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Cattedrale di San Paolo, Brasile Cattedrale di San Paolo, Brasile 

Covid: a San Paolo del Brasile le celebrazioni riaprono ai fedeli

L'arcivescovo di San Paolo del Brasile, il cardinale Odilo Pedro Scherer, esprime questo nuovo momento come "un segno di speranza" per "qualcosa di molto importante che non possiamo e non vogliamo perdere: la fede, la vita della Chiesa, con la testimonianza di Dio in mezzo alla città". Nel rispetto delle misure imposte dalle autorità sanitarie dello Stato brasiliano di San Paolo, da lunedì scorso le celebrazioni pubbliche e le attività pastorali dell'arcidiocesi sono state riprese in modo sicuro, programmato e graduale

Andressa Collet – Pope

Il Brasile, un grande Paese, che affronta diverse realtà della pandemia possibilmente in maniera uniforme, a fronte di "una popolazione numerosa, composta da varie etnie", ha commentato il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, con dati non meno "impressionanti e preoccupanti". Fino a questo giovedì, circa 61 mila persone hanno perso la vita, vittime del coronavirus e più di 1,5 milioni sono risultate contagiate, secondo i dati di un'indagine congiunta condotta da sei importanti media del Paese con le segreterie sanitarie delle singole regioni.

L'arcidiocesi di San Paolo riprende le attività

Le celebrazioni pubbliche nelle chiese devono rispettare le misure decise da ogni Stato, attraverso decreti stabiliti dai singoli governi. L'arcidiocesi di San Paolo, ad esempio, è entrata in una nuova fase in questa settimana con la ripresa - sicura, programmata e graduale - sia delle messe con la presenza dei fedeli, che delle attività amministrative e pastorali, che erano state ridotte al minimo per preservare la salute di sacerdoti, collaboratori, e fedeli. Secondo il porporato, ciò è stato possibile solo con l'approvazione di specifici protocolli sanitari da parte del Comune di San Paolo: "Siamo riusciti a concordare un protocollo sulle attività che vogliamo riprendere, cioè, le attività d'ufficio parrocchiali, afferma il cardinale Odilo Scherer. Pertanto, stiamo riprendendo con molte restrizioni il lavoro d'ufficio della Chiesa. È già un passo molto importante riprendere, poco a poco, le attività della Chiesa. Siamo consapevoli che c'è ancora un rischio di diffusione, ma oggi abbiamo anche mezzi migliori per prevenirlo. Osservando le linee guida delle autorità e della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB), speriamo di contribuire al mantenimento della salute della popolazione, ma allo stesso tempo di riprendere le attività che sono così importanti per la vita della nostra Chiesa".

Messe con la presenza dei fedeli a SP

L'altra novità di questa settimana nell'arcidiocesi di San Paolo, e molto attesa dalla comunità cattolica, riguarda la ripresa delle celebrazioni eucaristiche e degli altri sacramenti con la presenza dei fedeli. Un comunicato ufficiale dell'arcivescovo di San Paolo, del 24 giugno, infatti, orienta "i sacerdoti e gli altri responsabili delle chiese" che, "a prudente criterio", riprendano le messe con la gente, "osservando attentamente le misure preventive" già raccomandate dalla Chiesa in Brasile, attraverso le Linee Guida della CNNB, emesse nel mese di maggio. Le celebrazioni trasmesse online da diverse piattaforme web continuano ad essere raccomandate dall'arcivescovo, poiché la situazione della pandemia richiede ancora attenzione e gli affolamenti devono essere evitati. Lo Stato di San Paolo ha già superato i 15 mila morti per Covid-19 e il totale dei casi confermati è di circa 289 mila. La richiesta del cardinale Scherer al popolo di Dio è di avere "pazienza e prudenza per non correre nel tempo", dando forza a questo segno di speranza, che si sta aprendo in mezzo alla pandemia: "Noi, qui a San Paolo - afferma il porporato - non abbiamo mai avuto il divieto di fare le celebrazioni, né il divieto di aprire le chiese. Non c'è mai stato un divieto. Ma, naturalmente, dal 21 febbraio siamo stati attenti a limitare il più possibile la presenza della gente nelle chiese, per non favorire le folle e le occasioni di contagio. D'ora in poi, esortiamo i sacerdoti e le parrocchie a riprendere le celebrazioni con la gente a poco a poco. Naturalmente, con quegli orientamenti previsti dai protocolli, con l'occupazione di solo un terzo dello spazio della chiesa, la distanza tra le persone, l'uso della mascherina, l’alcool in gel all'ingresso, la misurazione della temperatura. Insomma, tutte quelle raccomandazioni che sono molto conosciute. E da ciò speriamo anche che il nostro popolo, che è in angoscia, che vuole tornare in chiesa, che vuole partecipare di nuovo alle celebrazioni, ai Sacramenti, abbia la possibilità, poco a poco, di partecipare di nuovo. Questo è molto importante per noi! Per la gente è anche molto importante dare un segno di speranza e di testimonianza che stiamo, sì, collaborando alla conservazione della salute, ma abbiamo qualcosa di molto importante, che non possiamo perdere e non vogliamo perdere: ed è proprio la fede, la vita della Chiesa, con la testimonianza di Dio in mezzo alla città."

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03 luglio 2020, 12:05