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Bassetti: non dimenticare chi è accanto a quanti soffrono per il Covid

Nella Messa per le vittime della pandemia, il presidente della Cei ha definito una “catena eucaristica”, l’iniziativa di preghiera promossa dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Esordisce esprimendo gratitudine “al cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per questa iniziativa di preghiera per le vittime della pandemia, che ad oggi sono circa 800mila in Europa”, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, nell’omelia della Messa celebrata questa mattina nella Cappella di Gesù Buon Pastore nella sede della Cei a Roma. Il porporato definisce una “catena eucaristica”, questa iniziativa europea in suffragio di centinaia di migliaia di persone che non vanno dimenticate: “È importante ricordare anche tutte le famiglie che hanno subito lutti e tutti coloro che ancora sono colpiti dal virus, tutti i malati”, ha detto rimarcando l’importanza di questo gesto, così significativo, e segno di comunione e di speranza per l’intero Continente europeo.

Non dimenticare le vittime

“Esprimiamo gratitudine a quanti continuano a dedicarsi alle persone più bisognose di cure: i medici, gli operatori sanitari, i volontari e tutti coloro che sono in prima linea in questo momento così delicato – ha continuato - lo ripeto: non possiamo e non dobbiamo dimenticare soprattutto i morti di questa pandemia, uomini, donne, anziani, giovani, sacerdoti e religiosi, che sono stati strappati alla vita dalla violenza del virus. Vogliamo pregare per loro, per i loro cari, per quanti stanno ancora soffrendo e per tutti gli operatori sanitari che sono impegnati in prima linea e, con dedizione e professionalità, si prendono cura degli ammalati”. Il presidente della Cei ha poi proseguito spiegando le Letture del giorno: “Nella logica della parabola del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato, il ricco non ha nome: la ricchezza è anonima quando è frutto di ingordigia e, quindi, di indifferenza verso l’altro. Il povero ha invece un nome preciso: Lazzaro. È prediletto da Dio non perché sia migliore degli altri ma perché è un ‘povero’, coperto di piaghe, rifiutato da tutti: solo i cani sembrano interessarsi di quest’uomo, che desidera solo sfamarsi, almeno delle briciole che cadono dalla mensa del ricco. Muore il povero e a lui è riservata la gioia della compagnia fraterna di Abramo; muore anche il ricco e resta solo fra i tormenti e i rimpianti per sé e per la sua famiglia”.

Il Vangelo nella vita di ogni giorno

“Gesù guarda la storia con quel realismo evangelico, che non è il nostro realismo. C’è un’economia che arricchisce uccidendo, che semina tante vittime e produce miriadi di scarti. Ma agli occhi di Dio questi perdenti sono in realtà i vincitori – conclude il cardinale Bassetti parlando del senso della Quaresima per un cristiano - dobbiamo avere il coraggio non solo di annunciare il Vangelo, ma, come ci insegna Papa Francesco, di renderlo attuale nella nostra vita già oggi. Cari fratelli, cari amici, viviamo il tempo provvidenziale di Quaresima in questo orizzonte di preghiera e di impegno concreto per chi soffre ed è dimenticato”.

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04 marzo 2021, 15:26