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Bassetti: come San Benedetto pregare e lavorare per la rinascita di Italia ed Europa

Il cardinale presidente della Cei ha presieduto la messa nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma in occasione della festività di San Benedetto

Davide Dionisi - Città del Vaticano

“Un profeta dei suoi tempi. La fitta rete di monasteri che si sviluppa in tutto il continente europeo costituisce, ancora oggi, le fondamenta spirituali, culturali dell’Europa. Di un’Europa che prega e lavora”. Nel giorno della festività di San Benedetto, il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, ha rievocato la strada tracciata dal “Santo della Regola”, invocando la rinascita dell’Italia e del Vecchio Continente. Durante l’omelia, nella messa presieduta oggi pomeriggio nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma, il porporato ha ricordato che al centro della sua opera “si pone, senza dubbio, la ricerca di Dio. È quello che viene definito il “cristocentrismo della regola”.

Parole rivoluzionarie

Il porporato ha spiegato che le parole di San Benedetto riportate sulla Regola sono ancora oggi “rivoluzionarie” e “valide per tutti i cristiani”. Il presidente dei vescovi italiani ha precisato che: “Essere cristiani nel mondo contemporaneo, infatti, significa essenzialmente prendere il vissuto di Cristo e farlo nostro. E quale è il vissuto di Cristo? Il vissuto di Cristo sono le Beatitudini. Certo le Beatitudini sono per noi anche un insegnamento morale, ma esprimono il cuore pulsante del Vangelo, sono la nostra regola di vita, sono un dono della grazia, ma sono anche frutto di preghiera costante e di totale abbandono all’azione dello Spirito” ha rilevato, precisando che “possiamo leggere per tutta la vita le Beatitudini, ma non si improvvisano dentro di noi. Non si traduce Cristo dentro di noi, se non nella preghiera e in un totale abbandono all’azione dello Spirito”.

La carta d’identità del cristiano

Il cardinale Bassetti ha ricordato che lo stesso Papa Francesco ha consigliato di imparare a memoria le parole delle Beatitudini, perché quelle parole rappresentano “la carta d’identità del cristiano”, una vera e propria “mappa di vita” da cui non si può prescindere. “Una carta d’identità da tenere sempre con noi. In ogni ambito dell’agire umano, nella famiglia e nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero, ogni cristiano è chiamato a incarnare le Beatitudini con atti concreti e non solo a parole. Perfino nella vita politica e nell’esercizio del potere, il cristiano è chiamato a rendere testimonianza a questo passo del Vangelo”.

Diventare ambasciatori di Cristo

Il presidente della Cei è tornato infine a parlare del difficile periodo che stiamo vivendo indicando la via per meglio rispondere alle sfide imposte dalla pandemia: “Non abbiamo bisogno soltanto di grandi esperti o di tecnici, ma abbiamo bisogno soprattutto di uomini e donne che si fanno ambasciatori di Cristo" ha chiarito "Uomini e donne che, come le sentinelle per la casa d’Israele, rispondono a una missione divina, esprimono con passione e generosità la loro vocazione e si mettono a disposizione della comunità” ha sottolineato, aggiungendo che, “dopo questo terremoto mondiale provocato dlla pandemia ci troviamo di fronte a un bivio epocale: o noi ricostruiamo un mondo con fame di giustizia oppure assisteremo al declino della nostra civiltà come spettatori irrilevanti. Come uomini e donne, cioè, che non hanno più nulla da dire e da dare alla società contemporanea”. “Di fronte al rischio di una crisi epocale” ha concluso il presidente della Cei “dobbiamo comportarci come san Benedetto: pregare e lavorare per la rinascita del nostro Paese, del nostro continente e della nostra civiltà.

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Messa nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere in occasione della festività di San Benedetto
11 luglio 2020, 18:36