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Nord Kivu, l'aiuto della Caritas per far rinascere l'agricoltura

Vendita di prodotti e più scambi commerciali: il progetto attuato con l'aiuto della Chiesa faciliterà la vita a migliaia di persone nei territori di Nyiragongo, Masisi e Rutshuru

Tiziana Campisi - Città del Vaticano

Caritas Congo renderà fruibili oltre 26 chilometri di strade per il servizio agricolo, nell’ambito di un progetto dell’Unicef, del Programma alimentare mondiale (Wfp) e dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) che mira alla sistemazione di un totale di 55,6 chilometri. Il piano, riferisce il portale di Caritas Congo, interessa i territori di Nyiragongo, Masisi e Rutshuru, nella provincia del Nord Kivu. Martedì scorso è stato dato il via ai lavori per 5 chilometri che collegano la zona di Muja, nel territorio del Nyiragongo, alla città di Goma, attraverso il distretto di Ndosho. Il direttore di Caritas Goma, padre Richard Muhindo, che coordinerà l’intervento della Caritas, precisa che gli interventi dureranno 4 mesi e mentre serviranno 2 mesi per la valutazione da parte dell’Ufficio Strade di Servizio Agricolo (Ovda). “Queste sono le strade che aiuteranno a dare una spinta all’agricoltura - ha detto il direttore della Caritas -. Gli agricoltori potranno così andare a vendere i loro prodotti a Goma ad ogni raccolto, senza difficoltà negli spostamenti”. Il ministro provinciale responsabile dell’Agricoltura del Nord Kivu, Fatouma Hassan, ha affermato che la realizzazione di questo progetto offrirà maggiore sicurezza. “Ora sarà possibile accedere più rapidamente nelle strade e sarà anche più facile intervenire in caso di emergenza”, ha precisato Fatouma Hassan, assicurando che i lavori saranno seguiti perché vengano portati a termine. A beneficiare del progetto saranno 12.500 persone del territorio di Rutshuru e altre 15mila di Masisi e Nyiragongo, che saranno assistiti dalla Fao.

La vicinanza e il lavoro di mediazione della Chiesa

E sempre nel Nord Kivu, nei giorni scorsi, si è recata in visita una delegazione di vescovi dell’Associazione delle conferenze episcopali dell’Africa centrale (Aceac) e della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (Cenco). I presuli si sono recati nei villaggi situati sulla strada nazionale 4, nel settore Beni-Mbau del territorio di Beni. A Mayimoya, i vescovi, incontrando la popolazione locale, hanno espresso vicinanza e solidarietà. I membri dell’Aceac, poi, sono stati invitati dal governatore della provincia, Carly Nzanzu Kasivita, a prendere parte ad un incontro con alti ufficiali dell’esercito per discutere della questione sicurezza nella regione di Beni. I presuli hanno evidenziato che ai militari vanno assicurate paghe regolari, mentre i rappresentanti dell’esercito hanno chiesto l’intervento della Chiesa perché la gente torni ad avere fiducia nelle relazioni con le istituzioni. Una Messa per la pace nel Paese e per ricordare le vittime dei massacri nella regione di Beni, è stata poi celebrata lunedì scorso nella Pro-Cattedrale di Beni-Paida. Vi hanno preso parte monsignor Marcel Madila, arcivescovo di Kananga e presidente dell’Aceac, monsignor François Xavier-Maroy, arcivescovo di Bukavu, monsignor José Moko, vescovo di Idiofa e vicepresidente della Cenco; padre Jean-Pierre Badidike, segretario generale dell’Aceac e padre Donatien Nshole, segretario generale della Cenco. Nella sua omelia monsignor Maroy ha chiesto ai fedeli di pregare per le autorità civili e in particolare per i militari che difendono il Paese. Era presente il governatore Carly Nzanzu Kasivita che ha rassicurato la popolazione circa la determinazione del capo dello Stato, Félix-Antoine Tshisekedi, nel voler sradicare i gruppi armati, ha trasmesso il messaggio di cordoglio del presidente alla popolazione di Beni, vittima di una ricorrente insicurezza, e ha infine invitato tutti, e i giovani in particolare, a sostenere le istituzioni nei loro sforzi perché si raggiunga la pace.

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25 gennaio 2021, 08:00