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Armida Barelli a Marzio, estate 1951 Armida Barelli a Marzio, estate 1951

Armida Barelli e la spiritualità francescana: luce in ogni azione

Il ministro generale dell’Ordine dei frati minori, fra Massimo Fusarelli ha presieduto la veglia di preghiera a Milano, nella vigilia della beatificazione della cofondatrice dell'Università Cattolica. Ripercorse le esperienze più significative della sua vita, il suo impegno con la Gioventù femminile di Azione Cattolica, la sua consacrazione nel mondo e la spiritualità francescana che ha irradiato tutte le sue opere

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano 

Nel cuore di Milano, nella Basilica di Sant’Ambrogio, la preparazione alla beatificazione della “venerabile serva di Dio” Armida Barelli è proseguita, come nel corso di questa settimana, con una veglia di preghiera stasera, dalle 20.00 alle 21.30, rivolta a tutti, e in particolare ai giovani, e presieduta dal ministro generale dell’Ordine dei frati minori, fra Massimo Fusarelli. La veglia ha chiuso la giornata segnata dal Convegno "" alle ore 18 nell'Aula Pio XI dell'Università Cattolica di Milano.

Nelle sue parole e attraverso i testi di Armida si sono ripercorse le esperienze più significative della vita di questa "donna, una milanese a tutto tondo - come  l'ha definita fra Massimo -  profondamente inserita nel suo tempo e capace di anticipare il futuro come pochi". Una "costruttrice formidabile" di iniziative e di " interiorità"

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"Non comprenderemmo la sua parabola di vita  - ha detto il ministro generale - senza entrare in punta di piedi in questo cuore del suo edificio interiore, molto sensibile e profondo, tanto da essere inafferrabile", cuore di cristiana e di francescana. Una vita la sua, piena di energia e di attività, in preghiera costante, in "innamoramento del Signore" tale da "offrendosi" con tanta pienezza e "dando vita a generazioni e generazioni". Questo - ha sottolineato fra Massimo - affonda le sue radici non solo nella santità ma anche in altri aspetti che sono:"umanità, amicizia e perenne giovinezza del cuore".

Umanità e vigilanza, tratti francescani

"La preghiera di questa donna laica ha lasciato trasparire e insieme maturare la sua umanità. Ecco il tratto francescano più sobrio e duraturo che ritroviamo in lei. Ed è per questo stesso carattere che  - ha detto fra Massimo Fusarelli - vediamo bene come la preghiera di Armida  fosse profondamente laicale". Preghiera, dialogo intimo e costante con Dio che diventa "azione trasformatrice del mondo". A questo si aggiunga la "vigilanza". Spiega fra Massimo Fusarelli: Armida è stata una "donna vigilante perché non si è fissata su una forma prestabilita, né operativa né spirituale, ma ha saputo restare aperta alla realtà, duttile alle sue provocazioni e 'chiamate', : nulla di più secolare di questo, se ci pensiamo bene!". Ancora fra Massimo insiste sulla spiritualità da "laica", "che non separa dal mondo, ma che sa leggere, negli eventi della storia, i 'segni dei tempi', ascoltandovi la voce del Signore".

Gioventù femminile: una spinta per la Chiesa 

Infine il riferimento alla dignità delle donne del suo tempo: Armida  - ha sottolineato fra Massimo Fusarelli - ha contribuito al crescere della coscienza femminile di essere "abitata dal Mistero", una coscienza libera e responsabile, capace di autodeterminarsi, alla luce della fede e della ragione. "Una dimora interiore più solida permette la crescita della libertà dalle mura domestiche, per quelle donne che vi erano sino ad allora relegate: sarà questa la scommessa della 'Gioventù femminile cattolica italiana di Azione cattolica', quella di renderle protagoniste del loro tempo e della missione che da laiche avrebbero avuto in virtù della propria fede". "Sappiamo - ha aggiunto -  che la diffusione della Gioventù femminile su tutto il territorio nazionale permise un’ampia mobilitazione delle donne nella Chiesa a partire dalla base. L’associazione divenne uno strumento molto efficace per diffondere il messaggio di un laicato femminile attivo, dedito alla formazione delle persone e alla cura della dimensione spirituale. L’origine e la fine dell’azione dimoravano sempre in Cristo e in particolar modo nel Sacro Cuore, nei confronti del quale la Barelli nutrì profonda devozione per tutta la sua vita".

 

 

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29 aprile 2022, 22:25