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La Chiesa caldea per il Libano. Warduni: preghiamo per l'unità e il bene comune

8 agosto giornata di digiuno e preghiera per Beirut e tutto il territorio colpito dalle deflagrazioni del 5 agosto. Alla chiamata del cardinale Bechara Rai, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, rispondono anche i cristiani dell'Iraq

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Le esplosioni che hanno devastato Beirut non hanno significato un durissimo colpo solo per il Libano, ma hanno suscitato dolore e costernazione in tutto il Medio Oriente. Immediata è stata la reazione, tra le altre, della Chiesa caldea irachena. Dal web, il patriarca di Babilonia dei Caldei, il cardinale Louis Raphaël I Sako invita tutti i fedeli a mostrare solidarietà alla Chiesa in Libano digiunando e pregando, domani, 8 agosto, per le "vittime del disastro del porto di Beirut, superando il calvario e ricostruendo ciò che è distrutto". 

E' la risposta alla chiamata del cardinale libanese Bechara Rai, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, ed è "un'iniziativa dal valore profondo", afferma ai nostri microfoni monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia dei Caldei. Essa guarda all’unità tra tutti i figli di Dio e di vicinanza al popolo libanese sofferente:

Ascolta l'intervista a monsignor Warduni

"La prima cosa da considerare - afferma monsignor Warduni -  è il bene di chi è povero e viene ferito o ucciso. Dobbiamo essere uno con il nostro prossimo. Siamo tutti figli di Dio". Monsignor Warduni rilancia quindi il bisogno di amore, vicinanza e servizio tra gli esseri umani e l'impegno in particolare dei cristiani in questo senso, specie ora, e cita in particolare la situazione di Iraq, Siria e Libano".

Il mondo vicino a Beirut ferita

L’iniziativa lanciata dal cardinale Bechara Raï ha raccolto una vasta adesione. Solidarietà, oltre che dall’Iraq, anche dall’India, offerte ed elemosine dalla Terra Santa da distribuire ai bisognosi. Piena partecipazione della Chiesa delle Filippine. E infine anche il Consiglio mondiale delle Chiese guarda con compassione alla cittadinanza di Beirut. L’organismo ecumenico, formato da numerose realtà cristiane, assicura preghiere “per quanti hanno perso persone care, per i feriti e per l’intenso lavoro dei soccorritori. In una lettera indirizzata ai membri dell’organismo in Libano, il segretario generale del Consiglio, il reverendo Ioan Sauca, invoca la grazia e l’amore di Dio verso le persone, che necessitano di tutto l’aiuto umanitario possibile per sopravvivere a questa tragedia.

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07 agosto 2020, 14:26