Gabon, depenalizzazione dell' omosessualità. La nota dei Vescovi
Isabella Piro - Città del Vaticano
Ha suscitato ampio dibattito, in Gabon, l’approvazione da parte del Parlamento della depenalizzazione dell’omosessualità che revoca, di fatto, una legge dello 2019. Tale normativa criminalizza l’omosessualità, rendendola punibile con sei mesi di reclusione ed il pagamento di una sanzione. Sulla questione è intervenuta anche la Chiesa cattolica locale, attraverso a firma di monsignor Jean-Patrick Iba Ba, arcivescovo metropolita di Libreville. “Maschio e femmina li creò”, scrive il presule citando la Genesi (1,27); di qui, il richiamo al fatto che “questa differenza fonda la relazione e la complementarietà” tra i due sessi e “trova compimento nel matrimonio” tra un uomo e una donna. Ma “quando l’omosessualità falsifica l’antropologia o banalizza la sessualità stessa”, allora anche “il matrimonio e la famiglia, fondamento della società” vengono messi a rischio.
Responsabilità della Chiesa
Al contempo, il vescovo del Gabon ricorda “la responsabilità pastorale della Chiesa nell’impegno a rispettare tutte le persone, qualunque sia l’orientamento delle loro vite”. “Non si tratta quindi di demonizzare o scagliare pietre contro chicchessia”, scrive Monsignor Iba Ba, bensì di “aprirsi alla verità della Bibbia”, che nel Levitico afferma: “Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna” (18, 22).
Al contempo, l’arcivescovo di Libreville deplora “certe organizzazioni internazionali che tendono a condizionare i loro aiuti all’accettazione di modelli di comportamento” estranei ai “valori millenari” ed ai “costumi” del Gabon. “Esortiamo le autorità – si legge nel messaggio – a ribellarsi a questi metodi malsani, scegliendo di combattere per la libertà”, “la salvaguardia della nostra identità culturale e del nostro destino”. Monsignor Iba Ba sottolinea, poi, che il voto del Parlamento, essendo "in contraddizione con la maggioranza della popolazione”, potrebbe “esporre gli omosessuali stessi a reazioni ostili e discriminazioni”. Esortando, quindi, le autorità pubbliche e politiche a “riconciliarsi con il popolo e con i valori fondamentali del patrimonio nazionale”, il presule chiede a tutte le confessioni religiose di organizzare momenti di preghiera in questa fase difficile per il Paese.
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