Niger, emergenza alluvioni. Monsignor Lompo: serve aiuto urgente
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
Da più di due mesi il Niger è alle prese con piogge torrenziali e inondazioni che hanno finora causato oltre 65 vittime, hanno coinvolto altre 200mila persone e provocato gravi danni alle infrastrutture e all’agricoltura del Paese, uno dei più poveri del continente africano. A lanciare l’allarme è l’arcivescovo della capitale Niamey, monsignor Laurent Lompo: “In questo momento gran parte dei villaggi lungo il fiume Niger è sotto l’acqua. Questo ha causato danni enormi ai campi, alle colture di riso, ma anche perdite di vite umane”, afferma il presule citato dal della Recowa-Cerao, la Conferenza episcopale regionale dell'Africa Occidentale.
Danni all'agricoltura e alle infrastrutture
Le alluvioni, che hanno colpito pesantemente anche il nord della Nigeria, al confine con il Niger, hanno coinvolto otto regioni. Secondo un comunicato diffuso nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri nigerino, 7mila ettari di piantagioni dunali e 3.082 ettari di colture irrigate sono state inghiottite dall’acqua. Il Governo di Niamey ha annunciato misure a sostegno delle vittime.
“Si tratta di un duro colpo per il nostro Paese, minacciato dal terrorismo e da crisi alimentari a ripetizione”, spiega monsignor Lompo. Da circa un decennio, infatti. il Niger subisce le incursioni di diversi gruppi armati jihadisti, segnatamente Boko Haram dalla vicina Nigeria, l’Aqmi, l’al-Qaeda nel Maghreb islamico, e il Gsim (Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani), organizzazione salafita nata nel 2017 durante la guerra in Mali. Attacchi che hanno visto una escalation negli ultimi mesi.
La Chiesa: la popolazione soffre in modo indicibile
Le inondazioni non hanno risparmiato la capitale. “In alcuni quartieri – racconta l’arcivescovo di Niamey – non si può più camminare”. Anche la Chiesa è stata colpita: in una parrocchia che si trova ai bordi del fiume diversi fedeli sono rimasti senza casa. In un’altra parrocchia, una comunità di Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta è stata costretta a lasciare la sua casa e i malati accolti in un loro dispensario sono stati trasferiti in altre strutture sanitarie.
La Caritas locale si è già attivata per soccorrere le vittime, ma non basta. Monsignor Lompo si rivolge quindi a tutte le persone di buona volontà perché sostengano l’opera della Chiesa: “Un aiuto supplementare ci permetterà di assistere meglio la popolazione”. A preoccupare l’arcivescovo di Niamey è anche la prossima riapertura delle scuole: “Se non allestiamo tende e non diamo cibo alla popolazione, se non prendiamo in mano la salute di queste famiglie, soprattutto nell'attuale crisi sanitaria, la situazione rischia di peggiorare”, avverte. “La triste realtà è che le vittime in Niger, come in Nigeria, stanno soffrendo privazioni indicibili”.
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