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Carlo Acutis, "influencer" dell'Eucarestia

La presenza di Gesù nell'ostia consacrata esercita un'attrazione profonda su Carlo Acutis. Da questo rapporto speciale con Gesù nasce nel ragazzo l'idea di far conosecre sul web quella "fonte di grazia di cui nessuno approfitta", come gli piace dire. E da lì la naturale conseguenza, l’impegno di farsi vicino con piccoli gesti a chi nel suo quartiere è un emarginato

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

Carlo Acutis ha compiuto una scelta davvero radicale incentrando la sua vita sull’Eucarestia. Per lui l’Ostia Consacrata rappresentava il viatico per entrare in comunione con Gesù in modo intimo e familiare. E lo sperimentava tutti i giorni questo amore per il Signore. Un amore che si traduceva nella preghiera per gli altri, ma anche in gesti concreti di carità a favore dei più bisognosi, dei poveri e dei senzatetto del suo quartiere, ai quali era solito portare cibo e soldi sottratti dalla paghetta settimanale.

Ecco perché si parla di questo ragazzo in termini di testimone e apostolo dell’Eucarestia. La seconda puntata della serie ‘Lo chiameremo beato’, prodotta da Officina della Comunicazione in collaborazione con VatiVision, ricorda come Carlo Acutis abbia voluto condividere il più possibile questa gioiosa scoperta. Della sua amicizia e della sua vicinanza con Dio ne parlava spesso con i compagni di scuola e con gli amici. E per questo fine mise in campo anche il suo talento per l’informatica che gli consentì di progettare e realizzare una mostra internazionale sui miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, che è nata proprio con l’obiettivo di diffondere la conoscenza sull’argomento.

Anche la sua morte, avvenuta il 12 ottobre 2006 a Monza, l’ha vissuta come un dono: era consapevole della sua fine terrena e ha offerto questo suo sacrificio al Papa e alla Chiesa. Attraverso i suoi compagni di classe, la notizia del decesso si diffuse subito. E quando la salma venne portata a casa, ci fu un flusso continuo di persone desiderose d dargli l’ultimo saluto. Da allora, la sua fama di santità è aumentata in ogni continente. “Poco a poco arrivavano telefonate di gruppi che volevano venire qui per ricordare Carlo”, conferma nel suo intervento monsignor Gianfranco Poma, parroco della chiesa di Santa Maria Segreta a Milano.

Oggi Carlo riposa nel Santuario della Spogliazione di Assisi, dove il suo corpo è stato traslato nell’aprile 2019. Dopo la morte, la sua salma venne sepolta nella tomba di famiglia a Ternengo (Biella). Successivamente, nel febbraio 2007, i suoi resti mortali vennero portati nel cimitero comunale di Assisi per soddisfare il suo desiderio di rimanere nella città di San Francesco.

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10 ottobre 2020, 07:00