Quando sport vuol dire inclusione
Giampaolo Mattei - Città del Vaticano
Con Papa Francesco per coach, per Athletica Vaticana è naturale correre — letteralmente... — per le strade tra la gente cercando di testimoniare coi fatti (e, se proprio serve, pure con le parole) il volto solidale e inclusivo dello sport. La pandemia non lo consente... e allora spazio alla solidarietà creativa, al servizio, al “fratelli tutti†anche nello sport.
«Sono contento che voi di Athletica Vaticana portiate avanti questo modo di vivere lo sport. Continuate così! E auspico che possiate realizzare appena possibile il Meeting che era previsto per la scorsa primavera». Rilanciando l’auspicio di coach Francesco (rivolto il 5 settembre alla “sua†squadra), il 21 settembre 2021 Athletica Vaticana e il gruppo sportivo Fiamme Gialle organizzeranno — pandemia permettendo — il Meeting internazionale We Run Together - Simul Currebant (il riferimento è evangelico: Pietro e Giovanni «correvano insieme» al sepolcro) nel centro sportivo della Guardia di Finanza a Castelporziano. Avrebbe dovuto svolgersi il 21 maggio scorso.
Sport, ponte di pace
Campioni olimpici saranno in pista insieme con atleti paralimpici, atleti con disabilità mentale e con rifugiati, migranti e carcerati che saranno anche, significativamente, giudici di gara. «Tutti insieme e con pari dignità» ha suggerito coach Francesco rivolgendosi, il 20 maggio, sempre ad Athetica Vaticana. Di più: «Una testimonianza concreta di come dovrebbe essere lo sport: cioè un “ponte†che unisce donne e uomini di religioni e culture diverse, promuovendo inclusione, amicizia, solidarietà, educazione. Cioè un “ponte†di pace».
È questa l’essenza di servizio di Athletica Vaticana, affidata dalla Segreteria di Stato al Pontificio Consiglio della cultura. Non avrebbe senso un’associazione sportiva con sede e personalità giuridica in Vaticano per fare sport “e bastaâ€. Valga il chiaro incoraggiamento di coach Francesco (20 maggio) alla “sua†squadra: «Sono contento che questa iniziativa sia promossa da Athletica Vaticana, una realtà che testimonia concretamente, sulle strade e in mezzo alla gente, il volto solidale dello sport. Il primo gesto di Athletica Vaticana è stato quello di accogliere come atleti “onorari†alcuni giovani migranti e una bambina con una grave malattia neurodegenerativa».
We Run Together
Intanto, al posto del Meeting del 21 maggio — e in attesa di farlo il 21 settembre 2021 — coach Francesco ha sostenuto, donando 4 oggetti, l’asta We Run Together per il personale sanitario che assiste i malati di covid negli ospedali di Bergamo e Brescia. In estate sono stati raccolti 100.000 euro e coinvolti oltre 150 atleti nel mondo. «Mi ha fatto molto piacere sapere — ha detto il Papa il 5 settembre — che alcuni atleti hanno anche aperto la porta della loro casa per la gioia di un incontro diretto».
Progetti per il dopo virus
E Athletica Vaticana continua a vivere lo stile sportivo indicato da Francesco (ben delineato nel recente libro Mettersi in gioco edito dalla Lev). Ora non ci sono gare, è il tempo della solidarietà creativa e così Athletica Vaticana ha preso parte — lo ha ricordato Francesco all’Angelus il 1° novembre — alla “Corsa dei Santi†virtuale per sostenere i missionari salesiani ad aiutare i minori nelle carceri. E chissà se nel 2021 si potrà correre di nuovo anche la Via Pacis. Per le donne e gli uomini che stanno dando vita all’esperienza di Athletica Vaticana l’incontro di preghiera per la pace, con il Papa e i leader religiosi, in Campidoglio, il 20 ottobre, è stato simbolicamente una... “edizione straordinaria†della “loro†Via Pacis: partenza e arrivo a San Pietro dopo aver “accarezzato†sinagoga, moschea, le altre chiese cristiane e i templi orientali.
Per un “abbraccio di pace†con la comunità sportiva dei Piccoli Stati d’Europa — sempre pandemia permettendo — Athletica Vaticana sarà a San Marino il 5 giugno per una manifestazione nella quale la voglia di amicizia e di dialogo prevale sul pur sacrosanto impegno a dare il meglio di sé.
E, per Natale, Athletica Vaticana farà da tramite, grazie ai campioni delle Fiamme Gialle e al comandante Vincenzo Parrinello, per consegnare panettoni e doni a tante famiglie povere.
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