Solidarietà per il Libano. Dalla Cei 1 milione di euro
Gabriella Ceraso e Isabella Piro - Città del Vaticano
La macchina della solidarità per il Libano coinvolge il mondo intero : la Chiesa è in prima linea con aiuti concreti ma anche con la sollecitazione alle Istituzioni. La Conferenza episcopale degli Stati Uniti e il Comitato Giustizia e pace internazionale del medesimo organismo in una nota incoraggiano i cattolici e tutte le persone di buona volontà a "pregare per le vittime e a dare una generosa risposta al disastro avvenuto in Libano”. “Chiediamo al governo degli Stati Uniti – affermano quindi i vescovi – di accelerare qualsiasi tipo di assistenza umanitaria per il Libano, in questo momento critico di bisogno”.
Ungheria e Italia
Dal cuore del continente europeo le Caritas sono in azione. In Ungheria l'organizmo umanitario nazionale si unisce all’ondata di solidarietà messa in moto e dona 28mila euro delle proprie risorse per aiutare Beirut, attraverso la Caritas Libano. Gli aiuti andranno a chi ha necessità urgenti. I bisogni prioritari sono, infatti, il cibo, l’assistenza medica e l’alloggio - spiegano gli operatori ungheresi-, si ritiene che saranno necessari due o tre mesi prima di poter tornare alla normalità. Infine, l’organismo caritativo ungherese esorta coloro che ne hanno la possibilità a fare una donazione: “Per favore, sostenete le vittime!” è l’appello conclusivo.
Anche la Chiesa italiana fa fronte alle necessità del Paese dei Cedri. La conferenza episcopale stanzia un milione di euro dai fondi dell8x1000 e la Caritas ambrosiana 20mila euro.
Nello specifico, lo stanziamento della presidenza Cei sarà destinato a sostenere “i piani di intervento d’emergenza di Caritas Libano, tramite Caritas Italiana, per i prossimi 12 mesi, dunque, “l’assistenza sanitaria per i feriti, cibo, acqua, alloggio per gli sfollati, sostegno psico-sociale per i soggetti più vulnerabili”.
La Caritas, infatti, sta già fornendo i primi aiuti e prevede di continuare a farlo anche per i prossimi mesi. Verranno, inoltre, supportati “gli interventi per la riparazione delle abitazioni, le azioni di riabilitazione, l’accompagnamento e il sostegno al reddito per le fasce più povere e vulnerabili della popolazione”. Il tutto anche grazie “ad un’ampia mobilitazione del volontariato locale”.
La Cei ricorda, poi, che tale “catastrofe colpisce un Paese già piegato da una pesante crisi finanziaria, economica e sociale, acuitasi nell’ultimo anno e che ha ridotto in povertà moltissime famiglie”: più di un quarto della popolazione vive, infatti, con “meno di 5 dollari al giorno”. Esprimendo, infine, “cordoglio e vicinanza” agli abitanti del Libano”, la Chiesa italiana prega per le vittime, i familiari ed i feriti, affinché il Paese “con l’impegno delle autorità politiche e religiose e della società tutta, possa superare le sofferenze di queste giornate”.
Raccolta di fondi della Caritas Ambrosiana
In particolare, l’organismo caritativo della Chiesa di Milano ha lanciato una raccolta fondi, stanziando un primo contributo di 20mila euro. “Siamo profondamente addolorati per quello che è accaduto e in segno di vicinanza vogliamo sostenere i tanti operatori della Caritas Libano alla quale ci lega una relazione di amicizia che dura da anni”, afferma in una nota Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. Intanto, la Caritas Libano ha avviato i primi interventi, distribuendo 2.300 pasti caldi alle famiglie ospitate in tende di emergenza e allestendo cliniche mobili. Ma nel Paese dei Cedri, già piegato da una grave crisi economica e politica, mancano da tempo forniture mediche vitali, come anestetici, farmaci e punti di sutura.
L’esplosione, per di più, ha danneggiato quattro nosocomi, tra cui quello di “Saint George”, il principale di Beirut. Il tutto mentre aumenta l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari, con conseguenze disastrose sulla popolazione. Senza contare che la deflagrazione ha colpito anche due depositi di grano, essenziali per garantire il cibo agli abitanti locali. Per sapere come aderire alla raccolta fondi lanciata da Caritas Ambrosiana, si può consultare il sito
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