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Fedeli musulmani in preghiera alla moschea di Baghdad Fedeli musulmani in preghiera alla moschea di Baghdad 

Eid al-Adha. Sako ai musulmani: cooperare insieme per un Iraq stabile

Nell’odierna Festa del sacrificio, il Patriarca di Babilonia dei Caldei invia un messaggio ai fratelli musulmani invitando a lavorare in unità per contrastare le sfide come quella rappresentata dalla pandemia di coronavirus

Isabella Piro – Città del Vaticano

Breve, ma incisivo: si presenta così il messaggio che il Patriarca di Babilonia dei Caldei, cardinale Louis Raphael Sako, ha indirizzato ai musulmani in occasione dell’odierna “Festa del sacrificio”, l’Eid al-Adha. Rivolgendosi agli “amati fratelli musulmani”, il porporato porge loro gli auguri per la giornata, pur se “celebrata in condizioni dure”, dovute allo “strangolamento sociale dei cittadini”. Di qui, l’esortazione a vedere nell’Eid al-Adha un’occasione per “pentirsi, cambiare, sacrificare gli interessi di parte per il bene e la crescita nazionale e per la dignità” della popolazione. La “Festa del sacrificio – ribadisce il Patriarca Sako – è un’opportunità” per collaborare “in spirito di responsabilità”, per “cooperare con l’attuale governo e tutte le persone di buona volontà”, così da “superare la pandemia da coronavirus e ogni altra sfida” e “rispondere con entusiasmo alle aspirazioni dei cittadini” per “migliorare le loro condizioni di vita, insieme alla sicurezza e alla stabilità” dell’Iraq.

 

Serve unità nazionale

Non è la prima volta che il cardinale Sako invita all’unità e alla pacificazione nazionale: i primi di luglio, ad esempio, in occasione della festa di san Tommaso apostolo, il porporato ha sottolineato che la “Chiesa continuerà ad essere la voce dei suoi cittadini nelle attuali difficili circostanze”, ed ha esortato i cristiani di tutte le Chiese e nazionalità a “pregare e a unire gli sforzi per migliorare le condizioni di coloro che rimangono in Iraq, adoperarsi per il rispetto dei loro diritti, della loro rappresentanza, sicurezza e stabilità”. Negli ultimi tempi, infatti, nel Paese si sono registrati diversi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno provocato numerose vittime e feriti. All’origine delle proteste popolari contro il governo e le autorità, la corruzione diffusa, l’alto tasso di disoccupazione e il taglio delle forniture elettriche. Le manifestazioni di piazza vanno avanti, ad ondate, da ottobre 2019 ed hanno portato, nel maggio di quest’anno, alle dimissioni del premier Adel Abdul Mahdi.

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31 luglio 2020, 15:04