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Irlanda del Nord, vescovi: con la nuova legge il nascituro è privo di diritti

Facilitare uno dei regimi abortivi più liberali al mondo: sarà questa, per i presuli, la conseguenza delle norme appena entrate in vigore nel Paese

Roberta Barbi - Città del Vaticano 

Da oggi in poi, alcuni bambini non nati rimarranno completamente indifesi. Nessuno potrà fare nulla per loro una volta che la decisione di abortire sarà stata presa. Questa è una prospettiva inquietante per la nostra società, dove la maggioranza delle persone cerca ancora di promuovere i valori della compassione e del rispetto per ogni essere umano”. Scrivono così i vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord in una lettera aperta alla società in seguito all’entrata in vigore del Northern Ireland Act 2019.

La storia della legge

Il pacchetto di leggi è stato approvato lo scorso anno dal parlamento britannico per estendere al territorio dell’Irlanda del Nord alcune norme già in vigore nel Regno Unito. Una di queste è, appunto, la legge che depenalizza l’aborto, legale nel Regno Unito fin dal 1967, anno di promulgazione dell’abortion Act che coinvolgeva l’Inghilterra, la Scozia e il Galles, escludendo l’Irlanda del Nord che all’epoca aveva un proprio Parlamento per legiferare su alcune materie, la cui competenza passò definitivamente al Parlamento britannico nel 1972.

“Oggi in tutto il Paese, tutti noi, soprattutto il nostro personale medico, stiamo facendo il possibile per salvare vite umane. Mentre il numero di morti causate dal Coronavirus continua ad aumentare, i giornalisti ci ricordano spesso che dietro le statistiche ci sono persone reali – scrivono i presuli - le loro vite contano indipendentemente dall'età o dalle capacità, dal sesso o dall'ambiente. Per limitare la perdita di vite umane, il governo del Regno Unito sta investendo molto per fornire le risorse necessarie per curare i pazienti e proteggere la vita di tutto il personale che lavora per fornire servizi in prima linea”.

Il parere dei vescovi su bambino e madre

“In questo contesto, siamo rattristati e costernati per la decisione del governo di introdurre norme estreme per la fornitura di servizi abortivi in Irlanda del Nord, che vanno ben oltre quanto richiesto dalla legge e ignorano completamente le opinioni di molti cittadini”, si legge ancora. Secondo i vescovi, l’applicazione di tale legge faciliterà uno dei regimi abortivi più liberali al mondo.

“La vita di ogni madre e del suo bambino non ancora nato è importante. Queste nuove norme si basano sul presupposto giuridico che il nascituro non ha diritti, a meno che il bambino non sia voluto – spiegano - ogni bambino non ancora nato, invece, è importante indipendentemente dall'età o dalle capacità, dal sesso o dall'ambiente; ha il diritto di essere protetto dalla comunità ci appartiene e dalla quale merita rispetto. Anche ogni donna che si trova ad affrontare una gravidanza non pianificata è importante, ha il diritto di essere accudita e protetta da qualsiasi pressione in favore dell’aborto”.

“L'Assemblea dell'Irlanda del Nord non è del tutto privi di influenza: i politici e tutte le persone di buona volontà che riconoscono la natura estrema della legge non dovrebbero accettare docilmente la loro promulgazione – incoraggiano - nei prossimi giorni intendiamo presentare per iscritto i nostri punti di discussione della legge”.

“In una comunità in cui la cultura della vita è promossa e celebrata, questi diritti delle madri e dei loro bambini non ancora nati dovrebbero essere sempre tutelati. Noi, i vescovi cattolici dell'Irlanda del Nord, rinnoviamo l’impegno a lavorare con tutti i settori della società, affinché questa cultura della vita diventi una realtà per tutti”, concludono.

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01 aprile 2020, 11:03