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Militare colombiano nelle zone di guerriglia Militare colombiano nelle zone di guerriglia 

Colombia, scontri ad Arauca. Il vescovo: cerchiamo la riconciliazione

L'appello del capo della Chiesa presente nel territorio al confine con il Venezuela, da anni oggetto di contesa fra gruppi armati per il controllo delle attività illecite, in particolare del traffico di droga

Anna Poce – Città del Vaticano

Tre Comuni del Dipartimento di Arauca - Tame, Fortul e Saravena – hanno iniziato il nuovo anno sotto il segno della violenza, perpetrata dai militanti dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e dai dissidenti delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC). I gruppi armati continuano a combattere al confine con il Venezuela, nonostante la presenza della popolazione civile.

Secondo Etelivar Torres, sindaco di Arauquita, sono almeno 17 i morti nel Dipartimento. In questa situazione, è urgente – riferisce Juan Carlos Villate, difensore civico di Tame - la creazione di corridoi umanitari sicuri che permettano alla popolazione di lasciare i territori e che venga messo a disposizione un riparo per più di 2.000 persone che cercano di sfuggire ai combattimenti.

Invito a non coinvolgere la popolazione civile negli scontri 

Monsignor Jaime Cristóbal Abril González, vescovo di Arauca, in un comunicato diffuso sulla pagina web dell’episcopato, si dice preoccupato per questi eventi che esacerbano la crisi umanitaria e sociale in corso nella zona da decenni. “In un certo senso – scrive monsignor Abril - stiamo ripetendo la storia già vissuta ad Arauca tra il 2004 e il 2011, che purtroppo ha causato tante vittime".

Il presule esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà alla popolazione civile, ancora una volta vittima di questi scontri, e chiede a chi genera tanta violenza di tenere fuori la comunità dalle ostilità, invitandoli a "calmare i loro spiriti, a "pensare a mente fredda", a guardare al bene comune e a non lasciarsi trasportare dal turbine della violenza, che non si sa quali ulteriori conseguenze può generare". Per superare le differenze, il vescovo esorta al dialogo, "ponendo come base fondamentale la verità e la chiarezza dei fatti".

Chiama, quindi, le autorità a verificare i fatti accaduti e a fare ciò che è necessario per proteggere la vita e l'integrità della popolazione civile dove questi scontri stanno avvenendo. Le  invita inoltre a stabilire piani di emergenza e aiuti umanitari dove necessario.

Rivolgendosi poi alla comunità internazionale presente in questi territori, la esorta a fornire se necessario accompagnamento alla popolazione civile e alle sue strutture organizzative.

Da parte sua, la Chiesa cattolica di Arauca, "fedele ai suoi principi evangelici - conclude il vescovo - sarà sempre pronta a collaborare in tutto ciò che corrisponde, ed è necessario, con l'obiettivo di contribuire al meglio al superamento dei gravi eventi attuali e, in generale, alla riconciliazione e alla pace".

La solidarietà  della Conferenza episcopale colombiana

Anche monsignor Luis José Rueda Aparicio, presidente dell'episcopato e arcivescovo di Bogotà, ha espresso la sua vicinanza al popolo di Arauca, deplorando che a pochi giorni dall'inizio del 2022, gruppi armati illegali continuino ad attaccare la vita delle persone. Il presule ha espresso la sua vicinanza alla Chiesa e agli abitanti di questa regione, ha esteso le sue preghiere alle vittime degli scontri e ha chiesto la pace in questi territori.

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04 gennaio 2022, 10:26