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Sostenitori del presidente uscente Faustin-Archange Touadéra a Bangui per un meeting elettorale Sostenitori del presidente uscente Faustin-Archange Touadéra a Bangui per un meeting elettorale 

Voto in Centrafrica, vescovi chiedono pace e collaborazione

Un popolo stanco e impaurito e istituzioni che hanno l'obbligo della protezione, ma faticano ad attuarla. Ruota intorno ad un forte appello alla pace, alla collaborazione, al dialogo interreligioso il messaggio scritto dai vescovi della Repubblica Centrafricana in vista delle presidenziali del 27 dicembre

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Un appello all'unità, alla responsabilità e alla pace per un Paese che ha sofferto tanto: è quello levato dai vescovi della Repubblica Centrafricana a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del prossimo 27 dicembre.

Come "messaggeri di pace e di speranza" i presuli, riprendendo le parole di papa Francesco in occasione del viaggio apostolico nel Paese e si rivolgono alle autorità, ai giovani,ai militari e a tutti, uomini e donne, di buona volontà. Difficile fare campagna elettorale e per i candidati raggiungere le loro circoscrizioni: troppa insicurezza e minacce che creano " asfissia" nell'economia del Paese. La presenza di uomini armati minaccia e fa paura alla popolazione sempre pronta a subire attacchi.

Una guerra per procura

Perché tutto questo si chiedono i presuli? Per impedire il voto, prendere il potere con le armi, versare sangue innocente o distruggere quanto costruito? Quella che il Paese vive è - dicono i vescovi - una "guerra per procura", come denunciato sin dall'ottobre 2020 dalla ong americana The Sentry, specializzata in indagini sui crimini di guerra. La Chiesa - ricordano - appoggia e apprezza il sistema democratico in cui vince la libertà, la partecipazione e la scelta pacifica della forma di governo più adeguata. Da qui la ferma condanna di qualsiasi alleanza politico-militare volta a destabilizzare il sistema democratico, paralizzare la vita socio-politica ed economica, e danneggiare pace e benessere del popolo centrafricano. 

Condanna ma anche denuncia di "guerre di interessi geostrategici" da parte di grandi potenze a scapito della popolazione centrafricana, davanti alle quali "l'indifferenza o l'inazione" hanno il peso di un colpo di Stato.

L'appello ad ogni fascia sociale

Dunque cosa aspettarsi? I vescovi si rivolgono direttamente nel loro messaggio alle diverse componenti sociali del Paese che,scrivono, desidera solo la pace. Esortiamo il governo e la politica ad attuare un Piano di sicurezza che faciliti il processo elettorale; la Minusca (forza Onu di pace) a dare priorità al dialogo e al consenso nazionale nel rigoroso rispetto dell'ordine costituzionale. Poi la parola è rivolta ai gruppi armati e ai loro sponsor per dire di deporre le armi e rinunciare alla violenza lasciando respirare il Paese. "Invece di darci strumenti di morte, aprite scuole - scrivono i  vescovi -  dove i giovani possano formarsi per contribuire in modo più umano alla ricostruzione della nostra nazione". E poi ai giovani e alle donne l'ultima parola: rifiutate di essere reclutati in gruppi armati. "Siate invece attori di pace e sviluppo", e alle donne: fate sentire le vostre voci di madri".

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22 dicembre 2020, 07:43