età diverse, anche se abbiamo un colore della pelle diverso”. Una differenza che si fa ricchezza e fonte di dialogo. “Ogni incontro - racconta Maria Stella - cominciava con un salmo cantato e poi la lettura di un brano della Parola di Dio”, una Parola che si sedimenta, cresce e si confronta con la propria storia fatta di abusi e soprusi.

Ascolta l'intervista a Maria Stella Alemanno
La Via Crucis con le meditazioni di donne vittime della tratta
La Via Crucis con le meditazioni di donne vittime della tratta

Privata della dignità

I testi delle meditazioni lasciano emergere il senso di solitudine, la vergogna, la difficoltà di perdonarsi ma in tutto questo dolore arriva la forza riparatrice del Vangelo. “Sono stati dei passaggi difficili - sottolinea Maria Stella - perché non è scontata la vergogna”, mentre è scontata la misericordia di Dio.

Tu, o Gesù, sei stato crocifisso nudo all’incrocio di una strada dove tutti ti potevano vedere. Anche io ho vissuto questo… privata della mia dignità; mi sono vergognata tanto ed è stato difficile chiedere aiuto perché avevo paura di essere giudicata. Ma ora capisco che il senso di vergogna è una cosa passata, lo devo lasciar cadere! Non è questo che mi definisce! È un pezzo del mio passato, ma non mi serve.

“Nella decima stazione si parla della vergogna. Questo è stato un salto per noi e per loro, possibile grazie al vento dello Spirito che ha soffiato potente su di noi”. “Le operatrici ci hanno detto che è stato un percorso bello, nuovo, perché abbiamo innescato un dialogo su temi diversi sui quali forse non si erano mai soffermate”. A colpire Maria Stella anche le risposte che le donne vittime di tratta si sono date, leggendo la Parola di Dio, da chi diceva di aver capito che la sua esperienza sarebbe stata di aiuto a tante ragazze provenienti dalla Nigeria, a chi guardava a Gesù come Colui che non chiede nulla indietro mentre tanti uomini vogliono solo avere. “Stupisce che i pensieri di queste ragazze siano simili a quelli che noi conosciamo e professiamo per fede - conclude Maria Stella - eppure non lo hanno letto da nessuna parte, lo hanno semplicemente maturato nell’incontro con Dio”.

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15 aprile 2022, 12:00