Padre Maccalli: “Sono stato un missionario anche in catene”
Federico Piana - Città del Vaticano
Il racconto di padre Pierluigi Maccalli trasmesso oggi in diretta su Radio Vaticana Italia e in contemporanea sulla pagina Facebook di Pope è stato un momento di rara intensità, di quelli che toccano in profondità il cuore. In un'ora di intervista il missionario della SMA, la Società delle Missioni Africane, sequestrato in Niger due anni fa e rilasciato lo scorso 8 ottobre, ha ricordato con commozione le ore concitate del suo sequestro, il suo rapporto con i carcerieri, la preghiera affaticata in un momento doloroso di deserto spirituale, il suo desiderio di rimanere, nonostante tutto, missionario per i poveri ed i bisognosi.
A messa col Papa via radio
Con lo sguardo provato, stanco, ma carico di speranza, padre Maccalli spiega che il suo diaologo con i rapitori non è mai stato caratterizzato dalla violenza: “Anzi, mi hanno sempre rispettato. Non ho mai ricevuto gesti di punizione. Addirittura, mi hanno permesso di utilizzare una radiolina con la quale ho potuto ascoltare la Radio Vaticana in onde corte proprio il giorno di Pentecoste: era la Messa celebrata da Papa Francesco. Una grande gioia in un momento duro, di profonda tristezza”.
Dolore trasfigurato dalla fede
La voce di padre Maccalli si fa più profonda, più marcata, quando rivela che il dolore che ha intaccato il suo corpo non è fisico ma interiore: “Ho fatto tutti i controlli medici, compreso un elettrocardiogramma e non hanno trovato nulla. Al cardiologo però ho detto: la ferita che è nel mio cuore è invisibile agli occhi. Tutto questo, però, è trasfigurato dalla fede. Ogni cristiano ha la sua croce da portare, ma ogni croce ha la sua Pasqua: si risorge sempre”.
La preghiera "incatenata" per tutti i missionari
Padre Maccalli si è emoziona visibilmente quando ha ricorda che, durante tutto il periodo della sua prigionia, non ha mai smesso di voler essere missionario: “In quei momenti mi sono detto: i miei piedi non possono camminare ma il cuore non è incatenato, il Vangelo non è incatenato. Quello che posso fare lo faccio con la preghiera, sostenendo anche gli altri missionari che stanno portando la Parola di Dio in Africa e nel mondo. Ecco, il mio essere missionario è stato quello di sostenere con l’orazione tutte le periferie del mondo”.
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