Giornata mondiale dei nonni. Dal Cin: dimenticarli è un male per la società intera
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Nonni, depositari di amore, pazienza e saggezza, scrigni di memoria, autori di sogni profetici, custodi di radici, anello di congiunzione tra le generazioni, eredità di fede. Nonni talvolta fragili, dalla voce spesso flebile, eppure sempre preziosa la cui preghiera è in grado di “proteggere il mondo”. A loro Francesco, dall’inizio del pontificato, non ha mancato di rivolgere il pensiero, a loro è giunto più volte il suo incoraggiamento, l’encomio, il richiamo ad essere, in virtù dei loro carismi, costruttori di pace e giustizia, modelli di solidarietà, fino a volergli dedicare una Giornata mondiale, anticipata da un che fa eco all’enciclica , dal titolo “Io sono con te tutti i giorni”.
L'istituzione della Giornata
, il Papa diceva infatti: “I nonni tante, troppe volte, sono dimenticati! Per questo, ho deciso di istituire la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si terrà ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù”. Così la Chiesa intera, per volere del Pontefice, dedica a loro questo giorno, concedendo anche a chi prenderà parte alle tante celebrazioni in programma e a tutti quegli “angeli custodi” che andranno a trovare di persona un anziano in difficoltà, portandogli la carezza del Papa e della Chiesa, dicendogli con forza: “C’è bisogno di te per costruire nella fraternità e nell’amicizia sociale, il mondo di domani”, ma anche ricordandogli che non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo e trasmettere la fede e le tradizioni ai nipoti.
Le iniziative e i luoghi
Dunque Messe, momenti di incontro e condivisione, preghiere negli ospedali o nelle RSA, ma anche “abbracci a domicilio”, destinati a riparare, dopo oltre un anno di pandemia, quella dolorosa solitudine, che ha ferito e ucciso i nonni quasi quanto il Covid-19. Per l’occasione il , in comunione con il Vicario di Cristo. Ad aprire idealmente la giornata, la Santa Messa in San Pietro alle ore 10.00, presieduta da monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Mentre culla simbolica di questo evento in Italia sarà il Santuario Pontificio della Santa Casa di Loreto che nel corso della maratona di preghiera del mese di maggio ha dedicato il Rosario proprio ai nonni, prime vittime della pandemia.
L'esempio di Anna e Gioacchino
Il Santuario custodisce infatti le tre pareti della Casa di Nazareth dove hanno vissuto Sant’Anna e San Giacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù, modelli di educazione, esempi di fede, tenacia e preghiera. In quella Casa dove avvenne l’annuncio dell’Angelo Gabriele alla Vergine e il Sì che cambiò la storia e il volto dell’umanità, Anna e Gioacchino, anziani nel corpo ma giovani e ferventi nello spirito, non sono mai stati spettatori estranei del mistero, hanno invece collaborato attivamente al disegno salvifico di Dio, accogliendo e accompagnando Maria nella sua missione. Anche oggi in tanti casi sono proprio gli anziani e i nonni, a trasmettere la fede ai nipoti e, con la loro testimonianza, ad aiutare i giovani a dire di sì a Dio e ai Suoi progetti. “Mi piace ricordare – afferma l’arcivescovo di Loreto, monsignor Fabio Dal Cin, nell’intervista di Fabio Colagrande – che proprio in quella Santa Casa, il Papa nel 2019, durante la sua visita a Loreto, ha firmato l’Esortazione apostolica dove invita i giovani ad essere ‘giovani con radici’ e dice, proprio in quella lettera, che gli anziani hanno sogni intessuti di ricordi, di immagini, di tante cose vissute, segnati dall’esperienza e dagli anni, e se i giovani oggi si radicano nei sogni degli anziani, dei nonni, riescono a vedere meglio il futuro, possono persino avere visioni che aprono orizzonti nuovi e cammini nuovi, e questo legame tra generazioni, tra i giovani e i nonni, ci viene proprio ricordato da questa reliquia insigne della Santa Casa. Questo è il segno e il senso forte con cui ci apprestiamo a vivere questo evento”.
E' grave dimenticare gli anziani
Monsignor Dal Cin torna sulle parole del Papa, contenute nel Messaggio per questa Giornata Mondiale e con forza chiede di non dimenticare gli anziani, di non abbandonare all’indifferenza coloro che per primi ci hanno dato la vita, offrendoci opportunità che altrimenti non avremmo avuto. “E’ grave questa dimenticanza degli anziani - afferma l'arcivescovo di Loreto - questo è essere presi anche da tanti impegni, da tanto affanno, da tanto lavoro, da tante cose e non avere più tempo per loro. E’ un male dimenticare gli anziani, è un grave male per la nostra società e il Papa ci ricorda invece questa attenzione, questa cura per loro; e lo ricordava anche prima della pandemia ad ogni occasione; ce lo ricorda oggi rimarcando l’importanza di questo dialogo con le generazioni. Lo ha scritto nella Christus Vivit: l’importanza di connessione tra i giovani e gli anziani. Connessione che nasce dalla natura stessa del nonno e dell’anziano che non ha più l’orologio in mano e che può dunque regalare ai propri nipoti, ai pronipoti, ai giovani, quella gratuità del tempo che è la cosa più preziosa che si possa donare: il proprio tempo, la propria vita e la sapienza della propria vita”.
L'affidamento alla Vergine di Loreto
A presiedere a Loreto la solenne Eucarestia giubilare, trasmessa in diretta alle ore 10, sul , sarà monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica. Monsignor Dal Cin, invece al termine della celebrazione accompagnerà nella Santa Casa due coppie di nonni e una rappresentanza di giovani, nel rispetto delle norme anti-Covid, per una speciale benedizione e un atto di affidamento alla materna protezione della Beata Vergine di Loreto e dei Santi Anna e Gioacchino di tutti i nonni del mondo e per consegnare alle giovani generazioni un compito importante: prendetevi cura gli uni degli altri!
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