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Strade di Cuba, foto d'archivio Strade di Cuba, foto d'archivio 

Cuba, i vescovi: necessario un progetto nazionale per tutti

A pochi giorni dalla “Marcia civica per il cambiamento”, organizzata per il 15 novembre dalla piattaforma Arcipelago e proibita dal governo perché considerata un atto di destabilizzazione diretto dagli Usa, la Conferenza episcopale chiede il rispetto del pensiero altrui esprimendo preoccupazione per il clima di tensione e di scontro nel Paese

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

“Ogni cubano dovrebbe poter esprimere e condividere liberamente e con rispetto le proprie opinioni personali, i propri pensieri o le proprie convinzioni, anche quando differiscono dalla maggioranza”. Lo scrivono i vescovi cubani in un pubblicato sul loro portale e diffuso al termine della loro 158.ma plenaria svoltasi dall’8 all’11 novembre a L’Avana, nella Casa Sacerdotale “San Juan María Vianney”. La Conferenza episcopale, riguardo al clima di tensione e di scontro di queste ultime settimane scaturito dalle dure critiche alla “Marcia civica per il cambiamento”, ritenuta un’iniziativa contro il Governo promossa dagli Stati Uniti, ha voluto condividere alcune considerazioni precisando che “qualsiasi atto di violenza, fisico, verbale o psicologico, ferisce gravemente l’anima della nazione cubana e contribuisce ancor di più al dolore, alla sofferenza e alla tristezza” delle famiglie. Tutto ciò, per i vescovi, non consente di costruire un futuro di speranza e inoltre “la violenza contraddice la volontà di Dio”.

Indulgenza per chi è in carcere dall’11 luglio per le manifestazioni di piazza

“Riteniamo che sia sempre più urgente coinvolgere i cubani in un progetto nazionale che impegni e motivi tutti; che tenga conto delle differenze, senza esclusioni o marginalizzazioni”, affermano i presuli, per i quali sono anche necessari “meccanismi dove, senza timore di intimidazioni e rappresaglie, tutti possano essere ascoltati” e cambiamenti “che favoriscano una vita dignitosa e felice per tutti i bambini”. La Conferenza episcopale domanda poi “un gesto di indulgenza” per le persone ancora in carcere in seguito alle proteste dell’11 luglio, quando migliaia di cubani sono scesi in strada per protestare pacificamente contro la situazione economica, la scarsità di medicinali, la risposta delle autorità alla pandemia da Covid-19 e le dure limitazioni alla libertà di espressione e di manifestazione. “Esortiamo ancora una volta tutti a non lesinare sforzi affinché siano lastricate le vie della comprensione, della riconciliazione e della pace - concludono i vescovi - in modo tale che le varie proposte sul destino presente e futuro del nostro Paese, trovino uno spazio di sanità mentale, tolleranza e armonia, e si stabilisca un dialogo armonioso e civile per trovare le migliori soluzioni”.

I temi della plenaria dei vescovi

Nel corso della loro assemblea, i presuli hanno parlato inoltre del processo sinodale in corso nelle diocesi, della partecipazione della Chiesa cubana all’Assemblea Ecclesiale Continentale che si terrà in Messico dal 21 al 28 novembre, di ecumenismo a Cuba e della prossima Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Tra gli argomenti all’ordine del giorno pure la bozza del nuovo Codice della famiglia, la legge sui diritti dei nuclei familiari che prevede, tra l’altro, l’introduzione del matrimonio egualitario e l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Il testo è stato analizzato insieme a un gruppo di sacerdoti, coppie e avvocati e ciò ha consentito una più ampia, chiara e diretta conoscenza della normativa che a sua volta consentirà alla Chiesa di esprimere un proprio parere su alcuni temi che hanno particolarmente preoccupato molti fedeli e famiglie. 

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13 novembre 2021, 16:18