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La preghiera alla Madonna Lagrimosa durante le epidemie

Cinque video raccontano il barocco e l'arte della vasta diocesi di Tortona. Un viaggio promosso dalle locali istituzioni culturali ecclesiastiche alla scoperta di un patrimonio poco conosciuto, ma ricco di fede e devozione. Domenica 20 gennaio sarĂ  la volta della Collegiata di Novi Ligure dove si conserva l'immagine della "Madonna Lagrimosa", invocata fin dalla peste del Seicento

Paolo Ondarza - Città del Vaticano 

Una statua quattrocentesca in legno d’ulivo. E' la “Madonna “Lagrimosa” e fu scolpita e dipinta nel XV secolo , nello stile tipico dell’arte bizantina dai monaci benedettini nella Collegiata di Novi Ligure,  principale tempio mariano della città in provincia di Alessandria. Qui è antica e particolarmente sentita la devozione alla “Munificentissima Novarum Patrona”.  

La Madonna Lagrimosa a Novi Ligure
La Madonna Lagrimosa a Novi Ligure

La Vergine custode della città

La scultura rappresenta il tema nordico del Vesperbild, o Pietà: Maria vestita di rosso, con un manto blu che le copre la testa, tiene sulle ginocchia il corpo di Gesù, irrigidito dalla morte. L’opera è sopravvissuta all’incendio del 1484 e durante l’epidemia di peste del 1630, decritta dal Manzoni, è stata oggetto di particolare preghiera e venerazione al punto che, in segno di ringraziamento per la liberazione dal morbo, ogni 5 agosto i novesi continuano ad affidare alle mani della Vergine le chiavi della città. Il manufatto, fortemente attuale in questi mesi segnati dalla pandemia,  è tra i protagonisti dei cinque video dedicati al Seicento e al Barocco Sacro nella Diocesi di Tortona che ogni domenica, a partire dal 13 dicembre, vengono proposti sui canali social del Polo Culturale Diocesano e sui siti del e della .

Le chiavi della città di Novi Ligure nella mano della Madonna Lagrimosa
Le chiavi della città di Novi Ligure nella mano della Madonna Lagrimosa

Una diocesi estesa su tre regioni

L’idea iniziale era realizzare una mostra sul Barocco negli spazi del Museo che ha sede nell’ex seminario vescovile, coinvolgendo nell’allestimento anche gli altri istituti culturali ecclesiastici: l’Archivio e la Biblioteca. L’emergenza sanitaria ha reso impossibile il progetto, ma non ha spento la volontà di promuovere cultura e incontro. “Il barocco non è uno stile preponderante nel panorama artistico locale”, spiega a Pope Lelia Rozzo, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tortona: “Abbiamo testimonianze ridotte. Il nostro è un territorio che si estende su tre regioni: Piemonte, Lombardia e Liguria. Non è una zona dalla forte vocazione turistica, ma questa è un’occasione per farne conoscere, al di là dei confini diocesani, il patrimonio ecclesiastico. I cinque video vogliono mostrare al pubblico dettagli delle chiese che magari sfuggono all’attenzione ed invogliare alla visita delle nostre chiese. Raccontiamo attraverso le carte del nostro archivio la storia di due vescovi milanesi che nel Seicento occuparono la cattedra di San Marziano, proto-vescovo di Tortona: i monsignori Paolo Arese e Carlo Settala”.

Ascolta l'intervista a Lelia Rozzo:

Tracce del barocco 

I filmati conducono alla scoperta di significativi edifici dei secoli XVII e XVIII: oltre alla Collegiata di Sant’Andrea a Novi Ligure, vengono presentati la Basilica di San Pietro a Broni, la chiesa di San Giacomo e l’oratorio di San Rocco a Tortona. Un percorso tra arte e fede, attraverso architetture, edifici, sculture o pitture a cui la chiesa locale è particolarmente legata. Il progetto video è inserito all’interno dei piani di valorizzazione interdiocesani, coordinati dalla Consulta Ecclesiastica del Piemonte e della Valle d’Aosta, insieme alla Regione Piemonte ed è stato prodotto grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana.  

Barocco Sacro. Guarda il primo dei cinque video realizzati dalla Diocesi di Tortona

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15 dicembre 2020, 10:09