Canada, la Chiesa cattolica chiede scusa per gli abusi sulle popolazioni indigene
Salvatore Cernuzio â Città del Vaticano
âEsprimiamo il nostro profondo rimorso e chiediamo scusa inequivocabilmenteâ. Un addolorato mea culpa quello dei vescovi cattolici del Canada che, riuniti in plenaria questa settimana, hanno presentato tramite scuse formali alle popolazioni indigene dopo il ritrovamento, questâestate, di oltre mille tombe anonime con resti di bambini autoctoni nei pressi delle scuole residenziali. Si tratta delle scuole istituite intorno alla fine dellâ800 dal governo canadese e affidate alle Chiese cristiane locali, tra cui quella cattolica.
Oltre 4 mila bambini morti per maltrattamenti e disagi
Si stima che, a partire dal 1883 fino agli anni â60 del secolo scorso, circa 150 mila bambini delle Prime Nazioni, Métis e Inuit erano stati obbligati a frequentare una di queste 139 scuole distribuite in tutto il Paese, rompendo il legame con le loro famiglie, con la loro lingua e cultura. La decisione rientrava nel quadro della politica di assimilazione delle popolazioni native decisa dal Governo federale. Nel 2015, dopo sette anni di ricerche, la Commissione per la verità e la riconciliazione del Canada ha diffuso un rapporto da cui sono emersi nel dettaglio i maltrattamenti e le condizioni di disagio e malnutrizione a cui furono costretti questi minori, causate spesso anche dai mancati finanziamenti da parte del governo. A causa di malattie, fame, freddo, almeno 4 mila di questi bambini e adolescenti trovarono la morte lungo circa 80 anni.
Mea culpa dei vescovi: gravi abusi
Quasi "un sistema", come lo identifcano i presuli del Canada, che oggi ammettono che âa questo sistema hanno partecipato molte comunità religiose e diocesiâ: esso ha portato alla âsoppressioneâ di lingue, cultura e spiritualità indigene e soprattutto ânon ha rispettato la ricca storia, le tradizioni e la saggezza dei popoli nativiâ. âRiconosciamo anche con dolore il trauma storico e continuo e lâeredità della sofferenza e delle sfide affrontate dai popoli indigeni che continuano ancora oggiâ, si legge ancora nel comunicato dei vescovi, i quali denunciano anche i âgravi abusiâ commessi da alcuni membri della comunità cattolica: abusi âfisici, psicologici, emotivi, spirituali, culturali e sessualiâ.
L'impegno per la guarigione
Si ribadisce quindi il pieno impegno nel processo di guarigione e riconciliazione, invocato da Papa Francesco nellâAngelus del 6 giugno scorso dopo il ritrovamento a maggio di 215 resti umani dove sorgeva la Kamloops Indian Residential School. A questo, poche settimane dopo, è seguito il ritrovamento di altre 715 tombe anonime nei pressi della Marieval Indian Residential School. La macabra scoperta aveva suscitato paura e rabbia in tutto il Paese, nonché durissime reazioni contro la Chiesa cattolica, tanto che quattro chiese nella provincia di British Columbia erano state date alle fiamme e vandalizzate.
Le parole del Papa all'Angelus
âLa triste scoperta â diceva il Papa nellâ - accresce ulteriormente la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato. Le autorità politiche e religiose del Canada continuino a collaborare con determinazione per fare luce su quella triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e guarigione. Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti noi per allontanarci dal modello colonizzatore e anche delle colonizzazioni ideologiche di oggi e camminare fianco a fianco nel dialogo e nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutte le figlie e i figli del Canadaâ.
L'incontro in Vaticano con i popoli nativi
Papa Francesco â ricordano i vescovi del Canada â riceverà a dicembre in Vaticano i rappresentanti dei popoli nativi, dal 17 al 20 dicembre: tre colloqui distinti con i gruppi di Prime Nazioni, Inuit e Métis, e poi unâudienza finale collettiva. Sarà unâoccasione, scrivono i vescovi nella nota, per âdiscernere come egli possa sostenere il nostro comune desiderio di rinnovare le relazioni e camminare insieme lungo il cammino della speranza nei prossimi anniâ. La Conferenza episcopale assicura pure di impegnarsi âa lavorare con la Santa Sede e i nostri partner indigeni sulla possibilità di una visita pastorale del Papa in Canada come parte di questo viaggio di guarigioneâ.
Iniziative nelle diocesi e raccolta fondi
Intanto come âespressione tangibile di questo impegno costanteâ per la riconciliazione, la Chiesa canadese ricorda, oltre alle iniziative pastorali in corso nelle diocesi, anche la raccolta fondi avviata in ogni regione per sostenere iniziative discusse localmente con gli stessi partner indigeni. âInvitiamo i popoli indigeni a viaggiare con noi in una nuova era di riconciliazione â si legge nelle ultime righe della dichiarazione -, aiutandoci in ogni nostra diocesi in tutto il Paese a dare priorità alle iniziative di guarigione, ad ascoltare lâesperienza dei popoli indigeni, specialmente i sopravvissuti delle scuole residenziali indiane, e ad educare il nostro clero, gli uomini e le donne consacrati, e i fedeli laici, alle culture e alla spiritualità indigene. Ci impegniamo a continuare il lavoro di fornire documentazione o registri che aiutino la memorizzazione di coloro che sono sepolti in tombe senza nomeâ.
Le scuse dei vescovi arrivano a meno di una settimana della prima giornata nazionale di verità e riconciliazione per i bambini scomparsi e i sopravvissuti delle scuole residenziali, in programma il 30 settembre.
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